Il nuovo sensore da 40 Mpixel svolge egregiamente il suo lavoro e assicura, di concerto con le ottiche M, un livello di dettaglio insospettabile. In termini numerici, sono due i dati che colpiscono. Il primo è il punteggio massimo assoluto, 4573 LW/PH, pari (entro l'errore del test) al punteggio da noi ottenuto con la Panasonic S1R, corpo macchina da 47 Mpixel fulcro di un sistema mirrorless di progettazione recentissima. Il secondo è il dato di circa 0,44 c/p, indice dell'eccellente sfruttamento del sensore da parte di una buona ottica M (ma ne esistono di non buone?!?).
Abituati ormai a ben altri formati, troviamo degno di nota poter raggiungere questo livello di performance con un'ottica che misura meno di 35x55mm, e che utilizza filtri da 39mm.
Le prestazioni complessive del Summicron-M 35mm misurate sulla M10-R. Accentuata morbidezza alla massima apertura, poi almeno 4000 LW/PH garantite fino a f/11.
Il RAW è piuttosto morbido rispetto alle ultime tendenze, e richiede di essere elaborato con una certa decisione per esprimere la massima nitidezza. Con il 35mm Summicron, parliamo di Nitidezza tra 50 e 55 e Raggio = 1,3 (Adobe LR). Strategia che viene puntualmente adottata anche in-camera: il JPEG fa registrare quasi lo stesso punteggio del RAW (4436 LW/PH) con identico livello di sharpening rilevato.
Eccellenti notizie dall'analisi cromatica: i RAW prodotti dalla M10-R, previo come sempre bilanciamento del bianco ad-hoc, sono tra i migliori da noi osservati. La saturazione è praticamente perfetta, poco meno del 105%, e gli errori cromatici sempre contenuti con, in particolare, l'errore cromatico medio dC94 inferiore ai 2 punti, che è il miglior risultato dai noi registrato finora.
Anche il JPEG in-camera si comporta bene dal punto di vista cromatico, con analoga saturazione (106%) ed errori cromatici non altrettanto contenuti ma comunque sotto la media; nel caso del JPEG, abbiamo notato un leggero viraggio dei rossi-arancio verso gli arancio-gialli. Parliamo comunque di inezie entro una performance complessivamente più che buona.
Meno positiva l'analisi del rumore, ovviamente penalizzata dall'elevata risoluzione. Non possiamo fornire dati numerici, dato che l'obiettivo a nostra disposizione non ci ha consentito di inquadrare l'apposito target a pieno fotogramma. L'analisi visiva è comunque piuttosto chiara: buona risposta fino a 800 ISO, poi insorge del rumore che già a 3200 ISO e (a maggior ragione) a 6400 ISO compromette i particolari più minuti. A 12.500 ISO il degrado in termini di dettaglio è molto evidente. A 25.000 ISO, saturazione e risposta cromatica risultano alterate, pertanto le ultime due sensibilità sono da considerarsi soluzioni di assoluta emergenza.
100 ISO
800 ISO
1600 ISO
3200 ISO
6400 ISO
12500 ISO
25000 ISO
50000 ISO
Una simile risposta non sarebbe di per sé da giudicare con troppa severità, considerato che si tratta di un sensore da 40 Mpixel. Purtroppo per Leica, è il confronto con Sony a essere molto penalizzante: la A7R Mark IV ha grossomodo uno stop di vantaggio sulla M10-R, pur contando il 50% in più di pixel, e offrendo per questo un livello di dettaglio sensibilmente superiore.
Immagine di riferimento. Scorri col mouse per vedere la stessa immagine sovraesposta di 6 stop.
Il maggior rumore di fondo penalizza anche la malleabilità del RAW, altro aspetto in cui la M10-R non eccelle e che la vede in netto svantaggio nei confronti della big megapixel Sony. Questo, per inciso, potrà creare qualche problema a chi utilizza una M per la prima volta e non conosce le peculiarità dell'esposimetro, che in modalità classica offre una lettura media con forte prevalenza al centro, che la fa somigliare quasi a una lettura spot (per sua natura più difficile da gestire).
Molte persone che hanno approcciato recentemente la fotografia, hanno la tendenza a curare poco l'esposizione in-camera, forti delle enormi capacità di recupero dei sensori moderni. Anche da questo punto di vista, fotografare con una Leica M richiede un approccio diverso.