Questa la nostra domanda a conclusione del nostro incontro in Cinemeccanica, chiedendo in particolare un'opinione su temi come 8K, HFR e HDR. Partiamo dall'High Frame Rate: dal punto di vista dei sistemi di proiezione è praticamente dato per scontato, ma al momento mancano i contenuti. 'Lo Hobbit' di Peter Jackson doveva essere il trampolino di lancio per la visione 48p ad elevato frame rate (il doppio dei 24 fotogrammi al secondo che è lo standard del cinema), ma per diversi problemi realizzativi - tra cui l'abbandono a progetto iniziato del primo regista incaricato, Guillermo del Toro - il risultato finale non è stato il miglior biglietto da visita per questa innovazione tecnica. Sebbene poi la visione guadagni in fluidità, il pubblico ha definito i film in HFR troppo 'televisivi' essendo, in effetti, più vicini alla frequenza di refresh delle immagini delle trasmissioni TV (50/60Hz) e dando una sensazione simile durante la visione. In sintesi i sistemi di proiezione sono pronti per l'High Frame Rate, ma i contenuti, per diversi motivi, latitano.
HFR e 3D hanno avuto un'accoglienza tiepida da parte del pubblico
Anche il 3D ha avuto un'accoglienza abbastanza tiepida da parte del pubblico, in questo caso per una chiara limitazione tecnica: dovendo proiettare alternativamente immagini per un occhio e poi per l'altro e passando inoltre per più filtri, polarizzatori e altri elementi (inclusi gli occhialini indossati dal pubblico) rispetto alle immagini normali, l'esperienza attuale dei film in tre dimensioni è quella di proiezioni percepite come più buie e meno definite, quindi alla fine anche meno coinvolgenti (mentre lo scopo del 3D sarebbe proprio quello opposto). Le tecnologie laser di generazione della luce sono in grado di risolvere in modo nativo il problema, mettendo a disposizione molta più luce di una lampada tradizionale, per cui a livello tecnico il problema terminerà di essere tale con il diffondersi di questo tipo di soluzioni, un processo che nei prossimi anni dovrebbe essere abbastanza naturale e più veloce di quanto previsto inizialmente, con già un terzo delle sale su questa tecnologia già dal 2018 (secondo alcune stime aggiornate). Ci sarà poi da convincere il pubblico, rimasto 'scottato' dalle prime esperienze deludenti del 3D, ma probabilmente potrà bastare una sola proiezione per far cambiare idea.
Il formato 4K resterà il riferimento per almeno un lustro
L'aumento di risoluzione non è al momento una delle priorità dell'industria cinematografica, che ha appena finito di rincorrere il 4K e manterrà questo formato come quello di riferimento per ancora almeno un lustro. Ci sono già esperimenti relativi all'8K ma si tratta al momento più di proof of concept che di veri sistemi implementabili nella produzione quotidiana. Ultimo tema è quello dell'HDR: stando ai tecnici di Cinemeccanica è forse questo lo sviluppo più interessante che vedremo nei prossimi anni, anche se al momento non c'è una strada ancora ben definita e nessuna soluzione attualmente attiva. L'High Dynamic Range dovrebbe aggiungere realismo alle immagini, seguendo il modo di vedere dell'occhio umano, che non ha una latitudine di posa fissa, ma adatta l'esposizione in modo continuo a seconda dell'illuminazione della porzione di scena che va ad analizzare, con la capacità quindi di combinare la visione dei dettagli nelle ombre con quella nelle alte luci. Con i mezzi di ripresa attuali (caratterizzati da molti stop di gamma dinamica) è già possibile ottenere con l'adeguata post produzione immagini HDR, ma sarà da vedere quale tecnica verrà scelta per riprodurre quel tipo di flussi video durante le proiezioni.
Eravamo però partiti dalla pellicola 70mm di 'The Hateful Eight' per raccontare Cinemeccanica e la sua storia e lì torniamo prima della conclusione. C'è stato grande stupore in azienda quando è arrivata la richiesta dagli Stati Uniti per delle macchine da proiezione per il formato 70mm, ormai dato per defunto (e sepolto). Cinemeccanica è riuscita a rimettere in piedi un paio di cineproiettori Victoria 8 per il roadshow di Tarantino, utilizzando poi delle ottiche anamorfiche da proiettori digitali per ottenere il rapporto giusto (il formato del film è un 2.76:1, decisamente in disuso rispetto agli attuali 1.85:1 o 2.39:1). Non si può parlare di un mercato che si riapre, il numero di proiezioni a pellicola rimane talmente esiguo sul totale (anche nel caso del film di Tarantino) che il fabbisogno di cineproiettori tradizionali può essere coperto con poche macchine. Il presente e il futuro restano tutti digitali ed è interessante vedere come un marchio che ha fatto la storia del cinema abbia trovato un nuovo modo per mantenere la sua bandierina saldamente piazzata all'interno dei cinema di tutto il mondo.