La X-H1 è stata studiata per soddisfare le richieste dei professionisti, la maggioranza dei quali è saldamente ancorata a una reflex. Non stupisce quindi che "più appetibile per i professionisti" si traduca in "più simile a una reflex", e il corpo macchina della X-H1 va esattamente in questa direzione: maggiori dimensioni, impugnatura più pronunciata, display superiore, pulsante AF-On…
La X-H1 è indubbiamente più adatta all'utilizzo di ottiche "importanti" come il 100-400mm, risultando complessivamente più bilanciata. Inevitabile, di contro, che la portabilità ne risenta. La mirrorless Fujifilm mantiene ancora un certo vantaggio rispetto a reflex APS-C Pro come D500 e 7D Mark II, risultando grossomodo 10mm più stretta e bassa di entrambe, e 100-200g più leggera, ma è chiaro che le differenze con il mondo reflex tendano qui a sfumare.
Il corpo macchina della X-H1 è anche più robusto (lo spessore della lega di magnesio è cresciuto del 25% rispetto alla X-T2), ben sigillato contro l'ingresso di polvere e umidità (68 guarnizioni nel corpo macchina e altre 26 nel Vertical Power Booster) e più resistente ai graffi; i più attenti lo percepiranno data la maggiore granulometria della vernice, che rende la fotocamera più "ruvida" al tatto, come avviene anche per la GFX.
1 – L'impugnatura è cresciuta sensibilmente in profondità, arrivando, con i suoi 85,5mm, a essere del tutto confrontabile con quella di una reflex Pro APS-C.
2 – Anche la flangia di innesto obiettivi è stata irrobustita, in previsione dell'arrivo di ottiche massicce come il futuro 200mm f/2.
3 – Una delle novità principali della X-H1 è la presenza di uno stabilizzatore accreditato di 5 stop. Inoltre, l'otturatore è stato "alleggerito" per ridurre le vibrazioni in fase di scatto, così la X-H1 risulta anche più silenziosa. Per ridurre o eliminare completamente vibrazioni e rumore, è anche possibile scattare con prima tendina elettronica o con otturatore completamente elettronico.
1 – Doppia ghiera concentrica, a sinistra, per sensibilità ISO e modalità di avanzamento, che nell'accezione Fujifilm imposta anche modalità filmato, Filtro avanzato e Panorama. La posizione "L" sulla ghiera superiore può corrispondere, a scelta del fotografo, a 100, 125 o 160 ISO, mentre la posizione "H" può corrispondere a 25.600 oppure a 51.200 ISO.
2 – Doppia ghiera concentrica anche a destra, per tempi di posa modalità di lettura esposimetrica. Migliorata l'accessibilità alle funzioni inferiori, dato che l'apposita leva, snellita, non interferisce più con il mirino. Per entrambe le ghiere, è previsto un blocco di sicurezza a pulsante.
3 – Il pulsante di scatto è stato voluto dal costruttore estremamente sensibile. A nostro avviso, troppo sensibile, tanto da provocare scatti involontari.
4 – Novità per la serie X: il display superiore, simile a quello che si trova anche sulla GFX, è personalizzabile per colore di sfondo (bianco o nero) e per informazioni fornite, impostabili separatamente per foto e video. La sua presenza ha obbligato Fujifilm a fare a meno della iconica ghiera meccanica di compensazione esposimetrica, quasi un tratto distintivo della Serie X; al suo posto, un più classico pulsante (3).
1 - Il display è il classico 3 pollici da 1.040.000 punti. Come nel caso della, X-T2, è orientabile sia orizzontalmente sia verticalmente, per favorire lo scatto dal basso anche con fotocamera orientata verticalmente. In questo caso, però, sono state aggiunte le funzioni touch.
2 – Il mirino EVF offre un ingrandimento leggermente inferiore a quello della X-T2 (0,75x contro 0,77x), rimanendo comunque molto generoso. In compenso, offre una risoluzione superiore (3,69 milioni di punti contro 2,36) e lo stesso, elevato eye-point di 23mm. Ne abbiamo apprezzato un aspetto apparentemente marginale come la velocità di commutazione quando si avvicina l'occhio al mirino: il lag si è risotto da 0,4 a 0,15 secondi.
3 – Il pulsante AF-On è un'aggiunta benvenuta, ma la sua collocazione è criticabile. Avere AE-L e AF-On esattamente in linea, con il primo molto vicino al mirino, obbliga il fotografo a muovere la mano per raggiungere entrambi. Non va certo meglio con Vertical Power Booster, che offre le stesse funzioni tramite due pulsanti decisamente più piccoli e – inspiegabilmente – disposti verticalmente.
4 – Molto pronunciato l'appoggio per il pollice, alla sommità del quale si trova il pulsante di accesso al Quick menu. Considerato ormai immancabile, per una fotocamera dalle ambizioni professionali, il doppio slot, in questo caso un doppio slot SD. L'utilizzo di formati più performanti avrebbe forse potuto dare una marcia in più in scatto continuo.