Fujifilm X-Pro2, l'erede di un modello che è già parte della storia

Fujifilm X-Pro2, l'erede di un modello che è già parte della storia

di Alberto De Bernardi , pubblicato il

“Migliorata in tutto, ma senza tradire lo spirito originale della capostipite, assicura una qualità d'immagine ai vertici della categoria. Il suo approccio old-style si può amare oppure odiare. ”

Ergonomia ed efficacia

Quando fu presentata la X-Pro1, tutti notarono l'evidente similitudine con le fotocamere a telemetro, e con le Leica M in particolare. Questo, inutile dirlo, diede immediatamente alla macchina una forte e precisa identità, che contribuì al suo successo.

L'operatività d'altri tempi, oggi riscoperta, prevede una ghiera dei diaframmi sul corpo dell'obiettivo e
una ghiera dei tempi sul corpo macchina. Entrambe offrono, oltre alla gamma di valori consentiti, una posizione automatica "A"; selezionando con entrambe le ghiere la posizione "A" si ottiene l'automatismo completo, equivalente al programma P, mentre lasciando solo una o entrambe le ghiere su un valore preciso si lavora, rispettivamente, in priorità tempi/diaframmi o in manuale. Tutto qui.

Nessun programma automatico, ma un modo d'uso semplice e diretto, e per questo molto concreto ed efficace - non servono display informativi o Quick menu: tempi, diaframmi e compensazione esposimetrica sono sempre "a vista". 
Personalmente, abbiamo amato fina da subito questo stile, ma non per questo ne abbiamo mai sottovalutato i limiti. L'impugnatura, l'ergonomia complessiva e l'efficacia operativa non erano pari a quelle di una reflex moderna, in alcuni casi anche in conseguenza di precise scelte del costruttore che, come per le telemetro a cui si è ispirato, ha cercato un approccio che favorisse uno scatto meditato e riflessivo.

La X-Pro2 offre ancora tutto questo, ma fa un buon passo avanti in direzione di un'usabilità più moderna, il che per inciso coincide con le richieste del pubblico più professionale.L'impugnatura, innanzitutto, è migliorata molto. Più salda e confortevole, consente un utilizzo efficace anche di ottiche "importanti" come il 56mmF1.2; zoom tele ingombranti come il 50-140mmF2.8, però, risultano comunque sbilanciati su questo corpo macchina; meglio rivolgersi, in questi casi, ai corpi X-T.

Non manca il Wi-Fi che, tramite App Fujifilm Camera Remote e il software PC AutoSave consente di gestire le utili funzioni di scatto remoto e backup diretto delle foto su PC quando si lavora in studio (oltre, naturalmente, a favorire visualizzazione su Smartphone/Tablet e condivisione).

Il sistema AF, nel suo complesso, è migliorato enormemente. Dal solo AF a rilevazione di contrasto della X-Pro1, per giunta (soprattutto con le prime versioni del firmware) decisamente pigro, si è ora passati a un sistema AF ibrido con una reattività invidiabile. Un notevole contributo alla sua usabilità arriva dal joystick sul dorso per la selezione diretta del punto AF. In passato, era necessario premere il pulsante AF con la mano sinistra (essendo il pulsante a sinistra del display) e quindi uno dei pulsanti del PAD, quasi a suggerire che il punto AF andasse selezionato una volta per tutte prima dello scatto, e non modificato continuamente. Oggi, anche da questo punto di vista, l'operatività è più simile a quella di una reflex di fascia alta. Questo non deve però ingannare.


La pallavolo professionistica è oltre le possibilità di questo corpo macchina.

Nonostante i progressi fatti dal sistema AF, la sua reattività quando sono coinvolti i punti a rilevazione di fase e l'elevata cadenza di scatto, la X-Pro2 non si può assolutamente considerare una fotocamera ad alte prestazioni per fotografia sportiva. Innanzitutto, quando si esce con il punto AF dal quadrato centrale 13x13 (che occupa circa il 40% del fotogramma) si ritorna all'AF a rilevazione di contrasto e al suo caratteristico focus hunting, anche quando si è già fatta una messa a fuoco preventiva sul soggetto (prefocus); questo, per inciso, è un comportamento piuttosto fastidioso anche nella ritrattistica.

In seconda battuta, il corpo macchina rimane ostaggio delle prestazioni AF delle ottiche, che all'interno del Sistema X sono mediamente basse. Abbiamo utilizzato con soddisfazione il veloce 50-140mmF2.8 ma, anche con questo obiettivo, la percetuale di foto non scattate (priorità al fuoco) o non perfettamente nitide (priorità allo scatto) supera abbondantemente quella ottenibile con una buona reflex. Oltretutto, non è certo questo l'obiettivo che accompagnerà più frequentemente la X-Pro2. Passando a ottiche come l'XF 35mmF1.4 o il 60mm Macro, veri e propri "must" per questo sistema date le loro qualità, si sperimenta purtroppo una reattività molto inferiore...