Pensando ai droni, DJI è il primo nome che viene in mente a molti di noi. L'azienda cinese è partita da un piccolo ufficio a Shenzhen nel 2006 e ora è un colosso da più di 6000 dipendenti. Nata dall'idea di Frank Wang (Wāng Tāo in cinese) l'azienda è abbastanza atipica nel panorama cinese e ha l'innovazione al centro della sua mission aziendale. La sua crescita è stata tale da permettergli di diventare all'inizio di quest'anno azionista di maggioranza di un marchio storico come Hasselblad. In questi anni ha giocato un asso dopo l'altro: prima conquistando il sinonimo di drone dell'immaginario collettivo con il suo Phantom, poi piazzando la zampata di Mavic Pro e ora azzerando la concorrenza dei droni da selfie con il nuovissimo DJI Spark, che abbiamo avuto l'occasione di provare dal vivo durante un evento organizzato a Roma nei giorni scorsi. Spark è una sorta di fratello minore di Mavic Pro, dal quale eredità alcune funzioni e al quale aggiunge delle modalità di volo senza controller che puntano a entrare a gamba tesa su progetti come Air-Selfie&Co.
Selfie? No problem con DJI Spark
Come già accaduto con Mavic Pro, anche DJI Spark prende le suggestioni di alcuni progetti immaginati sulle piattaforme di crowdfunding e le rende reali prima di tutti gli altri concorrenti. Nell'articolo in cui vi abbiamo raccontato le caratteristiche del piccolo drone ricordavamo un progetto come LilyCamera, che aveva riscosso un interesse planetario, ma che non era riuscito a concretizzare l'idea del drone 'cagnolino' in grado di seguire il padrone filmandolo. L'idea era stata proposta in un teaser anche da GoPro, salvo vedere poi disattese quasi tutte le promesse al momento del drone Karma, afflitto anche da gravi problemi di controllo nella prima versione, arrivata fino al ritiro dal mercato dei primi esemplari. DJI ha invece mandato a bersaglio ognuno dei suoi ultimi colpi e anche Spark sembra avere le caratteristiche per rappresentare un ostacolo insormontabile per la concorrenza.
DJI Spark sta letteralmente nel palmo di una mano
Dal vivo il quadricottero è davvero piccolo e leggero, con un peso inferiore ai 300 grammi. Se avesse avuto un sistema per ripiegare le braccia che reggono i rotori (come avviene su Mavic Pro) avrebbe potuto ridurre ulteriormente gli ingombri, ma già così - grazie alle eliche ripiegabili e allo spessore ridotto - può facilmente trovare spazio anche in uno zainetto di bassa capienza. I paraelica sono montabili/smontabili in modo molto semplice e rapido e il loro smontaggio contribuisce a ridurre l'ingombro del drone. In dimensioni davvero contenute DJI Spark integra una gimbal stabilizzata a due assi, che permette di orientare la videocamera verso il basso e di compensare l'inclinazione laterale del drone. La parte frontale del drone ospita (appena sopra la videocamera) il sistema 3D-sense che sovraintende alle operazioni di volo e che permette al drone di evitare eventuali ostacoli che gli si parino davanti - ma non quelli ai lati o dietro, per cui bisogna prestare la giusta attenzione quando si pilota il quadricottero in modalità manuale -. Una videocamera e dei sensori posti sulla pancia del drone gli permettono di valutare l'altezza e di atterrare in modo sicuro. Il drone integra un ricevitore GPS/GLONASS per il posizionamento e per funzioni di return-to-home.
I LED sotto i rotori indicano lo stato del drone
DJI Spark può essere 'pilotato' in tre modalità: via gesture senza l'ausilio di smartphone o controller, basandosi sul Wi-Fi dello smartphone oppure associando a esso un controller. Nel primo caso le operazioni di volo sono limitate e si possono solo scattare selfie, nel secondo caso vi sono molte più possibilità e il controllo si può estendere fino a 100 metri, mentre nel terzo caso Spark diventa un drone professionale a tutti gli effetti, con la possibililà di controllo remoto fino a 2km e velocità di crociera fino a 50km/h. Nella prima modalità si impugna il drone e con un doppio click sul pulsante posteriore lo si accende; Spark avvia i motori e quando hanno raggiunto la giusta potenza si può mollare la presa e lasciare il drone a mezz'aria. A questo punto la videocamera cerca il volto chi chi è di fronte e quanto lo ha agganciato il colore dei LED sotto le eliche anteriori vira al verde: è il segnale che il soggetto è stato riconosciuto e agganciato.
Un difetto? Occhio a pilotare DJI Spark dove il saluto romano non è il benventuto...
