X-Pro è un modello molto importante per Fujifilm. X-Pro 1 è il corpo con cui il marchio nipponico ha debuttato nell'arena delle fotocamere mirrorless, dando vita alla famiglia delle macchine fotografiche digitali senza specchio X Series. Era il CES di Las Vegas del 2012 e il secondo modello X-Pro2 si è fatto attendere ben 4 anni, giungendo all'inizio del 2016. Il 23 ottobre è arrivato il turno della terza incarnazione della macchina fotografica, la nuova Fujifilm X-Pro3.
Un modello quindi decisamente longevo nelle sue generazioni, con una filosofia ben diversa da quella dei concorrenti, le cui generazioni a volte si sono susseguite l'una a pochi mesi dall'altra. Fujifilm X-Pro è nata come prodotto peculiare e tale vuole rimanere. È l'unica mirrorless sul mercato che offra un mirino ibrido ottico/elettronico e non nasconde di volersi indirizzare a un pubblico che ama il vintage e che si sente legato tuttora ai tempi dell'analogico. Per questo tipo di utenti Fujifilm X-Pro3, a detta dei manager, vuole essere una fotocamera bella e piacevole al di là delle foto che scatta. L'estetica e le sensazioni nel maneggiarla e nell'utilizzarla per scattare fotografie fanno parte del valore della macchina. È un ragionamento che a qualcuno potrebbe sembrare poco sensato, ma alla fine quando si deve comprare qualcosa spesso ci si lascia trasportare dai gusti personali al di là della mera scheda tecnica, che si tratti di una fotocamera, di un'auto o di altri prodotti.
Fujifilm X-Pro3: sfacciatamente vintage
Nella sua terza incarnazione. X-Pro 3 porta all'estremo il suo carattere vintage e addirittura nasconde lo schermo, a favore di un piccolo display sul retro che di default riporta i dati della simulazione pellicola, così come se si fosse messo il talloncino della scatola del rullino, come avveniva quando si scattava a pellicola. Una soluzione da alcuni reputata inutile, ma dal vivo, lo devo confessare, maledettamente bella. C'è un piacere squisitamente estetico nel non vedere una semplice icona sul tradizionale display posteriore a indicare la simulazione pellicola scelta e trovarsi invece il finto talloncino, coi i colori delle scatole dei rullini che furono. In realtà è un modo anche molto efficace per capire con che modalità si sta scattando, anche solo con la coda dell'occhio. Il piccolo display può essere impostato anche in modalità più 'moderna e digitale' e riportare il riassunto dei dati di scatto. Il display è nascosto, ma c'è. Si apre con una rotazione verso il basso e può essere utilizzato 'a pozzetto' dall'alto (ad esempio per i video) oppure per inquadrature con la fotocamera sopra la testa. In più è touch.
Il mirino ibrido resta un punto fermo del DNA della macchina, ma si è evoluto in entrambe le incarnazioni. Il mirino ottico galileiano è stato rivisto nello schema delle lenti e ora ha un angolo di visione più ampio, una copertura maggiore e un eye-point maggiorato. Migliorato anche il mirino elettronico EVF che ora sfrutta un pannello OLED, dopo due generazioni di TFT. Maggiore è la risoluzione (3,69 milioni di punti, come su X-T3), così come il contrasto, che passa da 1:300 a 1:5000 correggendo uno dei principali difetti dei modelli precedenti. Più ampio è anche il triangolo di gamut, con una copertura del 97% dello spazio colore sRGB. Da ultimi il dato di luminosità (1500 candele, 100 meno della versione precedente, ma 200 in più della prima versione) e quello sulla frequenza di refresh, salita ora a 100 fps, con la possibilità di attivare anche la modalità che evita qualsiasi effetto scia lavorando a 200 fps con l'inserimento di un dark frame, proprio come accade sui TV.
Classic Neg riporta in vita le pellicole Fujifilm Superia
La macchina si basa sullo stesso cuore di X-T3 e mette a disposizione un sensore X-Trans CMOS 4 da 26 megapixel che lavora a braccetto con il processore X Processor 4; il sensore APS-C è di tipo retroilluminato, con lettura più veloce e con ottime prestazioni agli alti ISO, così come messo in mostra dalla sorella X-T3. Rispetto a essa ci sono però delle novità software, tra cui una nuova simulazione pellicola e nuovi algoritmi a gestire l'autofocus a rilevazione di fase su 425 punti. Partiamo da questi ultimi, che ora permettono a Fujifilm di dichiarare una sensibilità dell'autofocus a rilevazione di fase fino a -6 EV. Come ormai d'obbligo troviamo la modalità di messa a fuoco automatica Eye-AF. La nuova simulazione pellicola riporta in digitale l'effetto estetico delle pellicole negative Superia, con toni leggermente desaturati, ma tonalità più nette e contrasto più elevato e va sotto il nome di Classic Neg.
