DJI Mavic 2 è un drone che è declinato in due versioni: Zoom e Pro. Ho recensito qualche tempo fa la prima delle due versioni, DJI Mavic 2 Zoom, la più accessibile e dotata di fotocamera con sensore da 12 megapixel in formato 1/2,3" e ottica zoom 2x, per inquadrare angoli di campo di focali equivalenti da 24mm a 48mm nel formato 35mm. Un prodotto che è uscito decisamente bene dalle nostre prove, sia per quanto concerne la resa delle immagini, ma soprattutto per la stabilità in volo, davvero eccezionale. Una stabilità che rende il drone facilissimo da guidare e che mette in secondo piano le manovre automatizzate, visto che in modalità completamente manuale è facile riuscire a replicarle e a ottenere riprese davvero scenografiche.
Molta quindi era la curiosità nei confronti del fratello maggiore, DJI Mavic 2 Pro, che nasce dalla collaborazione diretta con Hasselblad (acquisita in toto da DJI all'inizio del 2017) e che utilizza una foto/videocamera con sensore da 20 megapixel in formato da 1" con ottica F2.8 che inquadra un angolo di campo di circa 77°, pari a quello di un obiettivo 28mm sul formato 35mm. Il formato più ampio del sensore permette di avere maggiore risoluzione senza dover ridurre troppo la dimensione dei pixel e quindi avere una buona resa fotografica anche alle alte sensibilità. Il modulo Hasselblad può scattare immagini con sensibilità comprese tra 100 e 12.800 ISO, mentre nella registrazione dei video la sensibilità massima si ferma a 6400 ISO. Tra le particolarità interessanti della versione Pro (non disponibili nella versione Zoom) troviamo la possibilità di registrare video in formato Dlog-M a 10 bit per la massima gamma dinamica e video HDR, sempre a 10 bit, in formato HLG, per la visione diretta in HDR sui dispositivi compatibili.
Come detto l'avionica è la stessa del modello Zoom e pari quindi è il giudizio in termini di facilità d'uso, di stabilità e sicurezza. Ricordiamo infatti che il comparto sensori, rispetto ai modelli precedenti, ora annovera sensori per evitare gli ostacoli posti anche sui lati. Si tratta di una funzione molto utile in un oggetto che vede nelle manovre circolari attorno ai soggetti uno dei tipi di ripresa più scenici. Con DJI Mavic Air e DJI Spark mi era capitato di dover interrompere manualmente e con tempestività le riprese automatizzate 'Circle' o 'Spirale' in quanto nel suo percorso il drone stava viaggiando pericolosamente verso un albero. Coi nuovi Mavic 2 i sensori laterali evitano questo tipo di problema. Funziona molto bene la funzione Active Tracking, utilizzabile in diversi tipi di ripresa per seguire il soggetto con l'inquadratura, girargli intorno mentre si muove oppure seguirlo in laterale, frontalmente o posteriormente. Il tracking permette anche di concentrarsi pienamente sul volo del drone, lasciando al modulo su testa cardanica motorizzata e stabilizzata il compito di seguire il soggetto, oltre che di mantenerlo a fuoco.
Como ho già detto parlando di Mavic 2 Zoom, l'estrema guidabilità rende facilissimo - in modalità completamente manuale - creare cerchi perfetti, spirali ascendenti e discendenti, salite e discese verticali stabili e continue. Inoltre è migliorata non solo la guidabilità del drone, ma anche la stabilizzazione delle immagini. Quando in drone accelera o frena la testa cardanica si muove 'assorbendo' in modo perfetto il beccheggio del mezzo, che risulta non percepibile nelle immagini, anche senza utilizzare la modalità Cinematic, che invece sui modelli precedenti faceva in modo netto la differenza nelle riprese in movimento. Per la recensione di Mavic 2 Pro abbiamo utilizzato sia il Remote Controller standard, che richiede l'utilizzo di uno smartphone per avviare l'app e controllare le impostazioni del drone, oltre a visualizzare le immagini riprese in diretta, ma anche il nuovo DJI Smart Controller presentato al CES.
Quest'ultimo è un oggetto parecchio costoso (649€) ma per chi fa un uso professionale è un deciso passo avanti rispetto al controller normale. Basato su Android unisce radiocomando e smartphone e non utilizza la carica di quest'ultimo: sono così solo due i dispositivi da caricare per poter volare e non tre come invece accade con il radiocomando standard (Drone + remote controller + smartphone). DJI Smart Controller offre inoltre più tasti personalizzabili come scorciatoia, è impugnabile in modo molto più saldo, offre un'uscita HDMI per salvare il flusso video Full HD in modalità Live, ha una resistenza maggiore dei classici smartphone agli agenti ambientali (è utilizzabile in un intervallo di temperature che va da -20°C a +40°C), ma soprattutto è dotato di un ampio display Full HD da 5,5" perfettamente visibile anche in pieno sole. Promette 1000 cd/m2, ma nelle nostre misurazioni è andato anche oltre il tetto delle 1000 candele, confermando la perfetta visibilità fatta registrare nell'uso sul campo. Supporta la tecnologia OcuSync 2.0 con trasmissione del flusso video in Full HD fino a 40 Mbit e distanze fino a 8 km.
