La 5D Mark IV prosegue una tradizione ormai consolidata, e si inserisce in un ecosistema che dal 2012 (anno di introduzione della 5D Mark III e della 1D X) non vede modifiche rilevanti. Non c'è in effetti alcun bisogno di stravolgere una struttura la cui ergonomia ed efficacia sul campo è già impeccabile. Tutto ciò che serve in fase di scatto si trova a destra, facilmente raggiungibile con pollice o indice. Tutto ciò che serve in fase di revisione o impostazione si trova invece a sinistra, separato da un display che, con le sue doti touch, rappresenta l'unica vera novità funzionale della 5D Mark IV.
Affrontiamo dunque immediatamente il tema "touch", per la prima volta implementato in modo completo su un corpo EOS professionale. Con la 5D IV – qualcuno aggiungerà "finalmente" – è possibile selezionare il punto AF in fase di scatto, navigare tra i menu e usare i "gesti" in fase di revisione per scorrere o ingrandire le immagini. Proprio quest'ultima opzione ci è parsa la più utile mentre, da convinti sostenitori dello scatto tradizionale, la 5D IV non ci ha indotti a cambiare opinione, né a fare uso frequente della selezione della zona AF sullo schermo in Live View.
Ci sono due aspetti che, a nostro parere, giocano pro e contro questo approccio. A favore, la veloce messa a fuoco Dual Pixel in Live View – se una reflex può oggi permettersi di utilizzare estensivamente l'inquadratura da schermo posteriore, questa è senza dubbio una Dual pixel CMOS come la EOS 5D Mark IV. Di contro, lo schermo fisso limita la praticità di scatto Live View da angolazioni difficili, cioè proprio laddove è più utile. In ogni caso, esistono situazioni in cui la messa a fuoco al tocco è oggettivamente efficace; per nostra esperienza, macrofotografia su tutto.
La navigazione tra i menu è di efficacia intermedia: ottima all'interno del Quick menu, meno efficace tra le pagine del menu convenzionale, che è evidentemente stato progettato per un utilizzo non touch (le aree attive sono molto piccole per le dita). Complessivamente, il touch sulla 5D Mark IV ha portato a nostro avviso benefici solo in situazioni specifiche e, seppur ben implementato a livello tecnico, continuiamo a non considerarlo un "must" per questa tipologia di prodotto. Per i puristi che se lo stessero chiedendo: si, la funzione touch è disattivabile.
Tornando ad aspetti più prettamente fotografici, la 5D Mark IV è una fotocamera estremamente reattiva e performante, a cominciare dall'accensione pressoché istantanea. Più scatti singoli ravvicinati non sono un problema, il limite è dato solo dal ritmo sostenibile dal fotografo. I 7 fps, dal canto loro, non ne faranno il top per utilizzo sportivo/naturalistico, ma bastano certo a farne un prodotto versatile, utilizzabile a tutto tondo (come e più della Mark III, già molto apprezzata proprio per questo aspetto).
A proposito, pur non essendo una dote essenziale per questo tipo di macchina, la possibilità di lavorare fino a f/8 anche con punti AF laterali, come per la 1D X MK II, facilita l'uso di moltiplicatori di focale 2x, confermando le buone doti di adattamento a diversi contesti operativi.
Sull'autofocus, poi, inutile spendere troppe righe: è mutuato da quello della 1D X Mark II, ed è oggi, probabilmente, il miglior sistema AF disponibile su una reflex per efficacia, precisione e possibilità di configurazione. Sulla 5D Mark IV non ha esattamente le stesse performance che sulla 1D X Mark II, perché qui la potenza di calcolo è minore, ma la minor cadenza di scatto rende il tutto commisurato.
Unica pecca, o perlomeno settore in cui non eccelle, è l'inseguimento dei soggetti, con particolare riferimento al riconoscimento del volto. Forse a causa dell'esposimetro da "soli" 150.k pixel che coadiuva questa funzione, sta di fatto che altre marche (in particolare Sony) da questo punto di vista si comportano meglio. Questo però non sarà un grosso limite per i professionisti, tipicamente abituati a lavorare, anche in contesti dinamici, con selezione manuale del/dei punti AF.
Sempre precisa ed efficace ovviamente la messa a fuoco singola, anche nel caso di ridottissima illuminazione – da questo punto di vista, abbiamo notato un certo margine rispetto alla Mark III. Non troviamo invece riscontro alla specifica per cui, in Live View, la sensibilità AF è superiore rispetto allo scatto con mirino – per nostra esperienza, la messa a fuoco Dual Pixel soffre maggiormente il buio rispetto al sensore AF integrato, soprattutto in termini di affidabilità.
Ampie come sempre, infine, le possibilità di personalizzazione: attraverso una pratica pagina di menu dedicata è possibile modificare la funzione di 11 diversi pulsanti/ghiere/controller (compreso quello eventualmente presente su alcuni obiettivi) – di fatto i controlli prettamente fotografici sono tutti personalizzabili. Non tutte le funzioni possono essere assegnate a qualunque pulsante, ma il sottoinsieme proposto di volta in volta da Canon è a nostro avviso corretto, e la minore scelta evita l'imbarazzo di cercare ogni volta tra decine di opzioni, alcune delle quali inevitabilmente poco adatte al pulsante in esame.