Hasselblad HK-7
"Una copia? Posso farne uno che funzioni meglio!"
Siamo nel 1941. L'aeronautica svedese entra in possesso di un apparecchio per la fotografia aerea dell'esercito della Germania nazista. Si rivolge a Victor Hasselblad, grande esperto di fotografia, per costruirne una copia e ottiene come risposta: "Posso farne uno che funzioni meglio!". Nacque così il prototipo HK-7, sviluppata poi nel modello SKa4. Alla fine della guerra Victor Hasselblad, che viene da una famiglia attiva dal 1841 nel commercio di materiale fotografico, decide di riconvertire il laboratorio di produzione dei moduli per la fotografia aerea in una fabbrica per la costruzione di fotocamere ad uso civile. Il resto fa parte della storia di Hasselblad e della fotografia. Il primo prodotto che viene ricordato è la Hasselblad Camera 1600 F, ma il vero successo si ebbe con la presentazione nel 1957 della Hasselblad 500 C, modello che è rimasto alla base della produzione del marchio svedese per i successivi sessant'anni. Fu una partenza a razzo, e utilizziamo non a caso questa espressione, visto che 5 anni dopo la scelta della NASA in merito all'equipaggiamento fotografico da utilizzare nelle sue missioni cade proprio sulla medio formato del produttore svedese. Chi è un assiduo lettore di Fotografi Digitali ricorderà certamente la notizia di qualche giorno fa, relativa all'asta in cui è protagonista un obiettivo Carl Zeiss utilizzata sulla superficie lunare in accoppiata alla Hasselblad Electric Data Camera dal comandante David R. Scott durante la missione NASA Apollo 15.
Una delle prime pubblicità negli USA
La storia più recente di Hasselblad è fatta di dorsi e corpi medio formato digitali molto apprezzati, ma che hanno attraversato negli scorsi anni periodi di sofferenza, assieme a tutto il segmento del medio formato. Un ritmo di innovazione più lento di quello dei segmenti con sensori più piccoli aveva portato infatti a una forte erosione del mercato da parte delle soluzioni reflex, in particolare dopo il successo delle soluzioni full frame 35mm. Mentre queste ultime si spingevano in alto con la risoluzione (arrivando a ridosso di quella dei dorsi medio formato) e puntavano sulla tecnologia CMOS per salire con la sensibilità, ma anche con la velocità di lettura e abilitando così anche la registrazione di video, per anni il segmento del medio formato è rimasto ancorato al CCD, imbattibile sotto alcuni punti di vista, ma meno flessibile nel venire incontro alle modificate esigenze dei fotografi professionisti. In questo periodo di difficoltà Hasselblad ha cercato altre strade per sostenere il suo business, provando con la strada della partnership con Sony per la commercializzazione di compatte, mirrorless e reflex di lusso, infarcendo di materiali pregiati le fotocamere del produttore giapponese. Il progetto ha visto alcuni modelli fa segnare bilanci positivi, grazie soprattutto alle vendite in Oriente, ma nel complesso non è stato un gran successo, anche dal punto di vista dell'immagine, e ha portato il nuovo CEO della compagnia, Perry Oosting, alla decisione di abbandonare quella strada per riconcentrare le energie sul core business. Da questa decisione è nato un modulo per la fotografia aerea che rappresenta un vero e proprio ritorno alle origini, che ha attirato l'attenzione di molti, compresa quella del colosso cinese dei droni DJI, che recentemente ha acquisito una quota del marchio svedese, guadagnando un posto all'interno del consiglio di amministrazione.
Hasselblad H6D-100c utilizza un sensore CMOS da 53,4x40,0mm da 100 megapixel
Tutto il settore del medio formato si sta rinnovando parecchio negli ultimi tempi, anche puntando sulle tecnologie CMOS: anche Hasselblad l'ha fatto, adottando il suo primo CMOS da 50 megapixel nel 2014 sulla sua Hasselblad H5D-50C. Oggi siamo di fronte alla presentazione dell'erede di questo corpo medio formato con delle innovazioni davvero interessanti. Innanzitutto parliamo di due modelli Hasselblad H6D-50c, che punta ancora su un sensore CMOS da 50 megapixel e Hasselblad H6D-100c, che come è evidente dal nome, adotta invece un sensore da ben 100 megapixel. Entrambi dovrebbero essere di provenienza Sony. Nel primo caso siamo di fronte a un modulo di dimensioni pari a 43,8x32,9mm con dimensione dei pixel di 5,3µm in grado di sfornare immagini da 8272x6200 pixel a 16 bit. Hasselblad dichiara una gamma dinamica di 14 stop, mentre le sensibilità può muoversi tra 100 e 6400 ISO.
Hasselblad H6D-100c utilizza invece un sensore CMOS da 53,4x40,0mm con dimensione dei pixel di 4,6µm: sforna immagini a 16 bit di risoluzione pari a 11.600x8.700 pixel, spingendosi fino alla sensibilità massima di 12.800 ISO. In questo caso la gamma dinamica dichiarata è pari a 15 stop. Entrambe le fotocamere sono in grado di registrare filmati Full HD 1920x1080p a 30fps in formato H.264 e in formato Hasselblad RAW, mentre solo la versione da 100 megapixel si spinge anche al formato 4K 3840x2160p, registrabile solo in formato RAW. I due corpi offrono diversi metodi per memorizzare immagini e filmati: si va dal classico metodo in tethering su USB, in questo caso con connettore USB Type-C e controlle a 5Gbit/s, ma sono presenti anche uno slot SD e uno CFast per la massima flessibilità e compatibilità. Non manca poi un'uscita Mini-HDMI, oltre alle connessioni audio in/out. Sempre parlando di connessioni, va citata anche la presenza di quella wireless Wi-Fi 802.11 a, b, g, n. Tra le altre caratteristiche citiamo la presenza del supporto touchscreen per il display da 3" e 920k punti, utilizzabile per la messa a fuoco, la possibilità di scattare con tempi di otturazione compresi tra 1/2000 di secondo e 60 minuti.
Sforna immagini a 16 bit di risoluzione pari a 11.600x8.700 pixel
Per quanto riguarda i prezzi siamo di fronte a prodotti professionali che costano quanto un'automobile: La Hasselblad H6D-50c ha un prezzo di EUR 22900 (IVA esclusa). La H6D-100c di EUR 28900 (IVA esclusa). Per quanto invece concerne la distribuzione, recentemente Hasselblad ha nuovamente stretto la storica collaborazione con il distributore torinese Fowa, che si occuperà della commercializzazione in Italia.