In attesa di poterle avere a disposizione per una prova completa, abbiamo avuto modo di effettuare alcuni scatti con le nuove Sony A99 Mark II e A6500, due fotocamere al top nei rispettivi settori, presentate tra fine settembre e inizio ottobre. Ecco le nostre impressioni dopo una giornata di "full immersion" nel mondo Alpha.
Sony A6500, APS-C al top
Come anticipato in questa news, la A6500 aggiorna, a meno di un anno di distanza, la precedente A6300, ponendosi al vertice della gamma APS-C.
Il sensore da circa 24Mpixel e il sistema AF ibrido 4D (425 punti a rilevazione di fase + 169 zone a rilevazione di contrasto), che già rappresentavano lo stato dell'arte, possono ora contare su un chip di acquisizione dati aggiuntivo che incrementa le prestazioni della fotocamera in scatto continuo, e su uno stabilizzatore meccanico a 5 assi che, per la prima volta, porta i benefici della stabilizzazione in-camera anche sui modelli APS-C; notevole il fatto che, nonostante il poco spazio a disposizione, i tecnici Sony siano riusciti a integrare questo optional senza aumentare le dimensioni del corpo macchina.
Solo l'impugnatura è più pronunciata, ma questo per soddisfare una precisa richiesta ergonomica a cui Sony aveva già dato risposta sulle recenti full-frame A7.
Sony A6500. Sopra: due esempi di immagini catturate ad alti ISO - 12.800 (SX) e 6400 (DX).
Sotto: 6400 ISO, ingrandimento al 100%. La grana è visibile, ma il risultato è complessivamente molto buono considerate le condizioni di luce presenti sulla scena.
Partiamo dunque proprio dalle prestazioni in scatto continuo, che secondo Sony arrivano oggi a garantire una raffica da 269 scatti JPEG al ritmo di 11fps (307 scatti JPEG @ 8 fps). Sul campo non è ovviamente possibile effettuare misure esatte, ma certamente la raffica JPEG Fine @ 11fps dura ben più di 200 scatti, mentre scattando in RAW si superano agevolmente i 100 scatti. Un grande passo avanti rispetto alla A6300, che si fermava a circa 40 e 20 scatti, rispettivamente.
Il buffer maggiorato impiega ovviamente più tempo per svuotarsi, dato che la velocità di scrittura è rimasta apparentemente invariata. A buffer pieno, sono necessari da circa 70s a circa 120s, in funzione del formato. Non poco, ma questo non toglie poi molto a una mirrorless compatta che eguaglia o supera, da questo punto di vista, molte reflex "pro".
Le doti di inseguimento del sistema AF sono più che buone, seppur non sempre impeccabili. Abbiamo sentito la mancanza di qualche opzione avanzata di gestione autofocus a cui le reflex top di gamma ci hanno ormai abituati. In sintesi: l'inseguimento di Sony fa spesso un buon lavoro, ma nelle occasioni in cui fallisce, non c'è modo di migliorare.
L'elevata cadenza di scatto e le buone doti di inseguimento del sistema autofocus consentono a chiunque di ottenere buoni risultati con soggetti in movimento.
Abbiamo apprezzato la nuova impugnatura, così come il touchscreen per la scelta del punto AF, grazie anche alla soluzione "touchpad" vista per la prima volta sulla Panasonic GH4. In pratica, quando si utilizza il mirino elettronico, è possibile scorrere il pollice sullo schermo posteriore per muovere il punto autofocus. Si tratta a nostro avviso di una buona idea, ben implementata, che non equivale per praticità a un joystick dedicato ma che colma una lacuna tipica dei corpi mirrorless compatti, senza impattare sulle dimensioni né affollare eccessivamente il dorso. Per una fotocamera amatoriale, è un ottimo compromesso.
Altra soluzione ispirata alla concorrenza è la possibilità di estrarre fotogrammi da un video 4K. A proposito, il comparto video è molto completo, come da tradizione Sony (4K @ 30p/25p/24p in formato XAVC-S a 100 Mbps, sovra-campionamento da 20 Mpixel, no pixel-binning) e beneficia ora della funzione slow/quick motion con frame rate da 1 a 100fps (da slow-motion 4x a quick-motion 50x).
Chiudiamo con l'apprezzabile revisione dell'otturatore, la cui vita passa da 150.000 a 200.000 cicli garantiti.