Forte della buona qualità delle ottiche, già la Leica T originale, con il suo sensore da 16 Mpixel, esibiva un notevole livello di dettaglio (poco meno di 2900 LW/PH). Interessante notare come in termini di cicli/pixel, indice di "buon utilizzo" dei Mpixel del sensore, la T totalizzasse (a parità di ottica) 0,440, contro un massimo teorico di 0,500 – uno dei valori più alti da noi registrato.
La TL2, con il nuovo sensore da 24 Mpixel, non è ovviamente da meno, arrivando a sfiorare le 3200 LW/PH. La completa estinzione del pattern non si osserva fino a 4000 LW/PH, con aliasing che compare nell'intorno delle 3600 LW/PH. Questi dati ci danno occasione per qualche valutazione di carattere più generale, che riproporremo e approfondiremo nella recensione della CL. È infatti evidente come, pur in presenza di ottiche sopraffine, ogni incremento in termini di potere risolutivo sia lontano dall'essere proporzionale alla conta dei Mpixel (raddoppiare il potere risolutivo di un'ottica è molto più complesso che raddoppiare il numero di Mpixel…). Tornando ai cicli/pixel per valutare quanto siano sfruttati i 24 Mpixel di questo sensore, le circa 3200 LW/PH equivalgono a 0,400 cicli/pixel – un valore ancora molto elevato, ma inferiore a quello della T.
A titolo di confronto, tra i sistemi da noi testati di analoga risoluzione, un valore prossimo a 0,4 cicli/pixel è stato sostanzialmente eguagliato solo dalla Sony A6500 (stesso formato e Mpixel) equipaggiata con obiettivo Zeiss Vario-Tessar 4/16-70.
Pur essendo privo di filtro OLP, il sensore della TL2 non è particolarmente propenso al moiré. Figure di interferenza si notano sui pattern di maggiore frequenza, tra 2400 e 3000 LW/PH.
Altro dato su cui riflettere: 4000 LW/PH, vale a dire il massimo teorico raggiungibile da un sensore di 24 Mpixel (6000x4000px), equivalgono, se il sensore in questione è un APS-C (altezza convenzionale 16mm), a 4000/(2*16) = 125 lp/mm, che è un dato piuttosto vicino al massimo potere risolvente di una buona lente. Nel produrre sensori APS-C da 24 Mpixel, non bisogna quindi dimenticarsi di "adeguare" le ottiche, ed è quello che Leica sta facendo Leica con il sistema TL.
100 ISO
A ulteriore conferma della bontà dell'ottica, da segnalare la buona tenuta ai bordi, con un dato di circa 2850 LW/PH in corrispondenza degli spigoli, e la quasi inesistente aberrazione cromatica laterale. Molto buona anche la "tenuta" del JPEG ottenuto in-camera, che come sempre risolve meno del RAW ottimizzato ma che, in questo caso, sfiora le 3000 LW/PH al centro.
3200 ISO
6400 ISO
12500 ISO
Il favorevole rapporto segnale/rumore assicura un'elevata leggibilità dei dettagli fino a 6400 ISO inclusi (con pochissime perdite fino a 1600 ISO inclusi). A 12.500 ISO il degrado si fa visibile, ma è solo dai 25.000 che la qualità risulta apprezzabilmente compromessa.
Meno soddisfacente, dal nostro punto di vista, il comportamento cromatico, che mostra errori piuttosto marcati dovuti sia a una saturazione mediamente elevata per il RAW sviluppato con profilo embedded della fotocamera (118%, valore tipico da prodotto consumer) sia a un errore di esposizione che, nelle nostre prove, ha generato una sovraesposizione media di 2/3 EV. Stranamente, al contrario, il JPEG mostra una saturazione inferiore all'ottimale – bizzarro comportamento già osservato sulla T.
A favore della TL2, un buon punto di bianco. Anche nel caso del JPEG in-camera che, per la maggior parte delle fotocamere, è viceversa decisamente peggiore di quello del RAW ottimizzato in post-produzione. La fedeltà cromatica non sarà dunque perfetta, ma in compenso il JPEG, inciso e privo di dominanti cromatiche indesiderate, è immediatamente utilizzabile senza necessità ritocchi.
Nota: per quanti lavorano con la piattaforma Adobe Camera RAW, è importante selezionare sempre il profilo embedded della fotocamera, perché quello generico Adobe standard non restituisce gli stessi risultati!