I gruppi di lenti che costituiscono l'ottica di Sony RX10 III
La prima cosa che si nota della nuova Sony RX10 Mark III è il peso: rispetto al modello precedente è aumentato in modo netto e l'ottica è la principale responsabile. Si è passati dagli 813 grammi in ordine di marcia (con scheda e batteria) del modello precedente agli attuali 1095 grammi, sfondando quindi il tetto del chilogrammo. È facile capire da dove vengano i più di due etti guadagnati dal nuovo modello: la sola lente frontale passa da 62mm a 72mm di diametro e gli elementi che costituiscono lo schema ottico passano dai 14 in 11 gruppi del modello precedente agli attuali 18 in 13 gruppi (tra cui 5 vetri ED, 1 super ED e 2 asferici ED), testimoniando come sia la quantità di vetro contenuta nell'ottica la responsabile dell'aumento. Oltre al peso crescono anche le dimensioni: la nuova RX10 Mark III è più lunga, alta e larga di qualche millimetro. Osservando bene la scheda tecnica si nota come, fatta eccezione per l'ottica, RX10 II e RX10 III siano sotto la pelle sorelle gemelle: anche il nuovo modello è equipaggiato con sensore CMOS retroilluminato Exmor RS in formato da 1" con 20,2 megapixel di risoluzione, può arrivare a 12.800 ISO di sensibilità massima, offre supporto ai video 4K (3840x2160 pixel), ha un mirino elettronico XGA OLED Tru-Finder da 2,35 milioni di punti, ha una raffica massima di 14 fotogrammi al secondo e permette di registrare filmati ad alta velocità a 960fps.
A livello ergonomico le dimensioni maggiori hanno permesso a Sony di organizzare in modo differente la calotta superiore, con una disposizione dei tasti vicino al display LCD secondario più razionale. Il profilo posteriore è invece immutato, con lo stesso display orientabile e uguale disposizione dei tasti. Le maggiori dimensioni dell'ottica hanno permesso a Sony di integrare una terza ghiera sul barilotto, che va ad aggiungersi a quella per la regolazione dei diaframmi e quella principale: in questo modo è possibile avere a portata di mano sia la messa a fuoco manuale sia la regolazione dello zoom direttamente con la mano sinistra. Unendo la nuova ghiera alla più razionale disposizione dei tasti nella calotta superiore si può dire che sul fronte dell'ergonomia Sony RX 10 III è un passo avanti rispetto alla versione II.
La stessa scena ripresa da RX10 II (a sinistra) e RX10 III (a destra). Nell'ordine dall'alto scatto alla focale minima, a quella massima e particolare al 100% di una porzione centrale di quest'ultimo
Passando dai numeri alla resa effettiva, qualcuno potrebbe domandarsi se c'è davvero così tanta differenza tra 200mm di focale massima e 600mm: ossia quella che intercorre tra RX10 II e RX10 III. Nella foto qui sopra potete vedere il confronto diretto tra le due macchine con una foto alla focale minima (la stessa per entrambe 24mm equivalenti) e quella massima. Per quanto riguarda la qualità, Sony alla presentazione della macchina ha dichiarato di aver lavorato molto per contenere al meglio le aberrazioni, difetto che ci si aspetterebbe di vedere su un'ottica così spinta sul fronte di dimensioni compatte ed escursione focale. Effettivamente sotto questo punto di vista i risultati vanno ben oltre le attese e la qualità d'immagine è elevata su tutto l'arco di focali coperte dalla fotocamera.
Resa al centro a 24mm - RX10 II a sinistra e RX III a destra
Alla focale minima le due fotocamere offrono un comportamento molto simile a tutta apertura: contando che nel caso di RX10 III stiamo parlando di un'ottica con zoom 25x e apertura più ampia della sorella (f/2.4 contro f/2.8) si tratta di un risultato interessante per questa terza incarnazione della bridge superzoom RX10.
Resa ai bordi alla focale massima - RX10 II a 200mm a sinistra e RX III a 600mm a destra
Discorso simile alla focale massima, dove la caduta di nitidezza ai bordi a tutta apertura è abbastanza simile per entrambe le fotocamere, con il vecchio modello leggermente in vantaggio. Anche in questo caso considerando che RX10 III si spinge tre volte più in là in termini di focale massima, cedendo un solo diaframma rispetto alla sorella minore (f/4 contro f/2.8) si tratta di un risultato di rilievo.
