Non sempre 'compatta' fa rima con bassa qualità delle immagini. Anzi, con la fascia bassa delle fotocamere compatte cannibalizzata dagli smartphone, in questo settore sopravvivono con successo solo alcune nicchie di mercato: le superzoom (bridge e compatte), le rugged e le compatte premium. Queste ultime possono essere divise ulteriormente in due categorie: quelle dotate di sensore da un pollice e ottica zoom e quelle con sensore più grande (APS-C o Full Frame) e ottica fissa.
Appartiene a questa categoria Fujifilm XF-10, che cerca di raggiungere un buon compromesso tra qualità, leggerezza e prezzo non troppo elevato. Il principale difetto delle compatte premium è infatti spesso il prezzo. Con un listino di 519,99€ (street price Amazon 449€), si posiziona infatti almeno 900€ più in basso della mitica X100F, che però offre un particolare mirino ibrido ottico/elettronico. Rispetto a quest'ultima XF10 è molto più piccola e leggera, davvero una APS-C da taschino.
Rinuncia al sensore X-Trans, ma adotta il CMOS da 24 megapixel di tipo normale con matrice Bayer già utilizzato con successo da Fujifilm sulla sua X-T100, sulla quale ha ben figurato, senza far rimpiangere la tecnologia X-Trans nella nostra recensione. Il sensore è utilizzato anche sulla mirrorless entry level X-A5.
Fujifilm XF10: grande nitidezza
Dalle nostre prove strumentali il sensore è risultato molto vicino nelle prestazioni agli X-Trans, con un notevole microcontrasto e nitidezza davvero elevata per un sensore APS-C. In RAW il dato numerico slanted edge sfiora le 3000 LW/PH, coerente con la completa estinzione del pattern che, visivamente, avviene leggermente oltre questo valore. Il rovescio della medaglia di tanta nitidezza è una maggiore tendenza alla comparsa di artefatti, che in caso di trame regolari possono generare fastidiosi effetti Moiré e ridurre il dettaglio.
Affidandoci nuovamente ai numeri, la soglia di Alias calcolata dal software di analisi è nell'intorno delle 2800 LW/PH; visivamente, a 2800 LW/PH il Moiré è effettivamente molto grave ma, già a 2600 LW/PH fa la sua comparsa in modo evidente. In caso di trame regolari, dunque, l'aliasing può fungere da collo di bottiglia e limitare il dettaglio leggibile.
Inutile dire che il JPEG in camera è ancora più estremo: l'oversharpening arriva, in questo caso, nientemeno che al 20%. Un dato oggettivamente eccessivo, che a prima vista restituisce un'impressione di una nitidezza clamorosa ma che, abbandonato lo schermo di uno smartphone e osservata l'immagine con un ingrandimento superiore, risulta controproducente. Frange di interferenza si osservano in questo caso a partire da frequenze spaziali di 2000 LW/PH, il che significa sacrificare (ovviamente solo nei casi in cui il soggetto presenta pattern regolari) un terzo del potere risolvente della fotocamera.
L'obiettivo integrato, un pancake da 18,5mm F2.8, con angolo di campo pari a un 28mm su formato pieno, è caratterizzato anch'esso da un'ottima nitidezza complessiva, che si mantiene molto alta anche ai bordi del fotogramma. Già a tutta apertura è molto inciso e raggiunge il suo sweet spot a F5.6. Presta solo il fianco un po' troppo all'aberrazione cromatica, visibile anche senza troppo ingrandimento. Purtroppo tale aberrazione non viene corretta efficacemente nei JPEG in uscita dalla macchina, come invece ci si aspetterebbe.
ISO 200
ISO 400
ISO 800
ISO 1600
ISO 3200
ISO 6400
ISO 12800
ISO 200
ISO 400
ISO 800
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ISO 3200
ISO 6400
ISO 12800
Il comportamento agli alti ISO è nella media del settore. Il rumore inizia a comparire a 1600 ISO, ma ancora a 3200 ISO la perdita di dettaglio è trascurabile. Diventa evidente a partire da 6400 ISO e molto impattante a 12.800 ISO, sensibilità nativa massima, da considerare utilizzabile solo in casi d'emergenza. Buono infine il comportamento cromatico, non penalizzato dal vistoso errore sul punto di bianco che caratterizzava le immagini prodotte dalla "sorella" X-T100.
A livello ergonomico la presenza di tre ghiere la rende molto comoda da utilizzare in modalità totalmente manuale. Oltre alle due ghiere a portata di pollice e indice (quest'ultima concentrica al pulsante di scatto). La mancanza del mirino è forse la pecca che gli appassionati Fujifilm possono imputarle, ma con un EVF i prezzi sarebbero lievitati in modo sensibile. Offre un joystick per lo spostamento del punto di fuoco, anche se non avendo il mirino è forse più comodo utilizzare il touchscreen per il posizionamento del punto di messa a fuoco. Il joystick torna utile nella gestione del menu. Qualcuno segnalerà come difetto anche la mancanza del display orientabile. Resta un punto fermo il tasto 'Q' per l'accesso al Quick Menu, che permette la regolazione rapida dei principali parametri di scatto.
Offre ingresso per microfoni, ma come spesso accade in casa Fujifilm su jack da 2,5mm, che richiede adattatore per il più classico 3,5mm. Per la ricarica e la connessione al computer utilizza un connettore microUSB, la versione Type-C sarebbe stata una scelta più moderna.
La messa a fuoco offre una griglia di 91 zone a rilevazione di fase, concentrate abbastanza al centro del fotogramma, al di fuori c'è solo l'AF basato sul contrasto. La messa a fuoco è abbastanza veloce, ma a volte ha qualche tentennamento di troppo per una macchinetta che vede nella street photography uno dei suoi ambiti d'uso d'elezione.
La batteria offre una buona autonomia e in caso di emergenza basta un power bank per dare nuova energia alla fotocamera. La fotocamera è utilizzabile durante la ricarica via USB.
A livello video la fotocamera si spinge fino al formato 4K, anche se solo a 15 fotogrammi al secondo. In pratica, quindi, la funzione è inutilizzabile in video, ma torna utile per ottenere raffiche 4K a tale cadenza. Esse sono sfruttate anche dalla modalità Multifocus, che permette di combinare fino a 15 scatti per immagini a profondità di campo estesa.
In sintesi si tratta di una fotocamera da taschino dalle grandi potenzialità, viste le prestazioni del sensore CMOS di tipo classico e dell'ottica da 28mm equivalenti, capaci di grande nitidezza. Allo street price di circa 450€ è un'ottima alternativa come 'secondo corpo' quando non si vuole portare con sé la mirrorless a ottiche intercambiabili oppure per scattare foto di qualità senza dare nell'occhio. All'occhio poco esperto può sembrare una compattina da pochi euro. Non è esente da difetti, ma si tratta di mancanze che si sentono poco nell'utilizzo più tipico. Ve la raccontiamo in sintesi nel video qui sotto.