Abbiamo aperto questa recensione chiedendoci cosa renda una fotocamera "professionale", e quindi, tra le righe, cosa possa distinguere questa Leica SL da altre mirrorless ben più economiche. Indubbiamente la struttura del corpo macchina, la sua usabilità e il mirino elettronico non hanno eguali nel panorama mirrorless attuale, e altrettanto indubbiamente la "risposta" della SL è molto più simile alla classica reflex di fascia alta rispetto a qualsiasi altra fotocamera senza specchio.
Molto dipende ovviamente dalle abitudini personali, ma per quanto ci riguarda, influenzati da una lunga storia le reflex, la SL è la mirrorless con cui ci siamo trovati complessivamente più a nostro agio. Questo non significa che lo stesso debba necessariamente valere per tutti gli utenti, né che la somiglianza con una reflex non abbia risvolti negativi (vedi dimensioni), ma siamo convinti che chiunque abbia lavorato a lungo con una reflex "pro" e stia cercando un'alternativa, giungerà a conclusioni analoghe alle nostre.
Non siamo affatto convinti che la SL possa sostituire le ammiraglie per uso sportivo (D4/s, D5, EOS-1D X Mark I o II), per varie ragioni: la minore efficacia del sistema AF in inseguimento, i limiti intrinseci del mirino EVF, il lento svuotamento del buffer, l'assenza di ottiche native con focali superiori a 280mm.
A nostro avviso la Leica SL è una diretta concorrente non delle sportive, ma delle reflex 35mm per utilizzo generico, come Nikon D750/800, Canon 5D Mark III / IV e simili. Rispetto a queste ultime, sconta però, a sostanziale parità di peso e ingombri, un'autonomia di scatto dimezzata e un prezzo di listino che, come da tradizione Leica, non si può certo dire "per tutti".