"Le dimensioni contano". Potrebbe essere questa una delle frasi per sintetizzare l'intento di Fujifilm nello sviluppo della nuova mirrorless Fujifilm X-H1. Con questo nuovo modello, capostipite di una nuova serie, il marchio giapponese vuole puntare ancora di più verso il pubblico dei professionisti, giocando sul doppio binario della maggiore resistenza in ambienti difficili e della più spiccata vocazione video. Infatti è indubbio come alcune delle fotocamere maggiormente in voga al momento abbiamo una doppia anima in grado di soddisfare sia le esigenze della fotografia sportiva e naturalistica, sia la necessità crescente per i fotografi di accompagnare contenuti video di alta qualità ai propri reportage.
Un'impugnatura più grande e maggiori dimensioni, seguendo le richieste di alcuni fotografi professionisti
Le accresciute dimensioni rispetto ai modelli che l'hanno preceduta aiutano la nuova X-H1 su entrambi i fronti. Fujifilm ha maggiorato il telaio in lega di magnesio del 25%, ottenendo così una maggiore resistenza (anche del bocchettone, adatto a ospitare senza problemi ottiche di dimensioni generose, come il 200mm F2 in roadmap) e una capacità di operare fino a temperature di -10°C, ma anche un migliore dissipazione del calore, sempre utile quando il sensore è sotto stress per la registrazione di video 4K ad elevato bitrate. Fujifilm ha utilizzato 94 guarnizioni e un ulteriore strato di protezione superficiale per rendere le macchina ancora più resistente agli agenti atmosferici e ai graffi. Le dimensioni maggiorate hanno permesso di dare più spazio e profondità anche alll'impugnatura, a beneficio dei fotografi con le mani grandi.
Nell'esploso della macchina il sistema di stabilizzazione a cinque assi del sensore in bella vista
Inoltre dietro (anzi 'dentro') le dimensioni maggiorate troviamo anche ("finalmente" diranno molti) la presenza di un sistema flottante di stabilizzazione a 5 assi su cui è montato il sensore, soluzione inedita per Fujifilm fino a questo momento. Il sistema utilizza accelerometro e giroscopio a tre assi e fa leva su un doppio processore in grado di effettuare 10.000 calcoli di posizione al secondo per la massima reattività. Nell'uso lo stabilizzatore si è dimostrato molto efficace, soprattutto nell'ambito video, dove riesce a eliminare quasi del tutto il movimento anche da video girati a mano libera mentre si cammina. La stabilizzazione funziona anche con le ottiche di terze parti (come le Zeiss Touit) e con le Leica M montate tramite adattatore, oltre che con le nuove ottiche video MKX. Per minimizzare le vibrazioni Fujifilm ha rinnovato anche l'otturatore a tendina.
Novità benvenuta e mutuata dalla medio formato GFX è il mirino elettronico con pannello OLED da 3,69 milioni di punti, con ritardo di 5 millisecondi, 800cd/m2 di luminosità massima e refresh a 100 fps. Si tratta di un passo avanti percepibile e che avvicina ulteriormente all'esperienza del mirino ottico. Preso in prestito dalla GFX 50S è anche il display monocromatico sulla spalla, che permette di vedere le principali impostazioni di scatto con un solo colpo d'occhio e che offre informazioni (come il numero di scatti residui) anche quando la macchina è spenta.
La macchina risulta più convincente dei modelli del passato anche in ambito video: Fujifilm ha aggiunto il formato cinematografico 4K DCI in 17:9 4096x2160 oltre a quello UHD 3840x2160, il formato ad elevata gamma dinamica F-log (registrabile internamente a 8 bit), la possibilità di riprendere con le simulazioni pellicola con gamma dinamica espansa al 400%, il Time Code, i filmati Full HD high speed a 120p e la possibilità di registrare i filmati con elevato bitrate fino a 200Mbps. Miglioramenti anche per il microfono interno che ora può registrare audio ad alta risoluzione 24bit/48KHz. Fujifilm ha creato anche una nuova simulazione pellicola dedicata al video, che riprende i toni delle famose pellicole Eterna e rispetto alle altre simulazioni fotografiche regala una resa più morbida dei toni e un'elevata gamma dinamica, con un effetto 'cinema' direttamente sui filmati senza passare dalla fase di grading.
Nello scatto a 8000 ISO sono molto buone sia la tenuta al rumore sia le possibilità di recupero di ombre e luci
Il sensore non è una novità in quanto Fujifilm ha optato per il collaudato APS-C X-Trans CMOS III da 24,3 megapixel con autofocus a rilevazione di fase/contrasto, con 325 punti di messa a fuoco selezionabili (91 quelli con il supporto phase detection). Fujifilm ha però lavorato augli algoritmi della messa a fuoco affinandoli ulteriormente e aumentando la sensibilità del sistema arrivando fino a -1EV e supportando le ottiche fino a F11 (per esempio il XF100-400mmF4.5-5.6 R LM OIS WR con il teleconverter XF2X TC WR). Nuova è la funzione di riduzione dello sfarfallio, che sincronizza le esposizioni delle raffiche ai picchi delle lampade indoor, ottimizzando così l'esposizione tra uno scatto e l'altro. La sensibilità nativa va da 200 a 12.800 ISO espandibile a 100-51.200.
Prime impressioni
Abbiamo avuto la possibilità di provare la macchina in alcuni set preparati da Fujifilm nei giorni della presentazione. Il primo contatto con la macchina rende subito evidente un cambio di passo sul fronte delle dimensioni: è quasi una via di mezzo tra X-T2 e la medio formato GFX 50S, come qualcuno aveva ipotizzato prima del lancio, soprattutto se si utilizza l'impugnatura verticale, un accessorio che è quasi la naturale continuazione di questo modello. Dei particolari ereditati dalla sorellona medio formato alla lunga è il mirino quella che viene apprezzata maggiormente: il display monocromatico sulla spalla, visto che tutte le informazioni sono ben chiare proprio dentro il mirino o sul display posteriore, dopo un primo momento di entusiasmo viene utilizzato più di rado durante lo scatto. Comodo però il fatto che a macchina spenta mostri comunque alcune informazioni, come il numero di scatti rimasti e lo stato della batteria.
Lo stabilizzatore permette di scattare senza troppe precauzioni con tempi anche abbastanza lunghi: qui 1/5 di secondo
Citando la batteria diciamo subito che questo è il punto dolente di questa fotocamera: il sistema di stabilizzazione 'solleva' il sensore all'accensione e rimane quindi sempre attivo, impattando in modo netto sull'autonomia. Questa è forse la ragione per cui il battery grip è un accessorio quasi indispensabile per la nuova X-H1. L'altra ragione - soprattutto per i videomaker - è la presenza solo su di esso dell'uscita cuffie con jack da 3,5mm: il corpo è dotato solo dell'ingresso per il microfono. Inoltre le riprese 4K (4096×2160) 24pa 200 Mbps sono disponibili fino a circa 15min e 4K (3840×2160) 30p a 200 50Mbps per la stessa durata di tempo, mentre è possibile raddoppiare con l'utilizzo della nuova impugnatura verticale VPB-XH1 “Power Boost”, che può contenere due batterie aggiuntive (utilizzabili con la terza nel corpo macchina). Il battery grip dona anche maggiore potenza alla macchina durante la raffica: è utilizzabile anche con il solo otturatore elettronico, condizione in cui raggiunge una raffica di 14 fps (8 con otturatore meccanico fino a 1/8000s e 11 con otturatore meccanico e impugnatura verticale montata). L'impugnatura verticale replica sia i pulsanti AE-L e AF-ON, sia la ghiera e il joystick per il posizionamento della messa a fuoco: inspiegabilmente i tasti sono disposti in modo diverso rispetto al corpo (in verticale invece che in orizzontale) e hanno una dimensione e una finitura diversa rispetto agli originali. L'uso risulta di conseguenza poco intuitivo e reso ancora più difficoltoso dalle piccole dimensioni.
Ampie le possibilità di recupero di ombre e luci dal RAW
Il sensore, come già detto, è il collaudato APS-C X-Trans CMOS III da 24,3 megapixel già visto su altri modelli e offre la stessa (ottima per altro) qualità d'immagine: vi rimandiamo alla recensione della sorella X-T2 per avere un'idea delle prestazioni su questo fronte. Tra le caratteristiche per cui le Fuji continuano a spiccare troviamo l'elevata nitidezza dei JPEG, la buona tenuta al rumore, accompagnate da un buon margine di intervento sulla gamma dinamica dei RAW.
Comoda l'impugnatura verticale, peccato per la diversa posizione e finitura dei pulsanti replicati
Fujifilm dichiara di aver migliorato le prestazioni dell'autofocus aumentando la sensibilità del sistema arrivando fino a -1EV: la sensazione nell'uso è che il miglioramento ci sia stato e la macchina è in grado di mettere a fuoco in condizioni di scarsa illuminazione, laddove la prima generazione della famiglia X avrebbe fallito miseramente. Le prestazioni non sono al livello del punto di riferimento attuale in ambito mirrorless, la full frame Sony A9, soprattutto per quanto riguarda il tracking, che - seppur migliorato rispetto al passato - a portato ancora a qualche scatto fuori fuoco durante l'inseguimento dei soggetti. Il pulsante AF-ON è certamente benvenuto ed era molto richiesto, ma nell'uso ha dimostrato (almeno sui sample utilizzati durante le prove) di richiedere ancora un po' di affinamento: è meno sensibile del pulsante di scatto (rinnovato e senza il passo intermedio a metà corsa) e nella pratica è risultato non così comodo come sperato, anche per il posizionamento leggermente incassato e la corsa un po' lunga.
In ambito video il formato cinematografico 4K DCI (4096×2160) era atteso da molti, assieme al profilo F-Log su scheda SD. La macchina supporta le schede SDXC UHS-II. Lo stabilizzatore funziona in molto davvero efficiente durante la registrazione dei video, permettendo anche di filmare mentre si cammina. Decisamente stimolante dal punto di vista creativo la modalità video 1080/120P ad alta velocità (per ottenere slow motion di 1/2, 1/4 e 1/5): facile da utilizzare, questo tipo di ripresa permette un punto di vista differente su molte cose e la possibilità di avere pronto un filmato Full HD rallentato può semplificare le cose in molti frangenti.
Fujifilm ha quindi alzato il tiro, ma ha puntato più in alto anche con il prezzo: X-H1 sarà disponibile da marzo 2018 al prezzo indicativo di 1.939,99 euro IVA compresa solo corpo e al prezzo indicativo di 2.239,99 euro IVA compresa in kit con il Vertical Power Booster, che include anche due batterie aggiuntive. Con Sony A7 III posizionata sulla stessa fascia di prezzo il mercato si è fatto ancora più agguerrito, ma certamente per i fedeli al marchio Fujifilm la nuova nata nella famiglia X-Series è un prodotto benvenuto e in grado di soddisfare anche i palati esigenti.