I test in studio sono stati condotti con l'obiettivo EF-M 18-55mm f/3.5-5.6 IS STM.
Il livello di dettaglio garantibile da questo sensore, già sperimentato con la EOS 750D, non è minimamente in discussione. Il dato MTF al centro del fotogramma per il RAW raggiunge un valore massimo di 3067-3082, piazzando la M3 al secondo posto tra le mirrorless da noi testate, immediatamente dietro La Sony A7 II (che ha sfiorato le 3200 LW/PH). La Sony, però, ha beneficiato di un'ottima ottica fissa come il Sonnar FE 1.8/55mm ZA, che da sola costa quanto l'intero kit Canon ...
La risoluzione elevata del sensore e la buona resa dell'ottica al centro del fotogramma portano a un livello di dettaglio massimo tra i più elevati nel mondo mirrorless.
A proposito di obiettivo, essendo il 18-55mm uno dei pochissimi nativi per questo sistema, crediamo sia utile spendere qualche riga sulle sue doti. A suo favore una buona qualità costruttiva - appare decisamente più solido dell'equivalente EF-S - e una buona nitidezza al centro, che ha il suo valore massimo a f/5.6; f/5.6 è, per inciso, anche il diaframma più aperto disponibile a tutte le focali.
A f/8 la resa è pressoché identica, mentre ai diaframmi successivi la sequenza è: f/11 - 2540 LW/PH (2693 con sharpening R=2); f/16 - 2142 LW/PH (2536 con sharpening R=2); f/22 - 1640 LW/PH (2191 con sharpening R=2); f/32 - 1212 LW/PH (1440 con sharpening R=4). Buona tenuta, quindi, fino a f/16 compreso.
Ai bordi, la nitidezza dell'ottica si riduce visibilmente e, in assenza di correzione, si nota una visibile aberrazione cromatica.
Il vero problema di quest'ottica, come di molti zoom economici, è la nitidezza ai bordi, che ne svela la categoria di appartenenza. L'immagine è molto morbida a f/5.6 (circa 1450 LW/PH), recupera qualcosa diaframmando uno o due stop, ma senza mai raggiungere vette eccellenti. Anche le aberrazioni cromatiche, misurate sul RAW in assenza di correzione, sono elevate già al centro e superano i 2 pixel ai bordi, risultando (sempre in assenza di correzioni) facilmente visibili.
RAW, nessun de-noise, 100 ISO
RAW, nessun de-noise, 800 ISO
RAW, nessun de-noise, 1600 ISO
RAW, nessun de-noise, 3200 ISO
RAW, nessun de-noise, 6400 ISO
RAW, nessun de-noise, 12800 ISO
RAW, nessun de-noise, H1 (25600 ISO)
Il comportamento cromatico, più che discreto, assicura immagini di forte impatto grazie all'elevata saturazione dei colori. Gli scarti sono contenuti, leggermente penalizzati da un bilanciamento automatico del bianco non sempre impeccabile. Assolutamente impeccabile, invece, l'esposizione, che è perfetta a meno di (insignificanti) errori al secondo decimale.
JPEG, de-noise standard, 100 ISO
JPEG, de-noise standard, 800 ISO
JPEG, de-noise standard, 1600 ISO
JPEG, de-noise standard,, 3200 ISO
JPEG, de-noise standard, 6400 ISO
JPEG, de-noise standard, 12800 ISO
JPEG, de-noise standard,, H1 (25600 ISO)
Come per la 750D, il rumore è leggermente penalizzato dalla maggior risoluzione. In qualità di mirrorless, però, la M3 si confronta con modelli meno performanti di quanto accade per una reflex, così in assoluto i risultati sono migliori della media: 1.04% a 100 ISO e 6.44% a 6400 ISO per il RAW senza filtri de-noise applicato, 0,65% e 1,70% per il JPEG sviluppato con impostazioni standard. Meglio di lei solo le Fujifilm con sensore da 16 Mpixel (rumore inferiore al 5% a 6400 ISO) e, ovviamente, l'inarrivabile A7S che, con il suo sensore Full Frame da 12 Mpixel, risulta imbattibile da questo punto di vista.
In sintesi, il JPEG mantiene un buon livello di dettaglio fino a 3200ISO compresi, perdendo qualcosa a 6400ISO, e risultando visibilmente degradato solo a 12.800ISO (sensibilità comunque utilizzabile per una stampa 10x15).