Recentemente, Canon ha ampliato molto la sua gamma di compatte "per esperti" della linea PowerShot G. Dal prodotto singolo che ormai da circa 15 anni, con rinnovi periodici, accompagna i fotografi desiderosi di qualità in poco spazio, si è passati a una vera e propria famiglia che include oggi ben 5 modelli.
La G1 X Mark II, con il suo sensore da 1,5", si posiziona al vertice della piramide. Un gradino sotto troviamo, a pari merito, le PowerShot G3 X, la già testata G7 X (recentemente aggiornata a Mark II), la G9 X e la protagonista di questa prova, la PowerShot G5 X. Tutte condividono la stessa, solida base tecnica costituita dal sensore da 1" da circa 20 Mpixel di risoluzione, e si differenziano principalmente per struttura del corpo macchina, a volte in misura solo marginale.
La G3 X offre un grande zoom, equivalente a 24-600mm f/2.8-5.6, in un corpo macchina certamente compatto ma non tascabile. Le G7 X e G9 X sono invece più orientate alla reale tascabilità. La G5 X, da canto suo, suo, è sì molto compatta (misura circa 123x105x77mm) ma non rinuncia al mirino elettronico, che invece le sorelle minori non hanno, e offre una enorme quantità di controlli fisici che minimizzano - per meglio dire, annullano - la necessità di ricorrere al menù, se non in fase di impostazione iniziale.
In sintesi, chi ha apprezzato la G7 X, ma ha pensato: "Peccato, avrei voluto un mirino elettronico", troverà nella G5 X il modello perfetto.
Con un prezzo medio su strada nell'intorno dei 750 Euro, non è certo un prodotto economico, nemmeno
rispetto alla G7 X con cui condivide molto (e che si trova su strada nell'intorno dei 500 Euro).
Le sue rivali più accreditate restano le Sony RX100. La più recente versione Mark IV, però, è ancora più costosa (circa 1050 Euro su strada), mentre è possibile un piccolo risparmio (650 Euro) con la versione Mark III.