Una delle caratteristiche più apprezzate della nuova K-1 sarà senza dubbio lo stabilizzatore di immagine a 5 assi (rollio, beccheggio, imbardata e traslazione X-Y per la composizione tramite mirino, solo rollio beccheggio e imbardata per le riprese Live View) battezzato Shake Reduction II. Accreditato di 5 stop di efficacia secondo gli standard CIPA, e con piena ragione, è indubbiamente uno dei più efficaci sul mercato.
1/125s, SR OFF. Il miglior risultato ottenuto in assenza di stabilizzatore con 28-105mm @ 105mm. Al di sotto del 1/125s ci è stato impossibile ottenere immagini ragionevolmente nitide.
1/125s, SR ON. Sebbene l'immagine non stabilizzata si possa considerare soddisfacente, nelle nostre condizioni di prova e con un tempo di posa di 1/125s, gli effetti dello stabilizzatore iniziano a farsi sentire; l'immagine è leggermente più nitida.
Rileva automaticamente i tentativi di panning, disabilitando la stabilizzazione lungo l'asse interessato ma mantenendola sugli altri assi, ed essendo in-camera funziona ovviamente con qualunque tipo di ottica, comprese quelle non Pentax, se si ha la premura di inserire in macchina il dato di lunghezza focale corretto.
1/8s, SR OFF. Ovviamente scattare a mano libera con un tempo di posa di 1/8s è impossibile.
1/8s, SR ON. Quatto stop oltre quello che abbiamo rilevato essere il nostro tempo minimo di sicurezza (vedi immagini sopra), lo stabilizzatore garantisce ancora un'immagine ragionevolmente nitida.
Ma questo è solo l'inizio - la piattaforma mobile su cui è montato il sensore offre diverse altre funzioni, tutte interessanti. Una di queste è il filtro Anti-Aliasing virtuale, presente sulle Pentax a partire dalla K-3, che risolve l'annoso problema: "Meglio rinunciare permanentemente a un po' di nitidezza e scongiurare il rischio moiré, oppure fare a meno del filtro AA e sperare di non incorrere nel problema?". L'idea di base è semplice: se lo stabilizzatore può essere usato per eliminare il micromosso che causa perdita di nitidezza, perché non usarlo anche per introdurre del micromosso ad hoc e diminuire la nitidezza quanto basta per evitare l'effetto moiré? Si ottiene così un equivalente del filtro ottico passa-basso che ha però, su quest'ultimo, il vantaggio di poter essere acceso e spento a richiesta.
Anti-Alias Off. Al 100% di ingrandimento, si notano in questo caso tracce di effetto moiré soprattutto in corrispondenza della patch da 26 LW/PH (click per ingrandire).
Anti-Alias Mode 1. Il Modo 1 corrisponde alla sola traslazione orizzontale del sensore (click per ingrandire).
Anti-Alias Mode 2. Il Modo 2 corrisponde a un'oscillazione circolare. Più efficace nel ridurre l'effetto moiré, perché più efficace nel ridurre la nitidezza - l'immagine è visibilmente meno incisa (click per ingrandire).
Questo approccio ha anche dei lati negativi: trattandosi di un'oscillazione meccanica, e non di un filtro posto davanti al sensore, il suo effetto diventa progressivamente meno efficace con tempi di scatto brevi (mantiene piena efficacia fino a 1/1000s); inoltre, per motivi analoghi, non è compatibile con l'utilizzo dei flash, dato che la durata del lampo è spesso inferiore al tempo-limite di efficacia. Ciò non di meno, per il fotografo che solitamente non incorre in problemi di moiré, la semplice possibilità di attivare il filtro solo quando è strettamente necessario vale, come si suol dire, il "prezzo del biglietto".
Le correzioni di inquadratura possibili grazie allo spostamento del sensore. Dall'alto: immagine originale, shift a sinistra, rotazione.
Il sensore mobile serve anche, per chi lo desidera, a raddrizzare gli orizzonti inclinati e per la regolazione fine dell'inquadratura quando la fotocamera è su cavalletto, utilizzata in modalità Live View. Se attivata nel menu, questa funzione mostra, a ogni passaggio dal mirino al Live View, i comandi necessari per spostare (alto/basso, sinistra/destra) e ruotare l'inquadratura. Di fatto, elimina o riduce, per il paesaggista, l'esigenza di utilizzare teste a cremagliera.