La D5 è, come noto, una fotocamera per professionisti, votata soprattutto allo sport e all'azione. In questi ambiti non si possono che elogiare le performance complessive delle macchina in termini di reattività, cadenza di scatto e capacità del sistema AF. Quest'ultimo è stato migliorato dalla presenza dei punti AF ausiliari e dalle nuove possibilità di personalizzazione della risposta in modalità AF-C, che hanno reso ancora più efficace l'inseguimento 3D tracking.
L'estrema reattività è appetibile anche per reporter e fotografi di cerimonia, che non possono permettersi di perdere lo scatto - con la D5, è davvero improbabile che questo accada. Entrambi beneficerebbero anche della robustezza e della elevatissima durata della batteria.
La condotta di ogni singolo sottosistema (esposimetro, bilanciamento del bianco) è impeccabile, e il comportamento ad alti ISO è un punto di riferimento: la risposta della fotocamera è quasi del tutto costante tra 100 e 6400 ISO. Questo significa, per il fotografo, avere tra le mani uno strumento su cui contare anche per lo scatto JPEG da inviare immediatamente alla redazione di turno.
A livello ergonomico e funzionale, non ci ha convinto appieno. Nulla di grave, ma le ultime modifiche introdotte (alcune già con la D4/D4s), che possiamo sinteticamente e senza alcun intento polemico definire "stile EOS", hanno un po' allontanato questo modello da altri recenti modelli Pro come la D810. Inoltre, la non completa duplicazione dei comandi per l'impugnatura verticale, e il posizionamento non equivalente del selettore secondario per i due orientamenti lascia margini di miglioramento. Probabilmente, ci troviamo ora in una fase di transizione, e la ragione di alcune scelte troverà giustificazione con il rilascio di nuovi modelli di categoria inferiore (cosa che, in parte, si è già avverata con la D500).
Per il professionista vale l'upgrade, nonostante il prezzo niente affatto contenuto. La sua versatilità e la relativa facilità d'uso consentono comunque a chiunque abbia fondi a sufficienza di sperimentare l'ebbrezza di fotografare con l'equivalente fotografico di una monoposto di formula 1 - magari anche solo a noleggio, per un week-end.