A confronto il JPEG uscito dalla fotocamera e il file DNG sviluppato con Adobe camera RAW
Il formato maggiorato del sensore fa fare un salto di qualità a foto e video. Sfruttando il formato RAW DNG si hanno molte informazioni per lo sviluppo in post produzione delle foto, con ampi margini di recupero su luci e ombre. Nella gallery vi mettiamo qualche esempio della quantità di informazioni che è possibile estrarre dal DNG rispetto al JPEG. In questo il RAW del Mavic 2 Pro è più ricco rispetto a quello del fratello con sensore più piccolo Mavic 2 Zoom.
Il formato RAW è utilizzabile anche quando si scattano le composizioni panoramiche: sulla scheda troveremo poi salvato il panorama in formato JPEG e nell'apposita cartella tutti gli scatti DNG, da utilizzare per eventuali stitching in post produzione. Il top sarebbe avere a disposizione anche un RAW dell'immagine già composta nella panoramica, ma al momento non è possibile. Panoramiche e scatti sferici non sono affetti dagli errori che invece affliggevano Mavic Air e Mavic 2 Zoom e quindi su Mavic 2 Pro sono funzioni realmente utilizzabili.
I video possono essere registrati in formato 4K UHD 3840x2160 pixel a 24, 25 e 30 fotogrammi al secondo. A 2,7K (2688x1512 pixel) si può arrivare fino a 60 fps e in formato Full HD (1920x1080 pixel) è possibile accedere alla registrazione a 120 fps, per riprese rallenty. Come già detto troviamo la possibilità di registrare video in formato Dlog-M a 10 bit per la massima gamma dinamica e video HDR, sempre a 10 bit, in formato HLG, ma in entrambi i casi è necessario essere attrezzati per gestire l'HDR su tutta la filiera di post produzione. In ogni caso la gamma dinamica dei video normali è molto buona; è migliore di quella di Mavic 2 Zoom e soprattutto al scendere della luce disponibile è minore l'insorgenza del rumore con il salire della sensibilità ISO. La qualità dei video è decisamente elevata e l'appellativo 'Pro' per questo drone è pienamente giustificato.
La batteria da 3850mAh permette un'autonomia di ben 31 minuti, che si traduce in missioni operative da circa 25 minuti con low battery warning impostato al 20%. Il drone offre memoria interna da 8GB, che può essere espansa tramite schede MicroSD fino a 128 GB. Sono consigliate le schede UHS-I classe 3 e V30, che supportano sicuramente i flussi video 4K, che possono arrivare sul drone a 100 Mbps. Il peso al decollo di Mavic 2 Pro è pari a 907 grammi. Il drone adotta un design ripiegabile, che permette di ridurre in modo netto gli ingombri durante il trasporto, e ha dimensioni da chiuso pari a 214×91×84 mm. Il massimo della riduzione dell'ingombro avviene togliendo le eliche, operazione che non richiede nessuno strumento ed è rapida e veloce. Come già abbiamo visto su 2 Zoom, anche Mavic 2 Pro adotta una protezione dell'ottica per il trasporto che oltre a coprire il modulo fotocamera lo blocca in posizione, impedendo inutili scuotimenti durante gli spostamenti.
In sintesi DJI Mavic 2 Pro conferma la bontà del progetto e, grazie al modulo fotografico Hasselblad, offre una marcia in più rispetto al fratello Zoom. Il prezzo di listino di 1.499 € non è alla portata di tutti, ma è giustificato per un mezzo che può fregiarsi senza remore dell'appellativo 'Pro'. Costa 250 € in più rispetto alla versione Zoom, ma le migliori prestazioni della fotocamera ci fanno preferire di gran lunga questo modello. In versione kit con il radiocomando avanzato DJI Smart Controller ha un prezzo di 1.999 €. Nella nostra esperienza sul campo i due rappresentano l'accoppiata migliore e vale la pena di considerare l'acquisto del controller assieme al drone, con un risparmio di 150 € rispetto al listino se comprato da solo. La grande facilità di guida del drone è aumentata dall'ergonomia del radiocomando e permette ancora di più di dimenticare le manovre automatiche e di effettuare riprese d'effetto in modalità manuale. Vale la pena di risparmiare e prendere il vecchio modello, che si trova a meno di 1000 €? Secondo noi no, il salto generazionale è tale che meglio stanziare un budget superiore e acquistare uno dei nuovi modelli Mavic 2.
Qui sotto la videorecensione, che aggiunge alle parole anche diversi filmati ripresi direttamente con DJI Mavic 2 Pro.