Fin dal primo contatto ci si rende subito conto di non essere di fronte all’evoluzione della serie D7xxx. Il corpo macchina è sì dalle dimensioni compatte tipiche delle DSRL mezzo formato ma le similitudini con le sorelline minori si fermano qui.
Come prima cosa notiamo l’assenza della tipica ghiera dei modi dedicata ai fotoamatori di tutti i livelli. In alto sulla sinistra niente simboli col fiorellino o modalità festa di compleanno ma un’impostazione dei comandi del tutto analoga a quella della gamma professionale Nikon. Prendendola in mano ci si rende subito conto della sensazione di solidità: il corpo è infatti rinforzato da parti in magnesio ed in carbonio e vanta la stessa tropicalizzazione di D810. Avvicinando l’occhio al mirino non si possono non notare inoltre altre caratteristiche tipiche del segmento professionale: oculare rotondo, mirino a pentaprisma con copertura del 100% e la tendina di chiusura del mirino per evitare le infiltrazioni di luce. Ad un’occhiata più ravvicinata si nota la totale assenza del classico flash integrato pop up, cosa decisamente insolita per una reflex di questo segmento. Pensiamo tuttavia che la cosa non costituirà un problema: il target cui si rivolge D500 infatti difficilmente sentirà la mancanza del piccolo flash integrato.
Nikon D500 a confronto con le sorelle full frame D610 e D800
La disposizione dei comandi è del tutto analoga a quella tipica delle reflex di fascia alta della casa giallonera. Presente anche il joystick che caratterizza solitamente le top gamma. Qualche novità minore come lo spostamento del pulsante ISO ora posizionato vicino al pulsante di scatto, per permettere un più comodo accesso alla modifica ISO al volo. L’ultima novità esterna di rilievo è infine il display: un RGBW da 2.350.000 punti e 3,2” di diagonale inclinabile e touchscreen.