Come anticipato in apertura, la struttura della 1D X Mark II è rimasta sostanzialmente inalterata rispetto al modello precedente (stesso peso, larghezza e profondità, 4mm extra in altezza per alloggiare il GPS, che è una delle novità di questa seconda versione).
Si tratta del solito, robustissimo corpo macchina con struttura interna in lega di magnesio (compreso il blocco specchio), che offre un livello di impermeabilizzazione e resistenza alla polvere superiore a quello di qualsiasi altro corpo Canon.
La novità apparentemente più importante è data dal display touchscreen, per la prima volta presente su una EOS 1. In realtà, la sua funzione è limitata alla scelta del punto AF in modalità LiveView o durante la ripresa video, mentre non può essere usato per le operazioni più ordinarie come, ad esempio, sfogliare le immagini scattate; per questo, ha un impatto davvero minimo sull'attività fotografica quotidiana.
Per chi aggiorna, la differenza che si apprezzerà maggiormente è probabilmente quella legata all'impugnatura, ora leggermente più sottile. Assicura una presa migliore e più riposante sul lungo periodo, soprattutto per chi ha mani piccole.
1 - Il corpo macchina è rimasto sostanzialmente invariato, ma l'impugnatura leggermente più sottile riduce, soprattutto per chi ha mani piccole, l'affaticamento dovuto all'utilizzo prolungato.
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Uno del punti di forza della EOS-1D X Mark II (come del resto della prima versione) è la perfetta duplicazione dei comandi di scatto per l'impugnatura verticale.
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Questa sporgenza di pochi millimetri sopra il pentaprisma svela la presenza del modulo GPS integrato.
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Canon ha sviluppato una nuova batteria (LP-E19) per prolungare al massimo l'autonomia di scatto. Successo solo parziale: il vantaggio rispetto alla Mark I è minimo (1210 scatti contro 1120), e il divario con la rivale Nikon D5 rimane, sotto questo aspetto, notevolissimo.
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Del tutto inalterata la disposizione dei pulsanti superiori rispetto alla Mark I. Mancando sui corpi EOS 1D la ghiera di selezione dei programmi, la cui scelta è demandata al pulsante Mode, lo spazio a sinistra del pentaprisma viene riempito dai pulsanti Mode, Drive-AF e Compensazione FE-Modalità esposimetrica. Premendo contemporaneamente i primi due si attiva la funzione bracketing.
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Pressoché perfetta, come sempre, la posizione del pulsante di scatto. Facilmente raggiungibile l'importante pulsante M.Fn, che sulle Full Frame professionali governa l'espansione area AF del sistema autofocus a 61 punti. A destra del pentaprisma, i pulsanti (WB, compensazione esposimetrica e ISO) sono a singola funzione.
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Il mirino offre un ingrandimento 0,76x e un eye-point (distanza di accomodamento dell'occhio) di 20mm, ovviamente con copertura del 100% del campo inquadrato. Entrambi dati leggermente superiori a quelli della rivale Nikon D5.
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Il nuovo display da 3,2" e 1.620.000 pixel è touch-screen ma, a differenza di quello della Nikon D5, non può (stranamente) essere usato in fase di revisione - la sua unica funzione è la scelta del punto AF in modalità Live View / video.
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Sull'ampio dorso, i pulsanti sono disposti razionalmente, con una netta suddivisione tra funzioni fotografiche (a destra) e di riproduzione/menu (a sinistra). Al pari delle 5Ds, il Quick menu è ora personalizzabile.
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Due slot di memoria, CompactFlash e CFast. Già con la CF si raggiungono prestazioni sovrabbondanti per la maggioranza delle applicazioni, ma solo con il formato CFast la 1D X Mark II esprime tutto il suo potenziale.