Il risultato è davvero piacevole e restituisce immagini che davvero hanno quell'aura degli scatti a pellicola, forse più delle precedenti simulazioni. Su questo tema i manager di Fujifilm hanno voluto spendere più di una parola. X-Pro3 è dedicata a un pubblico che vuole scattare fotografie e non perdere tempo nella post produzione e desidera avere a disposizione tutti quegli strumenti che permettono di arrivare a un JPEG già perfetto, senza ulteriori passaggi in camera chiara. Le simulazioni pellicola sono parte integrante di questo processo e per gli appassionati Fujifilm sono un vero e proprio punto di forza, tanto che molte persone scelgono le mirrorless X Series proprio per la capacità di arrivare allo scatto buono direttamente in macchina. Sempre sul tema ora la simulazione della grana guadagna anche il controllo sulla dimensione oltre che sull'intensità di applicazione dell'effetto. Fuji ha ampliato le possibilità di controllo di alte luci e ombre, introducendo un pannello che mostra la curva tonale, correggendo uno dei difetti dell'interfaccia, che risultava in questo ambito leggermente controintuitiva. Nuova è anche la possibilità di scattare in bianco e nero con ben 18 passi di viraggio sull'asse della temperatura blu-giallo e altrettanti su quello magenta-verde.
Anima vintage, cuore tecnologico moderno
Ci sono poi novità molto più improntate alla modernità, come il limitatore software dell'intervallo AF, con la possibilità con gli obiettivi XF di decidere tra quali distanze limitare la corsa della messa a fuoco automatica e la funzione HDR 800% che combina la modalità DR400 e la ripresa e fusione di 3 scatti. Troviamo poi la multi-esposizione fino a 9 scatti e il focus bracketing fino a 999 scatti per ottenere in post produzione profondità di campo estese a piacere. L'utilizzo del più recente sensore porta X-Pro3 a una raffica fino a 11 fps con otturatore meccanico, 20 fps con otturatore elettronico e 30 fps con otturatore elettronico in modalità crop. Migliorato anche il comparto video, con la possibilità di registrare filmati 4K 29,97p anche in formato cinematografico DCI 4096x1920 pixel oltre al già presente UHD 3860x1920 pixel. La sensibilità si estende tra 160 e 12.800 ISO. Migliora anche l'autonomia che dai 280 scatti del modello precedente sale negli standard CIPA a 370 scatti. All'insegna della modernità anche l'integrazione della porta USB-C con possibilità di ricarica e alimentazione tramite powerbank o alimentatore da cellulare e l'integrazione di Wi-Fi e Bluetooth per la connessione al cellulare. Essendo un mezzo utilizzato anche da alcuni professionisti non poteva mancare il doppio slot SD.
Fujifilm ha lavorato anche sull'ergonomia, con una bugna maggiorata per l'impugnatura e un incavo per accomodare meglio le dita. Scompare il joypad cliccabile a 4 vie al posteriore, demandando al joystick i movimenti all'interno dei menu, per offrire una posizione più comoda al pollice. A livello di dimensioni X-Pro 3 non è piccola, soprattutto è più grande di quanto non si possa immaginare dalle immagini. In ordine di marcia pesa circa mezzo chilogrammo (497 grammi). Nell'uso è decisamente comoda, soprattutto per chi ama il mirino in posizione disassata. Il mirino ottico più ampio è più comodo da usare e grazie alle corini illuminate permette di avere sott'occhio il punto di messa a fuoco, l'area inquadrata e nel caso di ottiche a focale meno grandangolare anche tutto ciò che avviene fuori dall'inquadratura. Il mirino EVF OLED nell'uso è un deciso passo avanti rispetto ai modelli precedenti.
Un prodotto per appassionati
Con la nuova X-Pro3 Fujifilm pare aver centrato il bersaglio, aumentando le differenze di connotazione con la serie X-T e dotando la nuova nata di un'anima molto particolare, tale da strizzare l'occhio anche a chi amerebbe avere una Leica M10-D, ma non se la può permettere. Il prezzo di X-Pro3 non è contenuto, ma in parte è giustificato dal particolare mirino ibrido, prodotto solo per Fuji; inoltre i tecnici giapponesi hanno scelto il titanio come materiale per le calotte superiore e inferiore (oltre al telaio interno in pressofusione di magnesio). La versione nera si posiziona a 1.939,99 €, mentre esistono anche due livree con trattamento superficiale in Duratec, che aumenta di dieci volte la resistenza alle abrasioni, che costano 2.139,99 € e hanno un colore grigio scuro canna di fucile (DR Black) e argento (DR Silver). Prezzi abbastanza elevati, ma che testimoniano come Fujifilm voglia giocare su un altro campo con queste nuove Fujifilm X-Pro3.
Ecco le prime impressioni dal vivo in video: