Partendo dal presupposto che la X-E3 è una fotocamera perfettamente inserita all'interno della Serie X, e che (soprattutto abbinata a ottiche R) consente a chiunque lo desideri di operare con quella modalità "classica" che ha fatto la fortuna delle mirrorless Fujifilm, la prima cosa che ci sentiamo di scrivere parlando del suo modo d'uso è che la X-E3 è un modello più adatto agli appassionati di fotografia che agli appassionati di fotocamere. In altri termini, è più adatto a chi si concentra sull'immagine e desidera utilizzare un mezzo semplice e immediato, magari facendo uso più del display posteriore che del mirino.
Partiamo da quest'ultimo punto, che riteniamo essere più importante di altri ai fini di un'eventuale scelta: nonostante le indiscutibili qualità, il mirino della X-E3 risulta infatti un po' "claustrofobico". Il semplice fatto di dover muovere l'occhio per raggiungere tutti gli angoli viene normalmente mal digerito dagli amanti di questo strumento. A questo si aggiungono altri "difetti" classici già visti su altri modelli Fujifilm: visione in tempo reale solo fino a 5 fps, tempo di commutazione non eccessivo ma nemmeno impercettibile... In sintesi, da utilizzatori abituali del mirino, nel tempo speso con la X-E3 abbiamo finito con l'utilizzarlo molto poco…
Con l'introduzione del joystick, il la fotocamera ha acquisito praticità e un dorso più pulito e razionale, fatta salva la già citata posizione del pulsante AE-L, che avremmo preferito nella precedente posizione di destra, sotto al pulsante AF-L. Questione di abitudini, si intende…
A sinistra, il flash fornito in dotazione EF-X8. A destra, il più performante EF-X20.
Oggettivo, invece, lo spostamento del baricentro dai pulsanti allo schermo touch, grazie anche ai nuovi gesti che sostituiscono i pulsanti direzionali del PAD. Una soluzione ben sviluppata e funzionale, però incompleta: non è possibile utilizzare il touchscreen per navigare nel menu completo (dal design del resto inadatto a questo scopo), e il joystick risulta, solo in questo frangente, meno pratico del PAD. Possibile invece usare le funzioni touch con il Quick menu, che è la cosa più importante. Certo la convivenza di ghiere meccaniche e gesti lascia una strana sensazione.
Ampie, come sempre, le possibilità di personalizzazione – qualche pulsante in meno non ha tolto nulla alla libertà d'azione del fotografo. Questo anche in virtù della peculiare modalità operativa delle mirrorless Fuji, che richiedono relativamente pochi controlli sul corpo macchina. Un semplice esempio: la regolazione ISO può essere fatta, per impostazione predefinita, con uno "swipe" verso il basso. Non ci si trova a proprio agio con i gesti? Nessun problema: Il pulsante Fn superiore attiva la stessa scelta. Non piace nemmeno questa soluzione? Noi abbiamo scelto di associare la scelta ISO alla pressione della ghiera posteriore. La sensazione, insomma, è quella di avere a disposizione più controlli che funzioni da assegnare.
Fotografo: Rain Chen.
Anche la X-E3, come la X-T20 consente di personalizzare la risposta del sistema autofocus in modalità AF-C scegliendo tra 5 preset non modificabili (mentre nel caso della X-T2 è presente un ulteriore preset custom). Per quanto detto poco sopra, riteniamo che l'utente-tipo della X-E3 non sentirà la mancanza di questo ulteriore grado di libertà.
La risposta del sistema AF è complessivamente più che buona. In modalità AF-S si ottiene regolarmente un aggancio sicuro del soggetto, specialmente lavorando con zona AF 3x3. In modalità AF-C si nota un buon comportamento generale, ma rimangono margini di miglioramento in caso di soggetti rapidi, che restano il tallone d'Achille di questo AF nonostante i nuovi algoritmi introdotti proprio con questo modello (da fine 2017 disponibili anche sulla X-Pro2 tramite aggiornamento firmware alla versione 4.0). In ogni caso, considerata l'elevata cadenza di scatto ottenibile grazie all'otturatore elettronico, si può dire che la X-E3 sia oggi al vertice della gamma Fujifilm per quanto riguarda la fotografia sportiva.