Ai Sony World Photography Awards, nel concorso dedicato ai professionisti, sono i dieci vincitori delle diverse categorie a contendersi il premio finale di Photographer of the Year, noto nelle prime edizioni come Iris D'Or. Quest'anno, nell'edizione 2018 dei SWPA, erano ben tre i fotografi italiani in lizza per il titolo di fotografo dell'anno. Tre progetti molto diversi fra loro, ma con in comune una radice italiana non solo negli autori, ma anche negli scatti. Poco successo per i nostri connazionali, invece, nei concorsi Open, Giovani e Student Focus.
L’11a edizione del concorso ha continuato sulla stessa via tracciata da quelle precedenti, battendo ancora ogni record di partecipazione con le sue 320.000 candidature, presentate da fotografi originari di oltre 200 paesi e territori. Tutti gli scatti vincitori, finalisti e meritevoli di menzione saranno esposti alla mostra dei Sony World Photography Awards 2018, allestita presso la Somerset House di Londra dal 20 aprile al 6 maggio: chi fosse interessato trova maggiori informazioni all'indirizzo www.worldphoto.org/2018exhibition.
Scott Gray, fondatore e CEO della World Photography Organisation durante la cerimonia di premiazione
Come sottolineato da più di un fotografo, questo concorso rappresenta per molti una vetrina imperdibile per dare visibilità ai propri lavori. L'interesse mediatico nei confronti dei premi è alto e la formula permette a molte foto, non solo alle vincitrici, di essere visualizzate da un alto numero di persone, sia per le gallery online, sia sui giornali e nelle sale della mostra.
Per quanto riguarda il concorso Open, dedicato ad amatori e professionisti e giudicato sul singolo scatto, i vincitori delle diverse categorie erano stati annunciati qualche settimana fa, ma durante la cerimonia di premiazione di Londra all'Hilton di Park Lane, è stato proclamato il vincitore assoluto. Il titolo di Open Photographer of the Year è andato al bulgaro Veselin Atanasov.
Il suo scatto Early Autumn, scelto tra i vincitori delle 10 categorie Open, è risultato, secondo il parere della giuria, il miglior scatto singolo a livello globale ed è valso al suo autore un premio di 5.000 dollari. Tecnico informatico, Atanasov è un fotografo autodidatta, che si è accostato a questa disciplina nel 2014. L’immagine selezionata immortala l’autunno nel Parco nazionale dei Balcani Centrali. Un'immagine di grande effetto subito a prima vista, che denota anche un saggio utilizzo della post produzione. Una foto per altri versi molto classica, sicuramente non inedita: la giuria ha probabilmente scelto di premiare in questa categoria aperta a tutti uno scatto che potesse piacere al grande pubblico.
La serata di premiazione ha svelato i vincitori del concorso riservato ai professionisti, valutato su un portfolio di 5/10 immagini. Qualche settimana fa la World Photography Organisation aveva rilasciato i nomi dei finalisti, ma la cena di gala ha lasciato la suspense per conoscerne i vincitori che, come detto poco fa, automaticamente entravano in lizza per il premio di Photographer of the Year.
Quest'anno, tra i professionisti, tre fotografi italiani hanno guadagnato la massima visibilità, vincendo la propria categoria e accedendo alla finale per l'assegnazione del titolo di fotografo dell'anno, ma sono numerosi anche quelli che si sono piazzati sul podio. Ecco la classifica completa:
- Architettura: Gianmaria Gava, Italia, Buildings
2° posto Edgar Martins, Portogallo / 3° posto Corentin Fohlen, Francia
- Storia contemporanea: Fredrik Lerneryd, Svezia, Slum Ballet
2° posto Margaret Mitchell, Regno Unito / 3° posto Alfio Tommasini, Svizzera
- Fotografia creativa: Florian Ruiz, Francia, The White Contamination
2° posto Patricia Kühfuss, Germania / 3° posto Eduardo Castaldo, Italia
- Attualità: Mohd Samsul Mohd Said, Malesia, Life Inside the Refugee Camp
2° posto Luis Henry Agudelo Cano, Colombia / 3° posto Rasmus Flindt Pedersen, Danimarca
- Scoperta: Alys Tomlinson, Regno Unito, Ex-Voto
2° posto Antonio Gibotta, Italia / 3° posto Maria Petrenko, Ucraina
- Paesaggio: Luca Locatelli, Italia, White Gold
2° posto Rohan Reilly, Irlanda / 3° posto Tomasz Padlo, Polonia
- Natura e animali selvatici: Roselena Ramistella, Italia, Deep Land
2° posto Mitch Dobrowner, America/ 3° posto Wiebke Haas, Germania
- Ritratto: Tom Oldham, Regno Unito, The Last of the Crooners
2° posto Anush Babajanyan, Armenia / 3° posto Andrew Quilty, Australia
- Sport: Balazs Gardi, Ungheria, Buzkashi
2° posto Behnam Sahvi, Iran / 3° posto Matteo Armellini, Italia
- Natura morta: Edgar Martins, Portogallo, Siloquies and Soliloquies on Death, Life and Other Interludes
2° posto Tristan Spinski, America / 3° posto Werner Anderson, Norvegia
Nella categoria Architettura il lavoro Buildings di Gianmaria Gava ha colpito particolarmente i giudici sia per la qualità finale delle immagini, sia per il lavoro concettuale retrostante. Gli edifici fotografati sono ridotti alle loro forme essenziali da un lavoro di post produzione in Photoshop in cui tutti gli elementi funzionali e ornamentali sono eliminati.
Spariscono così finestre, porte, balconi, fregi e quello che rimane sono i 'solidi' delle strutture della case, che nel contempo restano però inserite nell'ambiente urbano originale. Un lavoro di cancellazione che in alcuni casi ha richiesto fino a 25 ore per singola foto.
Si intitola invece White Gold il progetto fotografico di Luca Locatelli. Al centro di esso troviamo le cave di marmo delle Alpi Apuane in Toscana. Non è la prima volta che questo particolare paesaggio è protagonista di un progetto sottoposto al giudizio della giuria dei Sony Awards, ma il lavoro di Locatelli ha colpito i giudici per diversi aspetti che lo caratterizzano.
La maestosità dei paesaggi è una delle prime cose che colpisce quando ci si trova di fronte alle fotografie: Locatelli ha scelto un punto di vista inconsueto per alcuni scatti, inizialmente volando con un aeroplano sopra le cave e poi affidandosi a un drone. Il punto di vista elevato riesce a dare una visione d'insieme dell'entità del lavoro con cui l'uomo sta modificando l'ambiente. I giudici hanno sottolineato come sia stata la capacità di inserire la figura umana in modo strategico all'interno degli scatti uno degli aspetti che li ha portati ad assegnare a Locatelli il primo posto della categoria Paesaggio.
Roselena Ramistella si è imposta invece nella categoria Natura e Animali Selvatici, anche in questo caso con un lavoro poco scontato per la categoria. Deep Land è un viaggio in immagini a dorso di mulo che testimonia il ritorno dei giovani sui Monti Sicani, in Sicilia, per coltivare la terra e allevare il bestiame. Il mulo è stato scelto come mezzo di trasporto perché in grado di muoversi senza problemi per tutte le strade interne non asfaltate, ma anche per il suo simbolismo.
Inoltre Roselena ha portato con sé un GPS e nel suo cammino ha ricreato le tracce di tutti i percorsi: l'ultima mappatura delle mulattiere sicule risale infatti agli anni '50 e il suo progetto fotografico vuole anche restituire questo importante patrimonio alla propria regione.
Tra gli altri lavori vincitori che hanno particolarmente colpito gli addetti ai lavori oltre ai giudici troviamo quello del portoghese Edgar Martins intitolato 'Siloquies and Soliloquies on Death'.
Scattato utilizzando un'apparecchiatura medica il progetto raccoglie le ultime parole, affidate a lettere, di persone che poi si sono suicidate. Il lavoro trasforma le lettere in squarci di luce nell'oscurità, nascondendo al voyeurismo le parole. Un lavoro, quello del portoghese, che ha convinto molti non solo sul piano tecnico, ma soprattutto su quello concettuale. Il fotografo, per altro, ha dimostrato quest'anno un'attività molto prolifica di grande qualità, arrivando anche al secondo posto nella categoria Architetture, dietro il nostro Gava.
Nella categoria Fotografia Creativa il francese Florian Ruiz ha strappato il primo posto con un particolare lavoro sulle zone contaminate dopo la fuga radioattiva di Fukushima. Nelle sue immagini gli scatti vengono decomposti e poi ricomposti in un mosaico imperfetto per provare a cogliere l'essenza di una natura trasformata dalle radiazioni.
Il titolo di Photographer of the Year è andato all'inglese Alys Tomlinson, con il suo lavoro Ex-Voto all'interno della categoria "Scoperta". I giudici hanno premiato l'esecuzione tecnica, ma anche la ricerca della fotografa.
Recandosi presso alcuni importati luoghi di culto europei (Lourdes in Francia, Ballyvourney in Irlanda e Grabarka in Polonia) ne ha tratto una toccante rappresentazione del pellegrinaggio come percorso di scoperta e sacrificio a un potere superiore. La gentilezza del racconto è stata fondamentale per cogliere la spiritualità dei luoghi e delle persone ed è stata una delle particolarità che hanno fatto pendere a suo favore l'ago della bilancia.