Quanto a livello di dettaglio e incisività delle immagini prodotte, la A7 Mark III è certamente molto buona, anche se ovviamente il sensore da 24 Mpixel con filtro AA (seppur parziale) non le consente di competere con le big megapixel come la A7R III; il punteggio MTF intorno alle 2700 LW/PH delude un po', collocando questo modello dietro alcune ottime APS-C come la Leica TL2, tra le EOS 7D Mark II e 80D. Si tratta però di un punteggio "bugiardo", da interpretare.
Può aver giocato un piccolo ruolo l'utilizzo del Vario Tessar FE 4/24-70 che, pur essendo unanimemente considerato un obiettivo nitido (almeno lontano dai 24mm), paga sicuramente qualcosa rispetto alle ottiche fisse. Le EOS precedentemente citate sono però state provate con zoom standard di categoria pari (EF 24-70mm F2.8L) o inferiore...
Il comportamento della A7-III (a sinistra) rispetto al color moiré, a confronto con la A7R-III (a destra). Nel caso della A7-III, i primi artefatti compaiono a frequenze relativamente modeste (2400 LW/PH) e l'entità del disturbo è consistente, il che penalizza il punteggio MTF. Le APS-C citate nel testo mostrano la compersa del disturbo grossomodo alle stesse frequenze della A7-III, ma con entità dimezzate, paragonabili a quelle della A7R.
La vera causa del punteggio deludente risiede allora, probabilmente, nel filtro AA che, rispetto alla A9 (di pari risoluzione), è meno aggressivo. Questo teoricamente dovrebbe essere un vantaggio in termini di nitidezza, quindi di punteggio MTF ma, a causa del moiré superiore alla media, si è rivelato un'arma a doppio taglio. Osservando le linee convergenti (parabolic wedge), notiamo infatti come la completa estinzione del pattern sia ben oltre il punteggio MTF attribuito dal software di analisi col metodo "slanted edge", ma allo stesso tempo notiamo anche come i primi, leggeri artefatti compaiano già prima delle 2400 LW/PH. Forse, in questo caso, la virtù non sta nel mezzo, come sostiene il proverbio, e una scelta più netta – in un senso o nell'altro – sarebbe stata più premiante.
Dettaglio "sul campo". In alto: immagine originale ridimensionata (200 ISO). In basso: crop 100%, JPEG ottenuto da RAW.
Incassata questa piccola delusione, ci saremmo aspettati un deciso riscatto in termini di rapporto segnale/rumore e comportamento ad alti ISO, e invece… proprio qui abbiamo trovato la più grossa sorpresa: confrontabile con la A7R Mark III a sensibilità base, laddove ovviamente ha meno importanza, la A7 Mark III risulta costantemente inferiore alla A7R Mark III alle sensibilità medio-alte! Ad esempio, @6400 ISO, abbiamo registrato 24,3 dB, contro i 26,1 della A7R III. Una differenza davvero sorprendente, considerato il divario di risoluzione tra le due.
100 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
Osservando i dettagli dello still-life, possiamo notare come la risposta della A7 III sia pressoché costante tra 100 e 800 ISO. A 1600 si nota il primo accenno di grana, ancora quasi impercettibile. A 3200 ISO la grana si fa notare maggiormente, senza però arrivare a compromettere significativamente il livello dettaglio, fino a 6400 ISO compresi. Ancora a 12.800 ISO, molti dettagli fini risultano leggibili, per poi estinguersi definitivamente a 25.600 ISO e oltre. Anche a livello cromatico, la risposta è piuttosto omogenea almeno fino a 12.800 ISO, pertanto consideriamo essere questa la sensibilità massima di lavoro per ottenere buona qualità fotografica.
Evidentemente si tratta, in termini assoluti, di ottimi risultati. Dopo aver constatato cosa può fare la A7R III, ci saremmo però aspettati ancora di più da una 24 Mpixel di pari generazione…
Buona la gamma dinamica, e davvero molto buona la lavorabilità del RAW che, grazie al bassissimo livello di rumore a 100 ISO, può essere "spinto" di 2 stop senza alcuna ripercussione qualitativa e fino a ben 6 stop con un degrado davvero minimo.
Nella media il comportamento cromatico. Come osservato anche per altri modelli Sony, la calibrazione Standard porta a risultati decisamente saturi (115% circa), la Neutra a una saturazione insufficiente. Stranamente, quindi, anche per la A7 III, sono i profili Adobe standard ad assicurare i risultati migliori.
Esempio di recupero alte luci a sensibilità base. Sopra: JPEG in-camera. Sotto: RAW "lavorato". Fino a 400 ISO, la malleabilità del RAW è davvero eccellente, e si mantiene a ottimi livelli anche alle sensibilità superiori.
Abbiamo osservato anche in questo caso una leggera tendenza alla sottoesposizione, meno di 1/3 EV. Anche in questo caso, infine, abbiamo osservato un non impeccabile bilanciamento automatico del bianco, che penalizza soprattutto il JPEG in condizioni di illuminazione artificiale o mista – non è un comportamento prevedibile, ma spesso abbiamo osservato uno sbilanciamento verso il verde sull'asse verde-magenta. Preferibile, quindi, salvare in RAW ed effettuare un bilanciamento del bianco mirato in post-produzione, cosa che probabilmente l'acquirente tipo della A7 III farebbe in ogni caso.
Un'ultima nota finale ancora sul JPEG, che a 100 ISO fa osservare un rapporto S/N da record (46 dB), a conferma del ridotto noise floor di questo sensore e della buona elettronica che lo supporta.