Annunciato insieme alla variante Pro, e un po' oscurato da quest'ultima, Huawei P30 è in realtà uno degli smartphone più validi di inizio 2019. Caratterizzato dalla EMUI 9.1 proprietaria, lo smartphone utilizza il processore Kirin 980 a 7-nm abbinato a 6 GB di RAM e a 128 GB di storage in un'unica versione. È presente il supporto al Dual SIM e all'espansione dello spazio di memoria, ma solo attraverso schede NM Card proprietarie. Sono parecchie le differenze con il Pro: ad esempio il display è "flat" da 6.1" e supporta la risoluzione Full HD+, mentre la batteria è da 3.650 mAh con ricarica rapida da "soli" 22.5W (il Pro supporta fino a 40W con l'adattatore in dotazione). Mancano inoltre ricarica wireless e reverse wireless charging.
Sono completamente diverse fra i due smartphone le fotocamere posteriori, ma anche Huawei P30 utilizza soluzioni molto ricercate. Sono tre i moduli presenti: il principale ha un obiettivo grandangolare abbinato a un sensore da 40 MP SuperSpectrum (con matrice RYB), apertura f/1.8 e privo di stabilizzazione ottica; immediatamente più in alto c'è un modulo ultra-grandangolare da 16mm equivalenti con sensore da 16 MP e, infine, nella parte più alta della piccola capsula posteriore sporgente c'è un tele-obiettivo da 80mm equivalenti con un fattore d'ingrandimento di circa 3x rispetto al principale. Attraverso l'uso di algoritmi di IA Huawei promette la realizzazione di uno zoom 5x definito "ibrido" con poca perdita nella qualità percepita dell'immagine. La fotocamera frontale è singola e usa un sensore da 32 MP abbinato a un obiettivo f/2.0.
Huawei P30 può registrare video in 4K Ultra HD a 30 fotogrammi al secondo, e può realizzare slow-motion alla risoluzione HD fino a 960 fps per un breve lasso di tempo. Il prezzo di listino è di 799,90€, ma online può essere già trovato a poco meno di 650€.
Dato che la fotocamera principale del P30 si basa sullo stesso sensore di quella del P30 Pro, pur essendo dotata di ottica meno luminosa e non stabilizzata, non stupisce che i risultati siano pressoché identici – i vantaggi pratici della stabilizzazione non emergono infatti dai nostri test con smartphone posto su cavalletto. Differenza potrebbero ovviamente emergere nell'utilizzo quotidiano, soprattutto in caso di scatti con poca luce e tempi lenti.
L'ottica grandangolare è servita in questo caso da un sensore di minor risoluzione, di conseguenza a livello di dettaglio si perde qualcosa – circa 200 LW/PH, in termini numerici (1848 e 2364 LW/PH i risultati del software di analisi). Rimangono comunque valide le valutazioni precedenti: seppur leggermente inferiore rispetto al P30 Pro, siamo di fronte a uno smartphone che produce foto grandangolari finalmente "utilizzabili" anche oltre lo schermo dello smartphone stesso.
Il tele, dal canto suo, meno estremo di quello del modello superiore, si concede il lusso di essere un pizzico più luminoso e di restituire un poco di dettaglio in più. Sotto ogni altro aspetto fotografico, il P30 è identico al P30 Pro.