"Ma come, è ancora uguale alla X-Pro1??": questa è stata la prima esclamazione del fotografo italiano Max De Martino quando ha ricevuto da provare durante la fase di sviluppo il prototipo della nuova Fujifilm X-Pro2, come egli stesso ci ha raccontato nella breve intervista ad alta velocità sullo Shinkansen tra Kyoto e Tokyo, che potete trovare a questo indirizzo e incorporata qui sopra. Effettivamente questo è stato il pensiero di molti, soprattutto dopo che X-T1 aveva rubato lo scettro di ammiraglia alla capostitipite della famiglia Fujifilm X con il suo design simil-reflex. Fujifilm ha invece deciso di credere ancora nel suo mirino ibrido, soluzione che a quattro anni dal debutto, resta un'unicità Fujifilm nel panorama delle fotocamere digitali.
La nuova Fujifilm X-Pro2 si differenzia dal modello precedente sotto molti punti di vista
Osservando bene la nuova X-Pro2 si capisce bene subito che, nonostante la stessa impostazione di base, essa si differenza in molti particolari dal primo modello. Fujifilm ha rivisto completamente il posteriore, spostando tutti i tasti a destra del display in modo che, dato che sono tutti personalizzabili nella funzione assegnata, siano raggiungibili e utilizzabili dal pollice in fase di scatto quando si ha l'occhio appoggiato all'oculare del mirino. Quest'ultimo è dotato di correzione diottrica e adotta la tecnologia hybrid-viewfinder che Fujifilm ha introdotto con X100T. Accanto al mirino completamente elettronico e a quello puramente ottico è possibile utilizzare il mirino galileiano con informazioni digitali in sovraimpressione. Si può così avere la griglia per la composizione anche nel mirino ottico, così come informazioni dinamiche come l'istogramma. Particolare la fuzione di telemetro digitale, che accende nell'angolo in basso a destra in un piccolo riquadro - sempre in sovraimpressione sul mirino galileiano - la porzione di immagine inquadrata dall'area di messa a fuoco in forma digitale, con possibilità di utilizzo gli ausilii alla messa a fuoco manuale come l'ingrandimento, il focus peaking o l'immagine spezzata.
In molti hanno fatto notare come, a distanze ravvicinate, l'errore di parallasse nel mirino sia molto evidente, soprattutto in merito alla posizione del punto autofocus (e di conseguenza anche della zona che viene ingrandita nel telemetro digitale): dal menu è possibile attivare la funzione di correzione del parallasse, che visualizza una seconda cornice per evidenziare l'esatta posizione della zona di messa a fuoco. La correzione migliora la situazione, ma resta un certo errore che rende l'utilizzo del mirino ottico poco preciso in alcuni frangenti. Poco male, comunque, visto che rispetto alla prima versione, ora il mirino elettronico offre un pannello OLED a 2,36 milioni di punti, tale da rendere l'esperienza di utilizzo molto realistica, anche grazie a una rinnovata frequenza di refresh, innalzata a 85fps. Grazie all'utilizzo di lenti Fujinon anche nel mirino, l'ingrandimento è buono e la finestra digitale che si apre davanti agli occhi del fotografo non fa rimpiangere le dimensioni dei mirini ottici delle reflex full frame. Sempre restando al confronto con le reflex top di gamma finalmente Fujifilm ha integrato nella parte posteriore un joystick: la sua funzione si apprezza nella navigazione nel menu, ma soprattutto per spostare in modo rapido e preciso il punto autofocus in fase di ripresa, una caratteristica che non può mancare a una macchina che vuole rivolgersi al settore professionale, come ha invece sottolineato nella nostra intervista il fotografo Luca Bracali, aggiungendo anche la novità del doppio slot SD tra quelle di maggiore rilievo.
Joystick per i punti di messa a fuoco e doppio slot: particolari richiesti dai professionisti
A livello autofocus ora sono 77 i punti autofocus selezionabili, con una copertura che si estende al 40% del fotogramma. Il nuovo sensore APS-C X-Trans CMOS III da 24,3 megapixel (caratterizzato da costruzione con cablaggi in rame anziché in alluminio) permette una lettura più veloce dei dati ed è migliorata la rapidità dell'autofocus a rilevazione di contrasto: questo dovrebbe garantire un miglioramento generale delle prestazioni della messa a fuoco automatica, per arrivare a 8 fotogrammi al secondo in raffica. La maggiore velocità operativa è uno degli aspetti che ha più colpito Simone Raso, terzo degli X-Photograpers che abbiamo incontrato e intervistato nei giorni della presentazione. Il nuovo sensore permette poi una migliore gestione a livello di rumore: nonostante l'accresciuta risoluzione Fujifilm ha potuto espandere la gamma delle sensibilità native, che ora si spingono fino a 12.800 ISO, anche grazie al debutto del nuovo processore X-Processor Pro.