Negli ultimi tempi DJI mi obbliga a essere molto ripetitivo. Anche nel caso del nuovo drone DJI Mavic 2 Zoom devo riaffermare 'Il produttore cinese ultimamente non sbaglia un colpo'. Tutti i quadricotteri Mavic che si sono susseguiti al primo Mavic Pro, ma anche lo stesso piccolo DJI Spark, hanno infatti portato ogni volta novità decisamente interessanti, sempre in grado di ricacciare indietro la concorrenza, scavando un nuovo solco tra essa e i prodotti DJI. Nel caso dei nuovi Mavic 2 abbiamo visto una biforcazione della serie, con da una lato Mavic 2 Pro a puntare sul massimo della qualità d'immagine, con l'adozione di una fotocamera marchiata Hasselblad con sensore da 1" e 20 megapixel, e dall'altro Mavic 2 Zoom, non poteva essere altrimenti visto il nome, con un'ottica dotata di zoom 2x.
Quello che è meno evidente dai nomi e dalle schede tecniche è però il vero punto di forza di questi multicotteri: la guidabilità. Inoltre DJI sembra aver ascoltato la voce delle diverse recensioni dei modelli precedenti, tra cui la mia del modello Mavic Air, e ha migliorato anche il comparto sensori, che ora annovera sensori per evitare gli ostacoli posti anche sui lati. Un dettaglio, ma molto utile in un oggetto che vede nelle manovre circolari attorno ai soggetti uno dei tipi di ripresa più scenici. Con Mavic Air mi era capitato di dover interrompere manualmente e con tempestività le riprese automatizzate 'Circle' o 'Spirale' in quanto nel suo percorso il drone stava viaggiando pericolosamente verso un albero.
Mavovre circolari attorno a oggetti facilissime da effettuare senza automatismi. E se li si usa i rilevatori di ostacoli laterali aumentano la sicurezza
Devo anche dire che con il nuovo Mavic 2 Zoom ho utilizzato molto meno le manovre automatizzate, dato che l'estrema guidabilità rende facilissimo in modalità completamente manuale creare cerchi perfetti, spirali ascendenti e discendenti, salite e discese verticali stabili e continue. Inoltre è migliorata non solo la guidabilità del drone, ma anche la stabilizzazione delle immagini. Un esempio su tutti: quando viene rilasciato il comando in avanti o indietro il drone si impenna lievemente per fermarsi, ma nelle riprese non c'è alcuna traccia di questo, seppur lieve, movimento.
La maggiore guidabilità in modalità manuale, con grandissima precisione nei movimenti più piccoli, e la gestione perfetta della gimbal, addirittura, rendono quasi inutile la modalità 'Cinematic' che sui droni precedenti serviva proprio ad avere una guida meno brusca per riprese più cinematografiche. Anzi dopo la precisione della modalità normale bisogna fare l'occhio alla modalità Cinematic, visto che allunga di molto gli spazi di frenata, che invece nell'altra sono praticamente nulli.
Fotografia? No, fotogramma estratto dal video 4K
La grande stabilità e precisione di guida permettono di effettuare riprese molto sceniche con grande facilità. Pur utilizzando un sensore in formato 1/2,3" la qualità dei video 4K e delle foto a 12 megapixel è elevata. Sono soprattutto i video a strappare il giudizio migliore: la gran parte delle foto che avete visto pubblicate sul canale Instagram di Fotografi Digitali è stata infatti estratta come singolo fotogramma dai video. Girando con un profilo D-Cinelike è possibile ottenere riprese ricche di dettaglio nelle ombre e nelle luci anche in situazioni ad elevato contrasto. Pur non essendo una vera e propria curva logaritmica, in quanto il profilo D-Log è riservato alla versione Pro di Mavic 2, il profilo D-Cinelike offre saturazione, contrasto e dettaglio ridotti in fase di ripresa, per avere ampio margine di operatività nella fase di post produzione e color grading.
Il radiocomando è lo stesso già visto coi modelli precedenti - come Mavic Air - e può ospitare uno smartphone con installata l'app DJI GO 4, che permette di gestire tutte le funzionalità e impostazioni del drone. L'interfaccia resta un po' compressa, adatta a dita piccole, e non sempre è comodissima da utilizzare durante la guida. Il controller offre in confezione cavi per la connessione con dispositivi Lightning (iPhone), Micro-USB e USB Type-C. Il controller offre la possibilità di svitare le levette dei joystick, per minimizzare gli ingombri durante il trasporto. A tale scopo le braccia del drone sono ripiegabili e le eliche (anch'esse ripiegabili) smontabili con facilità senza attrezzi. DJI ha migliorato anche la protezione della testa cardanica che regge la fotocamera, con una bolla protettiva in plastica trasparente che oltre a proteggere l'ottica blocca la gimbal. In questo modo durante il trasporto essa non solo è protetta dagli urti esterni, ma anche dai forti scuotimenti che potrebbero danneggiarla.
