L'ergonomia del corpo macchina è stata, per quanto ci riguarda, l'aspetto più controverso della EOS R. La RP ne ricalca le orme, ereditandone ovviamente, almeno in parte, pregi e difetti. Ciò che gli utenti reflex non ameranno è la struttura comandi semplificata: anche in questo caso, infatti, mancano all'appello il Multi-controller (che ha recentemente fatto ritorno anche sulla più economica reflex APS-C 90D) e i classici pulsanti nella parte superiore per l'accesso diretto a funzioni come ISO, Drive, WB e modalità AF. In sintesi, le EOS R/RP somigliano più alle mirrorless APS-C che alle reflex, e per questo interesseranno maggiormente un pubblico di fascia bassa interessato a un upgrade piuttosto che allo storico utente Canon in cerca di un'alternativa allo specchio.
Giudichiamo comunque positivamente l'ulteriore semplificazione rispetto alla R, concretizzatasi anche nell'eliminazione di particolari controversi come la barra multifunzione. La RP è infatti, a nostro avviso, una fotocamera dalla più chiara identità consumer.
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L'impugnatura è snella ma profonda, e anche per questo efficace nell'assicurare una presa sicura. Buona la posizione del pulsante di scatto.
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Il sensore da circa 26 Mpixel è parente stretto di quello che equipaggia anche la EOS 6D Mark II, rispetto al quale sono state modificate solo le microlenti superiori.
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L'innesto mostra il maggior numero di contatti elettrici rispetto alle reflex (12 contro 8), che consente un più articolato scambio di informazioni tra corpo macchina e obiettivo.
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Come per la R, a sinistra si trova solo la ghiera di accensione.
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Nella EOS RP manca il display secondario superiore, al posto del quale è stata adottata una classica ghiera dei programmi.
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Inalterata, rispetto alla RP, l'efficace area di destra, che include il pulsante di scatto, il pulsante multifunzione M-Fn, il pulsante di registrazione di registrazione video e le due ghiere di comando. Proprio il pulsante M-Fn, con la collaborazione delle ghiere di comando, è la chiave per l'accesso rapido alle impostazioni di sensibilità ISO, avanzamento, modalità AF, bilanciamento del bianco e compensazione flash.
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Tanto il mirino EVF quanto il display posteriore si collocano un gradino sotto le controparti della EOS R. Per quanto riguarda il mirino, la minore risoluzione (2,36 milioni di punti contro 3,69) non impatta poi molto sull'usabilità – l'ingrandimento è comunque analogo a quello della 6D Mark II, cosi come l'eye-point, e l'utilizzo è dunque confortevole. Più limitante la visione differita in scatto continuo ad alta velocità.
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La EOS RP rinuncia alla (scomoda) barra multifunzione della EOS R, ma non introduce in cambio il Multi-controller. Lo spostamento del punto AF è dunque affidato al PAD (3), con ritorno al punto centrale demandato al pulsante Cestino.
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Il PAD posteriore ha una notevole importanza in questo corpo macchina, tanto in fase di scatto (spostamento punto AF) quanto in fase di impostazione (accesso al menu rapido) e riproduzione.
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Il display è completamente articolato e assicura dunque la più ampia libertà d'azione. Come di consueto, può essere chiuso per proteggere lo schermo durante il trasporto.