La Canon Powershot G5 X è una fotocamera indubbiamente di alto livello. La qualità garantita da sensore e ottica rappresenta oggi, se non il meglio assoluto che si possa ottenere da una compatta, perlomeno qualcosa di molto vicino.
L'ergonomia è ottima considerate le dimensioni ridotte, e l'abbondanza di controlli regala un'esperienza d'uso molto soddisfacente.
Inoltre, per chi non può rinunciare al mirino, questa è una delle poche fotocamere a ottica non intercambiabile a esserne dotata, il che rappresenta di per sé un possibile e importante elemento di preferenza.
Quando ci si trova di fronte a tanto potenziale, però, nonché a un prodotto dal costo così importante, le aspettative sono molto elevate, e ogni imperfezione pesa come un macigno.
La Powershot G5X soffre di un difetto a nostro avviso molto grave: la scarsa reattività complessiva. In particolare, quando è selezionato il formato RAW, la cadenza di scatto e la pausa forzata tra due scatti successivi in modalità scatto singolo sono tali da rendere questo formato quasi impraticabile.
Rimane il JPEG, certo, ed è un buon JPEG. Rimangono le divertenti modalità creative, ma le reflex di casa Canon hanno mostrato abbondantemente che, con un sensore CMOS da circa 20 Mpixel e un processore DIGIC 6, le prestazioni possono essere ben superiori. Nonostante l'elevato livello complessivo, dunque, prevale in noi la sensazione di occasione sprecata.