L'ingresso Canon nel mondo mirrorless è stato indubbiamente un po' incerto, penalizzato anche – almeno fino alla M3 – dalla scelta di lasciare al mondo reflex una tecnologia come la Dual Pixel CMOS che, viceversa, appare perfetta proprio per i sistemi senza specchio.
Tutto è cambiato con l'introduzione della M5, modello con cui Canon ha colmato il gap tra reflex e mirrorless, dotando anche il modello più compatto del sensore Dual Pixel CMOS della 80D.
In questa recensione ci occupiamo della più recente Canon EOS M6, annunciata a metà febbraio 2017. Condivide con la M5 buona parte dell'elettronica, tra cui il sensore APS-C Dual Pixel CMOS da 24,2 Mpixel (che attualmente si trova, oltre che sulla 80D, anche sulle due nuove reflex 800D e 77D), nonché il processore d'immagine DIGIC 7.
La resa fotografica delle due mirrorless è quindi identica. A differenza della M5, però, la M6 non integra il mirino EVF, introdotto per la prima volta sulle EOS M proprio dalla M5. In questo senso, la nuova EOS M6 può essere considerata l'erede spirituale della M3, presentata quasi esattamente due anni prima.
Nel frattempo, anche il parco ottiche native EF-M è leggermente cresciuto, passando da 4 a 7 obiettivi (tra cui un primo Macro da 28mm). Questo ha risposto, almeno parzialmente, a un'altra critica comunemente mossa al sistema EOS M. Basteranno questi elementi a decretare anche in Europa il successo di un sistema che, finora ha riscosso consensi soprattutto in Asia?
La EOS M6 è disponibile da Aprile a un prezzo (Canon Store) che, al momento in cui scriviamo, è pari a 805 Euro. Disponibili anche due kit con EF-M 15-45mm (925-950 Euro), o EF-M 18-150mm (circa 1210 Euro). La nostra prova si riferisce a quest'ultimo. Tutti i risultati nelle prossime pagine sono stati ottenuti con l'EF-M 18-150mm f/3.5-6.3 IS STM.