Essendo la X-T3 fisicamente quasi identica alla precedente X-T2, non stupisce che l'esperienza d'uso risulti molto simile. Da parte nostra, per evitare inutili ripetizioni, faremo riferimento alla recensione del precedente modello, concentrandoci qui soprattutto sulle differenze e sulle novità da noi riscontrate nell'utilizzo sul campo.
La principale di queste è indubbiamente legata al sistema AF. Già la X-T2 era migliorata sotto questo aspetto, rimanendo però a debita distanza dall'efficacia di reflex semi-pro come Nikon D500 o EOS 7D Mark II. La X-T3 ricalca (migliorando) le orme del precedente modello, offrendo ottima reattività complessiva, una modalità AF-S pressoché perfetta e una buona modalità AF-C, con discrete doti di inseguimento dei soggetti.
Il recente menu di impostazione AF, introdotto con la X-T2, offre 5 preset e una posizione custom. Si basa su tre parametri di gestione: Sensibilità tracciatura (Tracking sensitivity), Sensibilità tracc. veloc. (Speed tracking sensitivity), Commutazione area (Zone area switching). Sensibilità tracciatura determina la frequenza di ricalcolo (0=ricalcolo immediato, 4=massimo ritardo), da utilizzare per gestire gli "impallamenti" temporanei del soggetto. Sensibilità tracc. veloc. indica alla fotocamera come si muove il soggetto (0=velocità costante, 2=con accelerazioni improvvise). Commutazione area, che ha effetto solo quando si lavora in modalità Wide Tracking, indica infine alla fotocamera quale soggetto privilegiare, tra quello al centro, quello in primo piano o Auto (in quest'ultimo caso, viene privilegiato inizialmente il soggetto al centro, poi viene effettuato il tracking di quel soggetto).
Siamo rimasti piacevolmente impressionati, in particolare, dalla rapidità e dalla ripetibilità della risposta che abbiamo riscontrato lavorando in AF-C / Zona, laddove la X-T2 mostrava un comportamento meno "prevedibile", con saltuari errori di messa a fuoco apparentemente non riconducibili al fotografo – per inciso, il genere di comportamento che crea sfiducia nella propria attrezzatura, e che in definitiva spinge i "pro" verso altri modelli. La X-T3, per fortuna, si è levata di dosso questo fardello.
La funzione di inseguimento ancora non è ancora perfetta, e soffre i soggetti veloci, così come ancora esistono margini di miglioramento per la funzione Face/Eye detection, in ogni caso molto migliorata. Anche in questo caso, in presenza di soggetti lenti, ad esempio ritratto posato, la sua affidabilità è impeccabile (cosa che non si poteva dire del modello precedente), mentre non è ancora possibile utilizzare efficacemente questa funzione in contesti dinamici, come invece è possibile fare con le mirrorless della concorrente Sony (che da questo punto di vista rappresentano lo stato dell'arte).
Grazie gli 11, ai 20 e persino ai 30 fps (con crop), cogliere l'attimo desiderato con la X-T3 è quasi una certezza.
Abbiamo trovato molto utile ed efficace la nuova funzione pre-shot, che in sintesi inizia a registrare alla pressione a mezza corsa del pulsante di scatto, salvando poi su memory card anche i fotogrammi immediatamente precedenti alla completa pressione del pulsante di scatto. Il suo limite è che può essere (prevedibilmente) usata solo con otturatore elettronico e raffica ad alta velocità da 20 fps ma, accettando l'uso dell'otturatore elettronico, è davvero un grosso aiuto per non perdere l'attimo.
Dopo qualche tempo, ci ha effettivamente indotto a cambiare modo di scatto, portandoci ad attendere il culmine dell'azione prima di premere il pulsante, anziché anticipare leggermente l'azione come di consueto. Il risultato? Beh, nella nostra esperienza il buffer si è rivelato abbastanza generoso da includere tutto il necessario, così scattando a posteriori siamo riusciti a cogliere il culmine dell'azione con maggiore regolarità rispetto anche alle ammiraglie reflex.
Sempre a proposito di messa a fuoco, la X-T3 introduce una nuova modalità di messa a fuoco manuale assistita, che ricorda i microprismi dei vecchi schermi di messa a fuoco diffusi prima dell'avvento dell'AF. Per chi non ne ha mai usato uno, si trattava solitamente di una corona circolare che, grazie appunto alla presenza di microprismi, amplificava la sfocatura dell'immagine, rendendola più visibile. Accompagnava solitamente lo stigmometro (immagine spezzata al centro), mentre nell'implementazione di Fujifilm, che già offre lo stigmometro digitale in altra modalità, si tratta di un cerchio che copre la zona centrale. L'utilità di questo strumento è, per sua natura, relativa: come la vera corona di microprismi, serve soprattutto a mettere a fuoco in caso di soggetti dai colori uniformi, laddove lo stigmometro (in passato) o il focus peaking (oggi) non possono essere efficaci. Verrà quindi utilizzato molto poco, ma la sua presenza, soprattutto su una Fujifilm X, è benvenuta – se non altro perché ben si accorda con lo stile vintage della fotocamera.