Questo piccolo confronto, dall'esito scontato, ha messo in evidenza l'evoluzione progettuale delle ottiche moderne.
Fino a non molti anni or sono, le ottiche erano infatti costruite con un numero minimo di elementi, e i costruttori che puntavano al massimo della qualità si rivolgevano unicamente a vetri o geometrie speciali (fluorite, superfici asferiche…) per contenere le aberrazioni. In questo modo non era facile correggere alcuni difetti come la caduta di nitidezza ai bordi. Quando venivano usati schemi ottici validi, meccanismi precisi e vetri di buona qualità, però, questo approccio garantiva, oltre alla compattezza, una nitidezza (almeno al centro del fotogramma) inarrivabile anche per alcuni moderni obiettivi economici.
Due immagini riprese nel corso della prova con il Sigma montato su Sony A7 Mark III. Non solo precisione e pulizia: anche il Sigma può avere un'anima "rock".
Con l'evolversi della tecnologia, e in particolare dei trattamenti antiriflesso, è diventato possibile (e conveniente) ridurre le aberrazioni senza penalizzare il contrasto ricorrendo a schemi ottici più complessi. Proprio Sigma è stata pioniera in questo, mostrano a tutti, con il suo 50mm Art, come sia possibile produrre un obiettivo otticamente pressoché perfetto a costi interessanti. La grande differenza tra un moderno obiettivo di alta qualità e obiettivi più datati risiede proprio nella capacità dei primi di garantire performance "stellari" a ogni diaframma di lavoro e in ogni punto del fotogramma.
Qualcuno potrebbe lamentare, in questi obiettivi, una certa mancanza di "personalità". Personalità data proprio da alcuni difetti capaci di rendere le immagini prodotte da alcune lenti immediatamente riconoscibili – in alcuni casi quasi iconiche. È comunque fuor di dubbio che un comportamento costantemente eccellente rappresenti un vantaggio per il fotografo, soprattutto nei casi in cui questo tenda a lavorare prevalentemente con diaframmi molto aperti.
Un altro dato interessante che emerge da questo confronto è una sorta di ottimizzazione delle ottiche moderne proprio per i numeri "f" inferiori. Il Sigma da il meglio di sé tra f/2 e f/8 e ha il suo sweet spot a f/4, mentre gli obiettivi vintage si esprimono al meglio a diaframmi più chiusi, e hanno entrambi il loro sweet spot a f/8. La vecchia regola dell'f/8, nota a molti fotografi di lungo corso, ha ormai smesso di essere vera.