Non più Medium Format, ma Large Format: Fujifilm con il lancio della sua nuova GFX 100 ha deciso di voler cambiare non solo il mercato, ma anche il linguaggio. Large è meglio di Medium per sottolineare i benefici rispetto al formato Full/Pieno. Finezze linguistiche a parte, la nuova fotocamera della serie GFX è davvero una pietra miliare per il produttore giapponese, ma probabilmente per tutto il settore. Annunciata a Photokina 2018, ora arriva finalmente sul mercato e all'evento di lancio italiano abbiamo avuto la possibilità di avere un primo contatto dal vivo con la 'Big Megapixel' di casa Fuji. Lo ricordiamo, è una fotocamera con sensore in formato 43,8mmx32,9mm da 102 milioni di pixel.
Una fotocamera medio formato facile da usare, con la funzione AF Eye-Tracking facilissimi anche i selfie allo specchio
La casa nipponica ha lavorato molto su questo progetto e lo si vede fin dal guscio esterno, caratterizzato da un design molto più piacevole della prima GFX-50S. Non siamo ancora ai livelli di quell'oggetto bellissimo che è Hasselblad X1D, ma finalmente anche l'estetica vuole la sua parte. Estetica, ma anche funzione: il design pulito nasconde diverse soluzioni interessanti. Un esempio è rappresentato dai due display accessori che si affiancano a quello principale da 3,2 pollici, per la ripresa e la revisione degli scatti. Uno è il classico display secondario sulla spalla, mentre il terzo piccolo display lungo e stretto si trova sul retro della fotocamera, in basso. Entrambi i display secondari possono essere completamente personalizzati nelle informazioni che mostrano.
Sono ben tre i display a disposizione per revisione, puntamento e informazioni di scatto
Quello sulla spalla da 1,8" di diagonale può mostrare i dati di scatto (a scelta) oppure delle ghiere virtuali (non ci sono sulla macchina infatti ghiere fisiche), ma anche l'istogramma. Discorso simile per informazioni e istogramma anche per il piccolo display posteriore da 2,05 pollici. Il display principale è snodato e può inclinarsi verso il basso, l'alto e lateralmente, oltre che sporgere dal corpo.
La macchina ripete quanto visto sulla capostipite GFX-50S e adotta un mirino elettronico amovibile, questa volta però con un pannello da ben 5,76 milioni di punti. Tramite l'adattatore opzionale EVF Tilting Adapter EVF-TL1 è possibile rendere il mirino regolabile su più angolazioni.
GFX 100 - Prime impressioni
L'attesa era molta riguardo la nuova fotocamera, visto il lungo e intenso lavoro che Fujifilm ha dedicato al suo sviluppo. Fin dal primo momento si vede che rispetto ai primi due modelli è stato fatto un importante passo avanti. La fotocamera è decisamente più veloce e reattiva. Stesso discorso per l'autofocus: GFX 100 è il primo modello del sistema Large Format GFX a utilizzare l’algoritmo di AF a rilevamento di fase adottato sulle fotocamere della Serie X di quarta generazione (X-T3 e X-T30), che ha portato anche in casa Fujifilm grandi precisione e velocità. L'algoritmo, che utilizza un totale di 3,76 milioni di pixel di rilevamento di fase posizionati sull'intero sensore, permette un efficace tracking dei soggetti e porta sul medio formato funzionalità molto comode come Face Detection e soprattutto la Rilevazione degli occhi, che mette a fuoco direttamente sull'occhio dei soggetti.
