Il sistema autofocus a rilevazione di contrasto sfrutta l'ormai nota tecnologia DFD (Depth From Defocus), che grazie a un opportuno database contenente le informazioni di sfocatura di ogni obiettivo Panasonic, è in grado di calcolare (con due veloci misure preliminari effettuate automaticamente) la distanza dal soggetto. Così, almeno in presenza di obiettivi Panasonic, si annulla il gap con i sistemi a rilevazione di fase, beneficiando del numero di punti AF potenzialmente "infinito" tipico della tecnologia a rilevazione di contrasto.
Proprio da questo punto di vista, il sistema AF della GH5 ha fatto il salto più evidente: ora i punti AF sono 225 (erano 49 per la GH4), disposti in una griglia 15x15 che copre quasi l'intero fotogramma. Diverse modalità di selezione consentono di passare dalla messa a fuoco precisa (pinpoint), con tanto di ingrandimento automatico dell'area interessata, alla singola zona di dimensioni variabili, alla zona estesa che può arrivare a coprire 169 (13x13) dei 225 punti totali. Esistono persino modalità di raggruppamento personalizzabili (una per linee orizzontali, una verticali, una "a rombo" e tre completamente libere) che consentono al fotografo di definire qualsiasi regione AF desideri.
È comparso sul dorso il joystick caratteristico delle reflex "pro" per la selezione rapida del punto AF; inoltre, altra soluzione mutuata dalle fotocamere professionali, è ora possibile personalizzare la risposta del sistema AF grazie a tre parametri (AF Sensitivity, AF Area Switching Sensitivity e Moving object prediction) che a breve distanza dalla Fujifilm X-T2 ripropongono, anche su mirrorless, il modo d'uso delle ammiraglie Canon.
Il sistema AF DFD è stato migliorato anche in modi meno visibili, ma tangibili nell'utilizzo pratico. Tutto è riconducibile alla maggior potenza di calcolo disponibile: la cadenza di scatto utilizzata per le misure preliminari è raddoppiata (480 fps), per una risposta più rapida, così come la risoluzione delle immagini "di profondità" (120x68 contro 64x36 pixel della GH4); è stata inoltre aggiunta la funzione Motion Detector per la previsione del fuoco su soggetti in movimento, quindi per migliori performance nel tracking dei soggetti.
La risposta è davvero fulminea: alla GH5 bastano appena 7 – 8 centesimi di secondo per agganciare un soggetto con prefocus, che si lavori con punto singolo o con selezione automatica dei punti AF. Quando entra in gioco un cambio di distanza AF ovviamente tutto dipende dalla velocità dell'obiettivo utilizzato, ma un vantaggio del sistema MQT è che la compattezza delle ottiche favorisce una messa a fuoco rapida. Il 12-60mm da noi utilizzato, ad esempio, è anch'esso davvero fulmineo nella risposta, e col corpo macchina forma un duo tra i più rapidi mai visti finora.
L'otturatore beneficia di una nuova costruzione flottante della cornice che riduce le (in tutta sincerità già modeste) vibrazioni in fase di scatto. È garantito 200.000 scatti, come il precedente montato sulla GH4, il che posiziona la GH5 a metà strada tra le reflex pro e mirrorless dirette concorrenti come la già citata X-T2 (150.000 cicli).
Chiudiamo parlando, a completamento dei dati in tabella, degli aggiornamenti già programmati per quanto riguarda il comparto video. Oggi, come anticipato in apertura, è possibile girare in 4K 4:2:2 – 10 bit 60p/50p registrando su dispositivi esterni; in-camera, è invece possibile mantenere il campionamento 4:2:2 – 10 bit diminuendo il frame-rate a 30p/25p, oppure registrare a 60p/50 con campionamento 4:2:0 – 8 bit.
Ad aprile, verrà rilasciato un primo aggiornamento firmware che consentirà di registrare anche in Full HD con campionamento 4:2:2 – 10bit. A luglio, verrà poi rilasciato un secondo aggiornamento che porterà con sé la possibilità di registrare in 4K e in Full HD 4:2:2 – 10bit con bitrate da 400 Mbps (200 Mbps nel caso di Full HD) e compressione All-Intra, oltre all'Hybrid Log Gamma per i video 4K HDR.