Se oggi andate nella sede storica di Viale Campania a Milano, non trovare granché di Cinemeccanica, in quanto uffici, direzione e produzione sono stati spostati in gran parte a Caleppio di Settala, nel basso milanese, sulla strada che porta verso Crema. Entrando nell'azienda la domanda che maggiormente ci ronzava per la testa era una: "Come ha vissuto un'azienda che ha costruito il suo successo sui proiettori a pellicola il passaggio al digitale?". Nella sua presentazione, con annessa visita al sito produttivo Pier Carlo Ottoni, Direttore Commerciale e Marketing, ci ha risposto ancora prima che la nostra domanda fosse posta. "Laser": è questo il futuro del cinema secondo Cinemeccanica.
Laser: è questo il futuro del cinema secondo Cinemeccanica
Ma andiamo con ordine: gli anni del passaggio al digitale sono stati certamente difficili. Nell'arena della proiezioni si sono affacciati colossi del calibro di NEC e Sony, quest'ultima presentandosi con soluzioni che partivano dalle fasi di ripresa digitale per arrivare fino allo schermo di proiezione. Altro importante giocatore in campo è Christie, azienda da 1500 dipendenti di Cypress, California. Cinemeccanica si è trovata a dover in breve tempo raccogliere le competenze (e le maestranze) necessarie per riversare in digitale tutta la sua esperienza nella proiezione a pellicola. La scelta iniziale, che è tutt'ora attiva, è stata quella di avviare una collaborazione con Barco, azienda belga che conta oggi una presenza globale e 3300 dipendenti sparsi per il mondo.
La collaborazione ha permesso a Cinemeccanica di stare a galla e mantenere quote di mercato nei momenti più difficili e cercare la sua via per tornare ad essere un nome di rilevanza internazionale. Ad oggi Cinemeccanica non produce più nulla legato alla pellicola e anche settori come l'assistenza tecnica di quel tipo di prodotti non rappresenta più qualcosa da mettere a bilancio. Il mercato è tutto passato al digitale da tempo per quanto riguarda le nuove installazioni. Cinemeccanica si è giocata le sue carte sfruttando le sue competenze e presentandosi come fornitore di soluzioni chiavi in mano, dall'audio al video, dalla gestione dei flussi digitali alla calibrazione, arrivando oggi anche alla produzione degli schermi.
La maggior parte dei proiettori digitali oggi installati si basa su lampade allo xeno
La ricerca e sviluppo ha continuato a lavorare e si è concentrata sulla cosa che nel cinema è forse la più importante: la luce. La maggior parte dei proiettori digitali oggi installati si basa su lampade allo xeno; questa tecnologia ha dimostrato di arrivare a potenze interessanti, ma ha il difetto di avere decadimenti delle prestazioni abbastanza veloci, arrivando dopo 500 ore a fornire metà dell'efficienza iniziale nelle versioni più potenti e dopo 1500 ore in quelle meno spinte. Cinemeccanica si è quindi concentrata sul trovare una soluzione migliore per fornire luce ai proiettori e ha battuto la strada del laser.