Modella in movimento, capelli davanti agli occhi, ma l'Eye-Tracking non ha fallito (particolare al 50%)
Nelle sessioni di ritratto, come ci è già capitato di dire nelle recensioni di diverse fotocamere full frame, questa funzione libera dalla preoccupazione relative alla precisa messa a fuoco e permette di concentrare tutta la propria attenzione su altri aspetti, come l'inquadratura o il rapporto con il soggetto. Messa alla prova negli scatti con la modella e di backstage la funzione Eye-Tracking sembra avere prestazioni decisamente interessanti, a livello di quelle delle mirrorless full frame. Ha inoltre dimostrato di riconoscere, tracciare e seguire l'occhio anche quando viene parzialmente nascosto dai capelli
Molte delle innovazioni discendono dall'utilizzo di un sensore CMOS BSI retroilluminato, che sposta lo strato delle connessioni dietro quello sensibile alla luce. Il sensore è più veloce in lettura, ma fa la sua parte anche il motore di elaborazione "X-Processor 4" di quarta generazione, che tra le altre cose mette a disposizione (sullo scatto singolo e non sulla raffica) la modalità 16-bit RAW. Il nuovo sensore promette, nonostante il cospicuo aumento di densità di pixel sulla superficie 44x33, migliori prestazioni non solo sul fronte della resa agli alti valori di sensibilità ISO, ma anche delle possibilità di recupero di ombre e luci. Promette e mantiene. La sensazione è la stessa che si ha nel passaggio dai sensori di APS-C X-Trans di generazione precedente a quelli retroilluminati di X-T3 e X-T30, con la differenza che in questo caso i megapixel non sono aumentati del 10%, ma del 100%.
Il JPEG uscito dalla macchina a 12.800 ISO: particolare originale e dopo apertura delle ombre in Photoshop
La tenuta agli alti ISO è qualcosa che lascia stupefatti considerando la quantità di pixel delle immagini. Poter utilizzare una fotocamera medio formato a 12.800 ISO non è cosa da poco, soprattutto in un mercato che fino a pochi anni fa era abituato a non poter andare mai oltre i 400 ISO. Tale sensibilità e la stabilizzazione IBIS a 5 assi sul sensore rendono GFX 100 una fotocamera medio formato veramente versatile, capace di regalare scatti incredibili anche fuori dallo studio. Scattare a 100 megapixel con il 110mm a 1/30 di secondo ottenendo uno scatto quasi perfetto è un'altra di quelle cose che lascia a bocca aperta molti, abituati a dover considerare il micromosso come il pericolo più incombente del medio formato, a volte anche sul treppiedi. Fujifilm ha lavorato molto, a questo proposito, anche sull'otturatore, con un sistema di ammortizzazione della tendina che minimizza le vibrazioni interne. Fujifilm ha scelto, a differenza di altri produttori, di non utilizzare la stabilizzazione per la tecnologia Multi-Shot, molto interessante, ma con pochi campi di applicazione reali.
GFX 100 è una di quelle fotocamere con cui è veramente piacevole scattare, anche grazie a un'ergonomia davvero efficace, nonostante la sparizione di tutte le ghiere fisiche. L'impugnatura verticale incorporata permette di stoccare due batterie e garantire un'autonomia di 800 scatti, finalmente anch'essa di livello professionale.
Sviluppare i file RAW .raf con Capture One è un piacere
I file di GFX 100 sono davvero ricchi di dettaglio e svilupparli con Capture One Express for Fujifilm è veramente piacevole, con ampi margini d'intervento senza che le immagini diano segni di degradazione della qualità. Qui sopra a confronto il file JPEG memorizzato dalla macchina sulla scheda di memoria e la fotografia sviluppata in Capture One recuperando del tutto le alte luci. Egregio, in particolare il comportamento sulle zone dorate del trucco sul naso, dove vengono riportati in gamma anche i riflessi più intensi.
I pochi minuti passati maneggiando Fujifilm GFX 100 sono stati un buon punto di partenza per saggiarne le potenzialità, che appaiono davvero ottime, ma non sono certamente sufficienti per un giudizio esaustivo. Ci auguriamo di avere a disposizione il prima possibile un esemplare da mettere alla prova di fronte alle mire ottiche e avere un riscontro numerico del reale potere risolvente del sistema, prova da cui ci aspettiamo grandi risultati.