L'ho detto nella recensione a caldo della Osmo Pocket di DJI: questa piccola videocamera stabilizzata ha le carte in regola per diventare il perfetto strumento di lavoro dell'e-journalist. Una congiuntura particolarmente positiva mi ha permesso di saggiare subito la bontà di questa affermazione: la disponibilità del prodotto per una prova più approfondita e la partenza per il CES di Las Vegas sono infatti coincisi. Quale occasione migliore per mettere veramente alla prova sul campo DJI Osmo Pocket in un ambito professionale?
Devo ammettere di essere stato sulle prime non del tutto fiducioso: per la trasferta in Nevada ho messo in borsa, oltre alla Osmo Pocket e a uno smartphone, una fotocamera da utilizzare all'occorrenza per la registrazione dei video, accompagnata da radiomicrofoni. Non essendo ancora disponibile l'accessorio per trasformare la presa USB-C della Osmo in un ingresso microfonico standard su jack da 3,5mm, la registrazione di audio con qualità sfruttabile per il lavoro editoriale del sito era l'aspetto che mi preoccupava di più nell'utilizzare la piccola gimbal-camera in un contesto rumoroso come quello di una fiera. Per altro una delle più frequentate al mondo.
Il risultato è che non ho praticamente mai tirato fuori la fotocamera e i relativi microfoni dalla valigia. Già dalla prima conferenza stampa la piccola videocamera montata su testa cardanica motorizzata ha dimostrato di poter rispondere alle normali esigenze dei nostri video con una qualità più che sufficiente anche dal punto di vista audio.
Il microfono è rivolto verso l'operatore
DJI ha posizionato saggiamente il microfono verso l'utente, in questo modo impugnando la videocamera in modo normale e indirizzando la voce verso di esso è possibile registrare un audio di qualità sufficiente, anche senza l'ausilio di microfoni esterni. La facilità di pivot della testa, per passare dalla modalità selfie a quella normale, con ottica rivolta in avanti, mi ha permesso di registrare i video partendo sulla mia soggettiva e passando poi a riprendere i soggetti, senza modificare la distanza dal microfono, mantenendo livelli audio costanti e con la possibilità di parlare vicino al microfono in casi di rumore di fondo particolarmente intenso. Questa modalità ha ridotto al minimo anche le fasi di montaggio, con il principale stacco montato già in camera.
Immediato passare dall'inquadratura frontale a quella posteriore
Ho utilizzato praticamente sempre la piccola videocamera in accoppiata allo smartphone. Questo per due motivi. Da un lato il display dello smartphone permette inquadrature più precise rispetto al piccolo schermo integrato in Osmo Pocket: esso rimane comunque un utile riferimento in tutte quelle situazioni in cui si vuole la massima libertà e non si vuole avere l'ingombro dello smartphone. In secondo luogo il monitor del cellulare offre maggiori possibilità di controllo della gimbal. Senza esso è solo possibile orientare manualmente la testa motorizzata verso l'alto, mentre dal joystick virtuale dell'app essa ha tutti i gradi di libertà a portata di pollice. Tramite l'app è anche più immediato controllare i parametri di scatto e solo da essa è possibile utilizzare le modalità di scatto e ripresa manuali. A questo proposito un plauso va anche alla lettura esposimetrica di Osmo Pocket, sempre sufficientemente precisa e bilanciata da non richiedere mai il passaggio in manuale. Discorso simile anche per il bilanciamento del bianco.
La focale equivalente dell'ottica F2.0, pari a 25,7mm in formato 35mm (circa 80° di angolo di campo), è abbastanza versatile e simile al classico 28mm in fotografia e videoripresa. Per i video è perfetta e offre la giusta flessibilità, anche nelle riprese in soggettiva. Per le fotografie a volte è un po' troppo lunga per l'utilizzo in fiera, ma lo sarebbe anche quella di uno smartphone. La risoluzione di 12 megapixel delle foto permette ritagli abbastanza spinti e in ambito video girando in 4K è possibile ritagliare in Full HD con zoom equivalente 2x.
Una delle foto riprese in fiera
La stabilizzazione della testa è davvero efficace e nell'ambiente complicato della fiera facilita molto le operazioni rispetto a una videocamera normale. Molto semplici sono le panoramiche, anche in situazioni in cui si sgomita con gli altri giornalisti per un buon punto di vista e in quelle in cui si prendono botte a destra e sinistra. Basta trovare una posizione salda e poi azionare la testa tramite il joystick virtuale a display per ottenere una ripresa fluida e stabile. La stabilizzazione è talmente efficace che senza troppe attenzioni anche le riprese in movimento camminando risultano utilizzabili senza ulteriori passaggi in post produzione.
Con Osmo Pocket è possibile riprendere in modo davvero semplice e alla portata di tutti immagini di grande impatto, come il motionlapse delle fontane danzanti dell'Hotel Bellagio sulla Strip di Las Vegas. Altrettanto semplice è la creazione di hyperlapse in movimento, scattando a intervalli regolari mentre ci si sposta. La stabilizzazione della testa è tale da rendere una tale ripresa possibile anche a mano libera. Potete vedere due esempi di questo tipo di riprese nel video di sintesi dell'articolo.
Spesso sono i piccoli particolari che danno quella marcia in più ai prodotti. Già nella recensione a caldo ho parlato della grande cura posta da DJI nella progettazione di questo prodotto. Il fatto che il connettore possa essere risposto anche al contrario, per proteggere lui e i contatti anche senza dover avere con sé la slitta di plastica. Il fatto che è possibile inserire la videocamera nella custodia protettiva in tre modalità: senza connettore, con il connettore in posizione di riposo e con il connettore sporgente pronto all'uso (modalità che io ho sempre utilizzato). Grazie all'apposito foro sul fondo della custodia è possibile anche ricaricare Osmo Pocket quando in essa riposta: particolare molto utile per attaccare la videocamera a un powerbank durante gli spostamenti tra uno stand e l'altro. In questo modo non ho mai avuto problemi di autonomia lungo tutto il corso delle interminabili giornate del CES di Las Vegas.
Su questo tema c'è da sottolineare un importante difetto dell'accoppiata Osmo Pocket/Smartphone Android: quando collegata al telefonino la videocamera viene letta dal terminale come dispositivo USB con le opzioni 'Solo ricarica', 'Trasferimento Foto' e 'Trasferimento file'. In tutti i tre casi il telefonino 'succhia' energia dalla videocamera, inficiando fortemente l'autonomia. Nei terminali con reverse charge (come Huawei Mate 20 Pro che ho utilizzato a Las Vegas) non risulta possibile attivare il flusso in direzione opposta, fatto che invece sarebbe auspicabile, assieme alla possibilità di evitare il trasferimento di energia in entrambi i sensi.
In sintesi: pur ancora in attesa dell'accessorio per l'utilizzo di microfoni esterni, sul campo in una situazione difficile come il CES 2019 di Las Vegas, DJI Osmo Pocket ha confermato le sue capacità di diventare un dispositivo all-in-one perfetto anche per riprese editoriali e professionali.
DJI Osmo Pocket è disponibile in Italia al prezzo di listino di 359€ anche attraverso il canale ufficiale di DJI Store.