SCHERMO | |
Sensore | CMOS APS-C (22,3x14,9mm) |
Risoluzione | 24,2 Mpixel - 6000x4000 |
Formato file | CR2 (RAW) 14 bit, JPEG |
Sensibilità (estensione) | 100-16.000 ISO (25.600 ISO) |
Mirino | Pentaprisma con copertura 100% del campo inquadrato Ingrandimento 0,95x (0,60x eq. 35mm), eye-point 22mm. |
Display | TFT 3" (7,6 cm) 1.040.000 punti, touchscreen |
Tempi di posa | Da 30s a 1/8000 + Posa B |
Syncro flash | 1/250s |
Scatto continuo | 7 fps max / 110 JPEG o 25 RAW |
Esposimetro | RGB+IR 7560 pixel, 63 zone |
Compensazione | -5 / +5 EV in passi da 1/3 o 1/2 EV |
Bracketing | 2, 3, 5 o 7 fotogrammi (passi da 1/3 EVo 1/2 EV): +/-3 EV |
Autofocus | TTL-CT-SIR CMOS + Dual Pixel CMOS |
N° punti AF | 45 punti (45 a croce f/5,6, 27 punti f/8, di cui 9 a croce) |
Sensibilità AF | Da -3 a +18 EV (100 ISO) con punto centrale |
Video | MOV / MP4 H.264 |
Obiettivi compatibili | Baionetta Canon EF / EF-S |
I/O | |
Memory card | SD/SDHC/SDXC (UHS-I) |
Interfacce | USB 2.0, HDMI mini, Mic-in, Cuffie, Wi-Fi |
CORPO MACCHINA | |
Flash | NG 12 |
Batteria | LP-E6N, 960 scatti |
Dimensioni (LxAxP) | 139x105,2x78,5 mm |
Peso | 730g con batteria e SD |
Il cuore tecnico della fotocamera è il sensore Dual Pixel CMOS, nel quale ogni pixel è costituito da 2 fotodiodi separati; questi possono essere letti separatamente per ottenere informazioni sulla distanza di messa a fuoco, oppure a coppie, per costituire il singolo pixel dell'immagine finale. Si ottiene così una messa a fuoco a rilevazione di fase "nativa" anche in modalità Live View (ripresa video), peraltro molto reattiva dato che non è richiesta un’elaborazione supplementare per i pixel dedicati all’AF.
La gamma ISO è sostanzialmente invariata rispetto al modello precedente - considerare 16.000 ISO anziché 12.800 ISO la sensibilità massima nativa è pura semantica. Anche la cadenza di scatto è invariata, ma la maggior potenza di calcolo del DIGIC 6 ha prolungato leggermente la raffica: da 16 a 25 RAW, oppure da 65 a 110 JPEG, secondo Canon. Dalle nostre prove abbiamo rilevato 6,7-6,8 fps effettivi per almeno 21 scatti consecutivi (RAW+JPEG), che diventano 27 nel caso di solo formato RAW e 54 nel caso di solo formato JPEG. Non esattamente quanto dichiarato, ma un ottimo passo avanti rispetto alla 70D, che si fermava a 8 RAW+JPEG o 14 RAW.
Al pari della 70D, la 80D è molto rapida nell'accendersi e molto reattiva allo scatto: la messa a fuoco (con prefocus) richiede solo 8 centesimi di secondo, a fronte di un puro shutter lag stimabile in 6 centesimi. Passando dal punto singolo alla selezione automatica del punto AF il ritardo aumenta leggermente (0,11s). La buona notizia è che questo coincide anche con il tempo necessario per la messa a fuoco Live View; confermato dunque che, grazie al Dual Pixel CMOS, la composizione tramite schermo posteriore non è più penalizzante per le reflex Canon.
Per quanto riguarda il sistema AF, la tabella riporta tutti i dati salienti. Sottolineiamo solo come la 70D non fosse in grado di utilizzare l'autofocus con obiettivi f/8, il che le impediva di sfruttare alcune combinazioni ottica/moltiplicatore come ad esempio 300mmf/4+Externder 2x.
Da apprezzare le performance dell'otturatore, che arriva a 1/8000s e 1/250s di tempo syncro flash, e il mirino, che a differenza della 70D copre il 100% del campo inquadrato (la 70D si fermava al 98%, con pari ingrandimento).
Apprezzabili infine i miglioramenti in ambito video, settore in cui la 80D è avvantaggiata rispetto ai concorrenti grazie all'ottima messa a fuoco Live View. In questo comparto, sono arrivati i 60 fps e i connettori per microfono e cuffie, indispensabili per un utilizzo "serio" della reflex come videocamera. I più esigenti lamenteranno comunque l'assenza del video 4K, che alcuni concorrenti offrono ormai da tempo in questa fascia di prezzo.