Già il modello precedente produceva immagini molto incise e dal buon livello di dettaglio. La X100V fa un ulteriore, piccolo passo avanti in termini di risoluzione massima grazie al leggero incremento di risoluzione del sensore e all'affinamento dell'ottica. In termini numerici, il punteggio massimo passa da 3389 LW/PH a 3511 LW/PH.
Il punteggio di circa 3500 LW/PH sostanzialmente coincide con l'estinzione del pattern dovuta a fenomeni di aliasing, che lo stesso software di analisi colloca sulla soglia delle 3600 LW/PH. L'analisi hyperbolic wedge, più conservativa, assegna a questa fotocamera un punteggio MTF50 di circa 2900 LW/PH.
Interessante il confronto con la X-Pro3 recentemente testata con l'XF35mm f/1.4 che, essendo basata sulla stessa pipeline grafica, ci racconta della bontà dell'ottica posta di fronte al sensore. Ebbene, il 23mm dalla X100V è indubbiamente un eccellente obiettivo (0,422 c/p con questo sensore), ma paga qualcosa rispetto all'ottica mirrorless, che fa registrare circa 3000 LW/PH nell'analisi hyperbolic wedge con limite di aliasing fissato anch'esso un centinaio di LW/PH più in alto, a quota 3700 circa.
Il leggero ammorbidimento introdotto dal 23mm è visibile anche in post-produzione, laddove abbiamo elaborato il file leggermente più di quanto siamo soliti fare con le mirrorless Fujifilm (in LR: Niridezza – Fattore = 45, Nitidezza – Raggio = 1,3 si sono rivelati i parametri di sviluppo ottimali @ f/5.6).
Stiamo qui, evidentemente, inoltrandoci in particolari per completare un'analisi di cui, in effetti, conoscevamo i risultati salienti ancora prima di scattare: che si trovi dentro una X-T3, una X-Pro 3 o una X-100V, questo sensore, coadiuvato dal processore d'immagine, offre una risposta allo stato dell'arte per il formato APS-C.
Forse più interessante l'analisi specifica a tutta apertura, specie in confronto con il precedente modello. La X100F, infatti, pur offrendo anch'essa un'ottima incisività ai diaframmi intermedi (e avendo anch'essa come diaframma di lavoro ideale f/5.6), soffriva di un evidente ammorbidimento a f/2. Nella relativa recensione, avevamo parlato di "tracollo di nitidezza", e il particolare che riportiamo qui per confronto crediamo renda l'idea. Al contrario, come già visto nella scheda tecnica, la X100V garantisce un'ottima tenuta anche a tutta apertura, facendo segnare 3099 LW/PH contro le 3511 massime dell'analisi slanted edge.
200 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12800 ISO
Si tratta, evidentemente, di una differenza notevole, che spiega le ragioni della riprogettazione operata dai tecnici Fujifilm e rende la X100V decisamente più appetibile per quanti amano (o devono) lavorare a tutta apertura.
Qualsiasi altra considerazione sulla qualità delle immagini ricalca fedelmente quanto già detto a proposito di X-Pro3 o X-T3. In sintesi: rumore contenuto fino a 800 ISO, poi la "grana" fa la sua comparsa degradando progressivamente il livello di dettaglio. A 12.800 ISO, massima sensibilità considerata nativa per questo modello, il degrado è già molto vistoso, ragion per cui consigliamo di non superare i 6400 ISO, se non per la pubblicazione online a risoluzione ridotta.
STANDARD (0 EV)
+5 EV
La resa cromatica con le impostazioni standard è caratterizzata da marcata saturazione, ma senza eccessi e senza particolari errori cromatici su alcuna tinta specifica. In una parola: immagini piacevoli e realistiche allo stesso tempo. Come da tradizione non mancano, anzi sono in continuo aumento, le Simulazioni Film, che possono dare all'immagine un mood particolare ma, anche in questo caso, sempre con molto equilibrio – resa "caratteristica", non "pacchiana". Consigliamo di provare l'ultima arrivata, la Classic Neg, che con il suo elevato contrasto e il tono caldo che la contraddistingue crea, a nostro avviso, un effetto particolarmente piacevole.