Fisicamente, la X-T3 è pressoché identica alla X-T2. Come già era successo nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, Fujifilm ha deciso di effettuare solo piccoli "tuning", come le levette sotto le ghiere principali leggermente più pronunciate. Il mirino, quasi certamente per motivi tecnici, sporge qualche millimetro in più, ma nulla che cambi apprezzabilmente l'ergonomia complessiva. Questo, per inciso, può essere considerato un pregio (la X-T2 era, effettivamente, già molto valida sotto il profilo ergonomico) ma anche un limite. Perché?!? Beh, perché nel frattempo ha debuttato la X-H1 che, con l'impugnatura più pronunciata, il display superiore e quel pulsante AF-On accanto ad AE-L, più ampio e in rilievo (e per questo più facilmente utilizzabile), è decisamente più efficace in contesti dinamici.
1 – La struttura a doppia ghiera di comando offre, sulla X-T3 come su altre mirrorless Fujifilm, un'operatività diversa da quella della tipica reflex. Gestendo diaframmi e tempi di posa tramite ghiere dedicate, l'uso delle ghiere multifunzione è, per default, molto più limitato: selezione della coppia tempo/diaframma quando si lavora in P, selezione degli stop intermedi e compensazione esposimetrica personalizzata quando la ghiera di compensazione superiore si trova in posizione Custom. Chi lo desidera, può comunque ricondurre la X-T3 a un'operatività "reflex-like" assegnando alla posizione Auto della ghiera dei diaframmi la funzione "Comando" (Impostazioni pulsanti e ghiere > IMP. GHIERA APERTURA (A) > COMANDO). In questo modo, portando la ghiera dei diaframmi sulla posizione Auto, la ghiera anteriore regolerà il diaframma.
2 – Piccola rivisitazione delle leve che muovono le ghiere inferiori (lettura esposimetrica e avanzamento), ora più pronunciate quindi più facili da azionare. Era in effetti questo uno dei pochi "difetti" da noi evidenziati sulla X-T2, ora risolto.
3 – La maggiore novità di questo corpo macchina è data dalla pipeline grafica, e in particolare dal nuovo sensore BSI da circa 26 Mpixel.
4 – Importanti novità anche per quanto riguarda la messa a fuoco, ma l'operatività è rimasta invariata, sia per quanto riguarda il selettore anteriore (messa a fuoco manuale, continua o singola) sia per quanto riguarda i menu di gestione.
1 – Sulla ghiera ISO è comparsa la sensibilità minima 160 ISO, ora base della gamma nativa (in precedenza 200 ISO). Nella vista dall'alto si apprezza anche la maggior sporgenza delle leve citate al punto 2 della vista anteriore.
2 – Il display leggermente più sporgente è una delle pochissime differenze visibili tra X-T3 e X-T2.
3 – Invariati i comandi di destra, che includono sempre ghiera dei tempi, compensazione esposimetrica, leva di accensione concentrica al pulsante di scatto e pulsante personalizzabile Fn.
1 – Display invariato per dimensione (3") e risoluzione (1.040.000 punti) ma, oltre a essere orientabile orizzontalmente e verticalmente, ha acquisito qui funzioni touch, come nel caso della X-H1.
2 – Anche il mirino della X-T3 è stato mutuato da quello della X-H1, e sfrutta uno schermo OLED da mezzo pollice e 3,69 milioni di punti. A fronte della maggiore risoluzione, l'ingrandimento è leggermente diminuito (da 0,77x a 0,75x), rimanendo comunque molto generoso. Refresh-rate pari a 60 o 100 fps (in modalità boost), eye-point 23mm.
3 – Invariati i pulsanti sul dorso che, come il joystick di selezione del punto AF, risultano molto piccoli e non sempre facili da azionare a colpo sicuro in situazioni concitate. La X-H1, seppur anch'essa non perfetta, rappresenta un passo avanti da questo punto di vista.