È interessante andare a vedere il comportamento delle due fotocamere a parità di focale: qui sopra partiamo dalla messa a fuoco ravvicinata a 200mm di focale equivalente. Per RX10 II è la focale estrema, mentre per RX10 III si tratta di una focale media: nel primo caso la distanza di messa a fuoco minima è leggermente maggiore e le aberrazioni evidenti, nel secondo caso ci si può avvicinare qualche millimetro in più e le aberrazioni sono praticamente assenti. Per la fotografia macro la nuova RX10 III pare avere una marcia in più rispetto alla sorella minore. Da notare che a 200mm RX10 III ha già chiuso un diaframma a tutta apertura rispetto alla sorella, scattando a f/4.
La resa dello sfocato: una battaglia che vede risultati alterni. RX10 II a sinistra e RX10 III a destra
A livello di sfocato le due fotocamere mostrano un profilo abbastanza simile, con la nuova RX10 III che parte con uno stacco leggermente maggiore alla focale minima grazie alla frazione di diaframma di maggiore apertura, salvo poi avere un bokeh più duro alla focale di 200mm, dove l'ottica chiude a f/4: la sorella minore resta invece costante sul valore di f/2.8. A 600mm combinando focale lunga e apertura f/4 RX10 III offre uno sfocato molto marcato.
La resa a 12.800 ISO: anche a causa di un'esposizione più conservativa RX10 III ha permesso di ottenere un risultato migliore. RX10 II a sinistra e RX10 III a destra
Quando scende la notte e serve salire con la sensibilità entrambe le fotocamere si comportano in modo simile. Alla focale minima la porzione di diaframma di maggiore apertura avvantaggia RX10 III sui tempi di scatto: il diaframma chiude ben presto a f/4 allungando la focale e le parti quindi si invertono. Su entrambe le macchine lo stabilizzatore ha dimostrato di funzionare (come sempre in casa Sony) in maniera molto efficace, permettendo tempi di scatto maggiori di quelli di sicurezza: a 200mm di focale siamo arrivati a scattare a 1/50s con una buona percentuale di foto nitide, in un caso RX10 III ci ha permesso di portare a casa uno scatto buono, sempre a quella focale, anche scattando a 1/15s. Sul fronte del comportamento agli alti ISO, come dicevamo, il comportamento è molto simile, con file molto puliti fino a 1600 ISO, ancora perfettamente utilizzabili fino a 6400 ISO e che mostrano il fianco solo a 12.800, mantenendo comunque buoni margini di recupero dal RAW. Nella serie scattata RX10 III è stata più conservativa nell'esposizione, prestando meno il fianco alla sensibilità massima all'apparizione di bande di falsi colori, difetto abbastanza evidente invece nella foto ripresa dalla sorella Mark II.
In sintesi la nuova Sony RX10 III è un prodotto molto interessante nel panorama delle bridge superzoom: rispetto alla sorella guadagna una frazione di diaframma alla focale minima (che perde però ben presto con l'allungamento dello zoom) e riesce a spingersi molto più in là con la gittata arrivando a 600mm con apertura f/4, per altro con una qualità comparabile a quella della sorella 400mm più indietro. Il resto delle caratteristiche è molto simile a quello della sorella, di cui al cuore è praticamente la gemella. Grazie alle dimensioni leggermente maggiori Sony ha potuto disporre in modo più razionale i pulsanti sulla calotta superiore e migliorato l'ergonomia aggiungendo una terza ghiera sul barilotto dell'ottica. Sembrerebbe essere una vittoria completa sulla sorella minore, ma sono proprio le dimensioni e il peso a lasciare qualche asso nella manica a Sony RX10 II (assieme all'apertura costante F2.8 su tutta l'escursione focale: a fine giornata i più di due etti di differenza si fanno sentire parecchio sui muscoli del collo. Anche per queste ragioni Sony non ha previsto il pensionamento di RX10 II, che rimarrà in gamma con un riposizionamento di prezzo verso il basso che potrà fare piacere a molti, visto che la nuova Mark III si presenta con lo stesso prezzo di lancio della sorella minore, pari a € 1.600,00 IVA inclusa.