La capacità di inseguimento dei soggetti è ragionevolmente buona, ma non pari a quella di una reflex APS-C di analogo prezzo di listino (leggi: 7D Mark II), né di altre mirrorless come diverse recenti Sony A (anche perché, con espansione area AF, è obbligatorio utilizzare "solo" 77 zone). In ambito sportivo, infine, il bilanciamento non ottimale in presenza di ottiche lunghe è penalizzante, perché la fotocamera risulta meno stabile.
In sintesi: l'esperienza d'uso con la X-Pro2 è fantastica, e la fotocamera rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla X-Pro1. Darà certo molte soddisfazioni ai suoi possessori, a patto che questi non cerchino qualcosa che la linea X-Pro non può dare: il migliorato sistema AF aiuta a cogliere l'attimo, ma non trasforma in fotocamera sportiva un modello nato con il reportage nel suo DNA.
La distibuzione dei punti AF nella X-Pro2. In alto, la modalità "273 punti", utilizzabile solo con AF a punto singolo; il quadrato centrale 13x13 corrisponde ai punti a rilevazione di fase. In basso, la modalità "77 punti"; i punti centrali sono, in questo caso, 49.
Non tutto, in ogni caso, è perfetto. Come anticipato nelle note descrittive del corpo macchina, la ghiera ISO concentrica alla ghiera dei tempi è stilisticamente affascinate, ma poco pratica per due motivi: innanzitutto, nel tentativo di modificare gli ISO si rischia di modificare involontariamente anche i tempi di scatto; in seconda battuta, la gamma ISO è troppo estesa per una ghiera meccanica, così (come già visto su altre Fuji) bisogna scegliere a priori di assegnare uno dei due valori ISO in estensione all'unico simbolo "H".
In virtù della peculiare operatività di questa macchina, dobbiamo poi dire di non aver riscontrato vantaggi sostanziali dalla presenza della ghiera anteriore. Per la coppia tempo/diaframma in P basta quella posteriore, e un veloce accesso ai tempi di posa intermedi non è qualcosa che reputiamo essenziale.
Infine, quello che a nostro avviso è, l'unico, vero limite di questo corpo macchina a livello operativo: la ridotta autonomia. Autonomia anch'essa migliorata, che raggiunge ora i 350 scatti nelle condizioni più favorevoli, ma che è più vicina a 250 nel caso più tipico di utilizzo misto EVF/LCD/mirino ottico; in ogni caso, non è minimamente confrontabile con quella delle reflex di fascia media, che sfiora oggi il migliaio di scatti. Con la X-Pro2, insomma, è consigliabile acquistare e tenere sempre disponibile una seconda batteria.
Non mancano le ormai classiche "Simulazioni Film", cioè dei modi colore che affondano le radici nella storia delle pellicole Fuji, simulando la risposta di alcune storiche pellicole come la Provia, la Velvia o la Astia. Nel tempo, questa funzione si è espansa includendo nuovi effetti e l'ultimo di questi, novità della X-Pro2, è un effetto monocromatico detto ACROS, che rispetto al B/N tradizionale restituisce neri più profondi, oltre che dettagli fini e texture più marcate e incise.
Il menu di gestione è cresciuto in complessità. Più livelli si traducono in maggiore ordine, ma anche in una minore immediatezza. Sintomatico il comando formatta, ora un po' nascosto nel secondo livello del menu impostazioni.
Con la X-Pro2, Fujifilm ha comunque ceduto anche agli effetti più "popolari" dei filtri creativi come Toy camera, miniature e simili. Sono 8 in tutto, se si conta some singolo l'effetto colore parziale, e sono raggiungibili dal menu rapido "Drive".
Chiudiamo con una piccola nota sui pulsanti Q (Quick menu) e AF-L, che nella X-Pro1 avevamo trovati troppo sporgenti data la posizione, e per questo propensi a essere premuti inavvertitamente. La X-Pro2 ha risolto anche questo piccolo difetto, utilizzando pulsanti in linea con le curve del corpo macchina. Anche da questi dettagli si intuisce la cura con cui la X-Pro2 è stata concepita.