Abbiamo visto come sin da una prima occhiata ci si renda conto di come Nikon D500 voglia apparire una macchina APS-C pensata come una professionale. Diciamo subito che mettendola alla prova sul campo questa prima impressione viene confermata. L’ergonomia è sostanzialmente identica a quella delle sorelle maggiori. L’inversione dei pulsanti Mode ed ISO può risultare inizialmente disorientante per chi proviene dalle classiche reflex formato FX professionali di casa Nikon; ci si abitua abbastanza presto al cambio di posizione ma se si intende usare D500 in abbinamento alla propria full frame giallonera può essere fastidioso doversi ricordare questa modifica. Sottolineiamo questo punto perché per il resto ci si può dimenticare di essere alle prese con una reflex APS-C: i comandi sono sostanzialmente tutti ai loro posti e la curva di apprendimento per imparare a sfruttare la macchina è sostanzialmente nulla.
Se l’intera disposizione dei comandi è pensata per essere coerente con le fotocamere professionali di casa Nikon, il touchscreen può sembrare una nota stonata. Bisogna dire però che alcune funzionalità – specialmente durante le riprese video - possono essere effettivamente utili e durante la revisione delle foto e dei video salvati sulla macchina il touchscreen può essere utilizzato con le solite gesture tipiche di smartphone e tablet: swipe, pinch to zoom e doppio tap fanno tutti quello che ci si aspetta. Nulla di speciale ma tutto molto intuitivo.
Ovviamente il punto di forza della macchina è a velocità. Messa alla frusta la piccola Nikon non ha deluso: il buffer non ha rappresentato sostanzialmente mai un problema ed il modulo AF importato dalla D5 fa quello che ci si aspetta. Sotto questo aspetto c’è poco da dire: si tratta di una D5 con 2 frame al secondo in meno durante le raffiche. Ovviamente per essere sfruttata appieno è necessario evitare qualsiasi collo di bottiglia. Schede di memoria veloci ed ottiche all’altezza sono d’obbligo. Noi abbiamo testato D500 in abbinamento con l’ottica con la quale viene proposta in kit, il 16-80mm F2.8-4: un obiettivo dall’AF sicuramente veloce ma che ovviamente non può competere con ottiche di più alta gamma dall’AF sostanzialmente immediato. L’impressione che abbiamo avuto è infatti che con un’ottica di rango ancora più elevato D500 avrebbe offerto ancora più soddisfazioni sul piano della velocità dell’autofocus.
Caratteristica interessante implementata su una Nikon per la prima volta è l’impostazione di riduzione del flicker. Quando si scattano raffiche sotto una luce artificiale può capitare di ritrovarsi con alcune immagini dalla diversa temperatura colore o dalla diversa esposizione; questo è dovuto alla natura stessa delle lampade ai vapori di mercurio o ai neon ad esempio. Ora è possibile dire alla macchina di non scattare le immagini che differiscono per colore o esposizione dalle altre registrate durante la raffica: in questo modo l’intera raffica sarà sempre omogenea. Ovviamente si tratta di un opzione attivabile o disattivabile a piacimento a seconda delle situazioni.
Un altro piccolo accorgimento che arriva per la prima volta su una Nikon DX è costituito dai tasti retroilluminati: tramite l’interruttore di alimentazione è infatti possibile retroilluminare tutti i tasti superiori e quelli posizionati sul retro relativi ai menù (oltre ovviamente al display superiore): una comodità in caso di poca luce. Per quanto riguarda le possibilità di gestione e trasferimento delle immagini via l’app Nikon Snapbridge non possiamo dire nulla in quanto non abbiamo avuto la possibilità di effettuare dei test. La versione per iOS non è ancora disponibile mentre quella per Android, rilasciata qualche giorno fa, è compatibile per Android 5.0 e successivi ma al momento del test non avevamo con noi dispositivi con questo sistema operativo.