Arrivato sul mercato nella seconda metà del 2018, iPhone XS Max è l'ultimo top di gamma di Apple e uno dei dispositivi più costosi dell'intera categoria. Si caratterizza per il display da 6,5" da 2688x1242 pixel compatibile con gli standard HDR10, Dolby Vision e utilizza il processore Apple A12 Bionic proprietario a 7-nm (esa-core) con GPU proprietaria a 4-core. Viene venduto con 64, 256 e 512 GB di storage e dispone di 4 GB di RAM, mentre la batteria è da 3.174 mAh.
iPhone XS Max sulla sinistra, iPhone X sulla destra
Per quanto riguarda la fotocamera posteriore Apple utilizza un approccio tradizionale: doppio modulo sporgente con sensori da 12 MP. Il principale ha una grandezza di 1/2.55" con pixel da 1.4µm e adotta un obiettivo grandangolare da 26mm stabilizzato otticamente e un sistema a rilevamento di fase per la messa a fuoco. Il modulo secondario utilizza un sensore più piccolo da 1/3.4" con pixel grandi 1.0µm e messa a fuoco a rilevamento di fase, abbinato ad un tele-obiettivo stabilizzato OIS con lunghezza focale di 52mm che consente di ottenere un fattore d'ingrandimento 2x. La fotocamera frontale è invece da 7 MP e ha un obiettivo f/2.2 con lunghezza focale di 32mm equivalenti nello standard da 35mm.
iPhone XS Max può registrare video in 4K Ultra HD a 60 fotogrammi al secondo, e può realizzare slow-motion alla risoluzione Full HD fino a 240 fps. Da segnalare che la fotocamera del modello Max è identica a quella di iPhone XS.
Le immagini prodotte in modalità standard (zoom 1x) sono incise e ricche di dettagli: l'estinzione del pattern di risoluzione si osserva nell'intorno alle 2100 LW/PH, con buona leggibilità dei particolari fino a 1800. Il riscontro visivo è confermato dal risultato numerico dell'analisi Hyperbolic Wedge, che assegna a questo modello punteggi nell'intorno delle 1900 LW/PH.
Sopra: modalità standard. Sotto: modalità zoom 2X
Anche da questi dati si desume l'approccio di sviluppo, che prevede un'elaborazione del file certamente intensa (l'oversharpening sfiora il 20%) ma non stratosferica. Il risultato è un file che si presenta molto bene sullo schermo dello smartphone stesso, ma che "regge" adeguatamente anche la visione su schermi più grandi, risultando sempre piacevole.
Apple ha viceversa deciso di spingere molto di più sull'acceleratore per quanto concerne la resa cromatica. Con una saturazione che sfiora il 135%, i colori sono estremamente vividi e risultano per questo accattivanti per la maggioranza degli osservatori. Di contro, complice anche un errore evidente sul punto di bianco (problema comune a pressoché tutti i modelli in gara), la fedeltà cromatica risulta decisamente modesta.
Il più piccolo sensore associato al teleobiettivo penalizza purtroppo i risultati ottenibili con zoom 2x che, seppur ottico, "paga" qualcosa alla modalità standard. Numericamente, osservando il pattern di risoluzione, si osserva una riduzione dei punteggi tra le 200 e le 300 LW/PH. In realtà, il divario nelle immagini reali è ancora più marcato dato che, nel presumibile tentativo di compensare la perdita di dettaglio, l'immagine viene in questo caso sovra-elaborata, il che introduce artefatti e porta a una drastica riduzione dei dettagli a basso contrasto.