Stendendo la mano di fronte a sé, con il palmo rivolto alla videocamera del drone, è possibile guidarlo a spostarsi di lato, in alto o verso il basso; salutandolo, invece, si attiva il comando per cui il drone si allontana a qualche metro, pronto per un selfie panoramico. Lo scatto dell'immagine (a 12 megapixel, lo ricordiamo) avviene in modalità autoscatto semplicemente facendo il gesto del fotogramma: appena il drone lo riconosce fa partire il conto alla rovescia (segnalato dal lampeggiare in rosso dei LED sotto le eliche frontali) e alla fine di esso scatta la foto. Agitando entrambe le mani si ordina al drone di tornare 'a portata di mano' e poi semplicemente ponendo il palmo sotto la sua pancia lo si fa atterrare sulla propria mano. In questa modalità 'a gesti' il drone permette al momento solo lo scatto di foto, ma probabilmente in futuro basterà un aggiornamento firmware per attivare la registrazione di brevi clip.
Clip che sono disponibili invece quando si collega lo smartphone al drone e lo si pilota tramite l'app DJI GO. In questo caso si possono riprendere (memorizzandoli sulla scheda MicroSD a bordo o in streaming sul telefono) filmati delle evoluzioni in guida manuale, oppure brevi clip con manovre automatizzate in modalità QuickShot. Attivando queste modalità il drone attiva il tracking su un soggetto a scelta e poi effettua (registrando un video Full HD 30p di circa 10 secondi) manovre come l'orbita attorno al soggetto, la spirale, la ripresa in allontanamento o avvicinamento e la ripresa 'Rocket' in cui il drone vola in orizzontale fino a trovarsi sopra il soggetto e poi, puntando la videocamera verso il basso, effettua una rapida ascesa a diversi metri d'altezza. Queste clip con manovre automatizzate possono essere molto utili per progetti amatoriali, ma anche per video di maggiore qualità, in quanto la resa delle immagini è molto buona. Le manovre inoltre sono attivabili anche attorno a soggetti in movimento, grazie al tracking.
Agganciando il remote control, molto simile a quello di Mavic Pro, ma diverso in alcune caratteristiche, è possibile attivare la modalità 'Sport' per guidare il drone al massimo delle sue capacità di volo e fino a 50 km/h e circa 2 km di distanza. L'autonomia è stimata in circa un quarto d'ora di volo stabile in hovering, in 16 minuti di volo dinamico a velocità fissa, ma diminuisce rapidamente in caso di evoluzioni in modalità Sport e in condizioni di forte ventilazione, che costringono il drone a continue correzioni. La giornata in cui abbiamo provato DJI Spark è stata caratterizzata nel pomeriggio da folate di vento abbastanza sostenute, condizioni in cui il piccolo di casa DJI ha però dimostrato grandi doti di stabilità.
Tutto oro quel che luccica? Guardando a che punto è la concorrenza verrebbe da dire di sì, ma per raggiungere la perfezione il piccolo DJI Spark ha ancora un po' di lavoro da fare. Non sempre infatti i sample in uso sono stati in grado di riconoscere al volo (mi perdonerete il gioco di parole) il viso e il palmo della mano del soggetto di fronte a loro nella modalità basata sui soli gesti. Nelle modalità automatizzate via smartphone abbiamo trovato invece la stessa affidabilità riscontrata su un prodotto di categoria superiore come Mavic Pro. La qualità si fa poi pagare: la versione base che comprende un velivolo, una batteria, un cavo di ricarica USB e tre paia di eliche, è posizionata al prezzo consigliato di 599€ (anche se ci sono già state offerte con qualche decina di euro di sconto). È disponibile anche un kit più completo e professionale, definito 'Fly More Combo' che include il quadricottero, due batterie, quattro paia di eliche, un telecomando, i paraeliche, una stazione di ricarica, una borsa a tracolla e tutti i cavi necessari con un prezzo di vendita in Europa di 799€.
DJI Spark ha comunque fatto innamorare buona parte della platea di giornalisti presenti all'evento, il commento più ascoltato sulla navetta che ci riportava verso la stazione Termini suonava circa 'Ad averceli questi seicento euro...'. DJI è stata molto accorta nel posizionamento di prezzo e sicuramente non svende la sua ultima creazione: anzi la posiziona molto bene come trampolino di lancio verso Mavic Pro, la cui distanza dal Combo Kit è tale che chi prende in considerazione il suo acquisto probabilmente potrebbe farsi tentare dalla versione base di Mavic Pro. Un'ultima nota: DJI strizza l'occhio anche all'estetica; Spark sarà infatti disponibile in cinque colori: Alpine White (bianco), Sky Blue (azzurro), Meadow Green (verde), Lava Red (rosso) e Sunrise Yellow (giallo). Qui sotto in video il nostro primo contatto dal vivo con il nuovo nato di casa DJI: