La X-T100 è, anche nell'aspetto e nella struttura del corpo macchina, l'anello di congiunzione tra l'entry-level X-A5 e la più performante X-T20. Si comanda tramite ghiera dei programmi come qualsiasi altra moderna fotocamera, e non tramite tempi/diaframmi in "stile X-Pro". Ciò non significa, però, che l'approccio sia punta-e-scatta: offre tre ghiere di comando, laddove la X-A5 ne offre una sola, garantendo quindi un elevato livello di controllo.
La struttura del corpo macchina, in metallo, da una piacevole sensazione di robustezza, niente affatto scontata tra le reflex APS-C di pari fascia di prezzo. Il pulsante di scatto e le ghiere superiori in plastica ricordano, però, di essere di fronte a un prodotto economico.
Ingombri ovviamente ridotti (circa 121x83x47mm, meno di 450g di peso), ma non da record: la sorella maggiore X-T20 misura 6mm meno in spessore e pesa 65g in meno.
1 – Davvero minimalista la vista frontale della X-T100, che di base non offre alcun tipo di impugnatura, e non mostra né ghiere frontali (come nel caso della X-T20) né il classico selettore delle modalità di messa a fuoco che le mirrorless Fujifilm solitamente integrano nell'angolo inferiore destro, accanto all'obiettivo.
La dotazione include però una guancetta (vedi riquadro) che, pur senza incrementare apprezzabilmente l'ingombro, migliora notevolmente la presa.
2 – Integrato un piccolo flash (NG 5) che si solleva, in posizione centrale, attorno alla slitta a contatto caldo.
3 – L'XC15-45mm F3.5-5.6 OIS PZ è l'obiettivo scelto da Fujifilm per formare il bundle con la X-T100. A meno del solito centesimo, viene offerto a 720 Euro, contro i 620 del solo corpo macchina.
4 – Il peculiare meccanismo di orientamento dello schermo posteriore consente di inclinarlo di circa 45° verso il basso, di 90° verso l'alto in una posizione stabile e leggermente staccata dal corpo macchina (che ne assicura la perfetta leggibilità), oltre che di ruotarlo di 180° per la lettura frontale (autoscatto).
Peccato non si possa ruotare in modo da avere anche una più classica lettura posteriore, che avrebbe sicuramente favorito la ripresa video. L'unica vera critica che ci sentiamo comunque di muovere a questo schermo è che, pur essendo touch, non può essere usato per l'impostazione del Quick menu, a nostro avviso il miglior utilizzo che si possa fare di un display sensibile al tocco su una fotocamera – una scelta peraltro già vista in casa Fuji.
1 – Una peculiarità della X-T100 è la ghiera multifunzione di sinistra. Per impostazione predefinita, consente di scorrere velocemente gli "effetti" disponibili – può trattarsi delle Simulazioni film quando si lavora in PASM o in Panorama, oppure dei Filtri avanzati quando si lavora nell'omonimo programma di scatto, delle Scene o, ancora, dell'entità dell'effetto applicato in modalità Ritratto/ammorbidisci volto. Un'ottima soluzione per rendere più accessibile regolazioni solitamente relegate al menu, che troviamo particolarmente indicata in questa tipologia di fotocamera.
2 – La ghiera dei programmi offre i classici programmi PASM, il riconoscimento automatico della scena SR+, la modalità Filtro avanzato, una decina di Scene (tra cui esposizione multipla), altre 4 Scene "principali" (Ritratto/ammorbidisci volto, Paesaggio, Sport, Notte) e infine l'Unione panorami.
3 – La ghiera di destra, pur non avendo stampigliature o posizioni fisse leggibili anche a fotocamera spenta, svolge la medesima funzione di pressoché tutti gli altri modelli Fujifilm: compensazione esposimetrica. Anche in questo caso, troviamo questa la soluzione "flessibile" più pratica e preferibile per il principiante (ricordiamo che, ad esempio nel caso della X-T20, oltre i 3EV è necessario utilizzare la posizione Custom).
Personalizzabile il pulsante Fn (per default assegnato agli ISO), ma non il pulsante Video.
1 – Il mirino è lo stesso della X-T20, che a suo tempo avevamo indicato come uno dei più significativi downgrade rispetto alla X-T2. Valgono qui considerazioni analoghe: buona risoluzione e buona resa cromatica. Il rapporto di ingrandimento, dal canto suo, pur non essendo eccezionale, è almeno pari a quello dei mirini ottici delle reflex entry-level. Due le critiche sostanziali: l'eye point ridotto obbliga ad avvicinare molto (troppo) l'occhio, pena l'oscuramento degli angoli; il tempo di commutazione, poi, nell'intorno del mezzo secondo, sembra ormai "infinito" dopo aver sperimentato soluzioni più performanti.
2 – La ghiera verticale posteriore offre la classica funzione di regolazione del parametro libero di scatto (diaframma in A, tempo in S ecc.). Inoltre, alla pressione attiva lo zoom.
3 – Sul dorso, manca il joystick tipico delle sorelle maggiori, scelta penalizzante per la selezione del punto AF, che richiede doppia azione: pressione del pulsante superiore del PAD e quindi movimento del punto, sempre con i pulsanti del PAD (che diventano a quel punto pulsanti-freccia). Possibile bloccare/sbloccare il PAD tenendo premuto per qualche secondo il pulsante centrale.