La M10, nata a inizio 2017 come prodotto singolo all'interno della famiglia M, si è successivamente trasformata in una vera e propria sotto-famiglia, con l'introduzione della "discreta" M10-P e della provocatoria M10-D, la "digitale con anima analogica" priva di display posteriore. Per non parlare della M10-Monochrom e delle diverse edizioni speciali. Finora, tutte le versioni a colori hanno però condiviso la medesima pipeline grafica, basata su un sensore da 24 Mpixel.
La M10-R, al contrario, è costruita intorno a quel sensore (ovviamente 24x36) da 40 Mpixel già utilizzato dalla M10-Monochrom. R come Risoluzione, dunque. Per catturare più dettagli, ma anche per avere più margine di ritaglio, e sopperire così ai limiti intrinseci di un sistema fortemente ancorato al reportage e caratterizzato da una prevalenza di ottiche standard e grandangolari.
Inutile sottolineare come, a livello di identità di prodotto e modo d'uso, nulla sia cambiato rispetto alla M10. Chi conosce Leica sa che è in effetti possibile tornare indietro nel tempo, registrando minime variazioni, nientemeno che alla capostipite M3 del 1954.
I cardini dell'attuale modo d'uso Leica si possono riassumere in pochissime parole: schema di impostazione a 3 pulsanti con schermo touch-screen, tutti i comandi prettamente fotografici (ISO, tempi, diaframmi) rigorosamente meccanici e sempre disponibili, anche a fotocamera spenta, e una sola ghiera multifunzione che, in fase di scatto, consente di effettuare compensazioni di esposizione. L'essenza della fotografia, come Leica stessa ama sottolineare.
La M10-R è disponibile dal 20 luglio, in doppia versione Black e Chrome, al prezzo di listino di 8125 Euro.
La fotocamera è stata testata con l'obiettivo Summicron-M 1:2/35 ASPH (3080 Euro).