La batteria è ricaricabile tramite apposito caricatore da presa AC, che offre anche un'uscita USB per mettere in carica anche il controller in contemporanea. L'autonomia di circa 31 minuti è un altro dei punti di forza di questo quadricottero: è aumentata di circa 4 minuti rispetto al Mavic Pro ed è maggiore di 10 minuti rispetto a Mavic Air. Le prove di autonomia dichiarata sono portate a termine con il drone a una velocità costante di 25 km/h. Durante un uso normale si fanno manovre più complesse, ma i minuti veri di autonomia reale sono di poco inferiori: calcolando che generalmente quando il drone arriva al 20% di autonomia residua è buona norma tornare alla base, i minuti di volo a disposizione del pilota superano il valore di 20 minuti, decisamente abbastanza anche per riprese molto articolate.
Il nuovo DJI Mavic 2 Zoom è esente da difetti? No, purtroppo c'è ancora qualcosa da migliorare. Abbiamo già citato l'app: è utilizzabile con radiocomandi con ampi schermi, ma utilizzando smartphone con display da 5" o inferiori l'uso diventa più difficoltoso e premere il comando giusto è complicato. Mitiga il problema il fatto di avere replicati sui tasti fisici del radiocomando alcuni dei comandi più utilizzati, ma si potrebbe lavorare su un'interfaccia ottimizzata per gli smartphone.
Uno dei suoi pregi da fermo e ripiegato, le dimensioni compatte, può trasformarsi in un difetto: in pieno giorno, quando le luci di navigazione sono poco visibili, sullo sfondo del cielo diventa identificare il drone anche a poche decine di metri di distanza dall'operatore.
Le potenzialità dei panorami automatizzati sono elevate, ma gli errori di stitching ancora troppi
DJI offre anche su questo modello la possibilità di scattare fotografie panoramiche ad alta risoluzione - tra cui Sphere, 180°, Horizontal e Vertical - scattando in automatico immagini a diverse angolazioni ed effettuando lo stitching direttamente in macchina. Come già visto su Mavic Air, il montaggio delle immagini non è esente da difetti, anzi questi sono alquanto frequenti e se ne ritrovano più d'uno all'interno della stessa immagine. Mitiga il problema la possibilità di salvare (anche in RAW) le singole immagini che compongono la panoramica per un successivo montaggio in post produzione con altri software; si perde così però l'immediatezza delle immagini scatta e condividi, costringendo a passare dalla post produzione per risultati ottimali.
Il prezzo di listino del nuovo Mavic 2 Zoom sul sito DJI è pari a 1.249€. Per avere un termine di confronto con gli altri modelli in gamma: DJI Mavic 2 Pro è posizionato a 1.499€, Mavic Pro (anche la versione Platinum) a 999€, Mavic Air a 849€. Dovremmo riuscire a provare a breve anche la versione 2 Pro per darvi un'idea delle differenze, ma parlando in relazione agli altri modelli possiamo dire che attualmente Mavic 2 Zoom è il best buy del momento. Per silenziosità e guidabilità si stacca nettamente dai modelli Air e dal primo Pro, offrendo in più anche lo zoo ottico sulla telecamera.
DJI Mavic 2 Zoom Drone con Zoom Ottico 24-48 mm 4x Lossless, Sensore CMOS 1/2.3” 12 MP, Super Risoluzione 48 MP, Dolly Zoom, Versatilità Estrema, Video Full HD, Grigio
599.00€ Compra oraLa differenza di prezzo con il vecchio Pro c'è, ma se il budget lo permette è consigliabile spendere 250€ in più per il nuovo modello: ne vale decisamente la pena, anche per il maggior numero di sensori per gli ostacoli, che lo rendono più sicuro. Nel confronto con Mavic Air la differenza sale a 400€ e cambia anche la trasportabilità, con Air in grado di trovare più facilmente spazio nello zaino dei viaggiatori. Se il focus principale è la qualità delle riprese, per la grande stabilità dimostrata, Mavic 2 Zoom è la scelta migliore.
In chiusura la domanda potrebbe essere: 'Serve davvero lo zoom'? La sola focale di 24mm potrebbe bastare, ma in alcune situazioni può essere comodo spingersi fino a 48mm utilizzando lo zoom ottico 2x. Un caso è quello di riprese con maggiore distanza di sicurezza. Anche alcune manovre, come il volo circolare attorno a un oggetto, possono risultare maggiormente scenografiche se effettuate con un campo più stretto. Qui di seguito la sintesi in video con le immagini riprese dal drone.