Il corpo macchina della Sony A7R II misura circa 127x96x60mm per 625g di peso, batteria inclusa, ed è praticamente identico all'altrettanto recente A7 II - solo poche decine di grammi più pesante. Come detto a proposito della A7, l'ergonomia è stata apprezzabilmente affinata rispetto al primo modello, grazie soprattutto a una nuova impugnatura e a un opportuno avanzamento del pulsante di scatto e della ghiera di comando frontale.
Immediatamente dietro al pulsante di scatto (con ghiera di accensione concentrica) si trovano due pulsanti Custom, a breve distanza dalla ghiera di compensazione esposimetrica (+/- 3 stop) e dalla ghiera dei programmi, ora dotata di blocco meccanico contro la rotazione accidentale. Disponibili i programmi PASM, un programma Auto, un programma Scene, un programma Panorama, la modalità filmati e due programmi personalizzabili.
La ghiera di comando posteriore, che a rigore ancora parte della copertura superiore, è ottimamente posizionata a ridosso della ghiera di compensazione, e cade perfettamente sotto il pollice.
Il dorso non ha subito modifiche sostanziali rispetto ad altri modelli precedenti, e si apre con il pulsante Menu e un terzo pulsante custom C3 disposti specularmente rispetto al mirino, su una piccola striscia inclinata che "raccorda" top e dorso - entrambi perfettamente raggiungibili.
A fianco del display si trovano invece l'orma classico selettore AF/MF - AEL con pulsante centrale che svolge la doppia funzione di blocco AF o blocco AE, molto pratico. Si prosegue poi con i pulsanti Fn (menu di impostazione rapida), con un'ulteriore ghiera posteriore verticale dotata di pulsante di selezione centrale, e con i due ultimi pulsanti Play e Cestino (quest'ultimo che può fungere anche da quarto pulsante personalizzabile C4).
Tutti questi comandi sono, purtroppo, molto piccoli e quindi difficili da individuare e utilizzare a colpo sicuro "a tatto" - un peccato, soprattutto per il blocco AE/AF. Il pulsante Video, altrettanto piccolo (ma in questo caso giustamente) si trova come sempre in posizione defilata, a destra dell'appoggio per il pollice.
La presenza di molte ghiere e pulsanti, unita alle notevoli possibilità di personalizzazione di ciascuno di essi, rende la A7R II una fotocamera estremamente flessibile, ma anche piuttosto complessa da padroneggiare. Basti dire, a questo proposito, che il menu di personalizzazione pulsanti consente di modificare la funzione di ben 12 comandi tra pulsanti e ghiere, e che a molti di questi (tra cui i pulsanti C1-C4) è possibile assegnare una funzione a scelta tra oltre 60 disponibili!
Lo stesso "approccio" si ritrova all'interno del menu: la sezione principale, dedicata alle impostazioni di scatto, è composta da 9 pagine da 5 voci ciascuna, e offre, oltre a tutte le impostazioni essenziali, anche molte funzioni avanzate, accessorie ed effetti speciali (Effetto immagine, Profilo foto, Rilevamento volti e sorriso, Effetto pelle morbida, Inquadratura automatica ...) che possono distrarre anche un utente esperto.
Una cosa è certa: la A7R II, come del resto altri prodotti Sony di questa famiglia, non è per principianti assoluti, e non è adatta a chi cerca essenzialità.
Il mirino elettronico è stato ulteriormente (e notevolmente!) ampliato rispetto alle già eccellenti A7R e A7 II. Lo schermo è sempre un OLED XGA (1024x768 pixel, 2.359.296 punti) ma, grazie a una nuova costruzione delle lenti (che includono tra l'altro un elemento a doppia superficie asferica) l'ingrandimento è arrivato al valore record di 0,78x, ormai decisamente superiore a quello di una reflex Full Frame, e la nitidezza è eccellente.
Il display posteriore, dal canto suo, è il 3" VGA (640x480) di tipo RGBW (cioè con sub-pixel bianco che ne aumenta la brillantezza senza incidere eccessivamente sui consumi) da 1.228.800 punti già apprezzato sulla A7 II. È articolato, e può essere inclinato da (circa) -40° a +105°; non moltissimo, ma quanto basta per scattare comodamente da basse angolazioni.
La sua leggibilità in esterni è migliorata rispetto alle versioni precedenti, ma ancora non impeccabile a causa dei notevoli riflessi del pannello lucido. Su altre fotocamere sarebbe un "contro" importante, mentre sulla A7R II è quasi del tutto ininfluente: con tanto mirino a disposizione, in esterni il display posteriore verrà largamente snobbato.
Il singolo vano memory card, sul lato destro, supporta come di consueto Memory Stick Pro Duo e SD/SDHC/SDXC fino allo standard UHS-I; per la registrazione video 4K servono ovviamente schede veloci, almeno SDXC U3. Sul lato opposto si trovano le consuete interfacce micro HDMI (tipo D), il connettore multifunzione/USB e due jack 3,5mm per microfono e cuffie.
La batteria è la "solita" NP-FW50, così l'autonomia continua a essere un punto debole rispetto alle reflex professionali con cui aspira a confrontarsi: solo 340 scatti utilizzando il display, e solo 290 utilizzando il mirino, sono davvero troppo pochi perché un professionista impegnato sul campo possa prendere in considerazione questo modello.
Per quanto riguarda gli obiettivi, le Sony A7 utilizzano la stessa baionetta E delle mirrorless APS-C, e possono pertanto montare tutte le ottiche E prodotte finora; queste ottiche impongono però il ritaglio al formato APS-C (fattore di moltiplicazione 1,5x).
Gli obiettivi nativamente compatibili con i corpi Full Frame sono gli FE; al momento in cui scriviamo, sono disponibili una dozzina di pezzi che coprono le focali da 16mm (16-35mm Vario Tessar T* F4 ZA OSS, 1.350 Euro) a 240mm (24-240mm FE F3.5-6.3 OSS, 1000 Euro). Tra questi, interessanti gli zoom ad apertura costante Zeiss 24-70mm F4 (1.200 Euro) e 70-200mm F4 (1.500 Euro).
Le ottiche con innesto A possono essere utilizzate tramite adattatore, ma anche in questo caso occorre prestare attenzione alla differenza tra ottiche Full Frame e APS-C (serie DT).