Sony Alpha A7c: anche in casa Sony la full frame diventa compatta. La nostra anteprima
È un trend ormai consolidato nel segmento delle fotocamere mirrorless full frame e nonostante Sony ne sia leader con macchine già abbastanza compatte, anche il marchio giapponese ha voluto sposare questa tendenza: la macchina fotografica pieno formato 35mm compatta.
Molti utenti vogliono infatti fare il salto di qualità dai sensori in formato ridotto (Micro Quattro Terzi e APS-C), ma spesso vengono frenati proprio dalle dimensioni delle fotocamere full frame, oltre che da quelle delle ottiche e - spesso - anche dal prezzo. Sony con la sua nuova Alpha A7c ha voluto lavorare su tutti e tre i fronti, limando - ove più ove meno - millimetri, grammi e qualche euro.
La mirrorless full frame si fa sempre più compatta
La concorrenza ha proposto macchine come Panasonic Lumix S5, Nikon Z5, Canon RP, corpi compatti e leggeri che hanno saputo stuzzicare l'appetito di molti appassionati. Sony dal canto suo aveva debuttato con la prima Alpha A7 puntando sulla compattezza: il modello si è poi evoluto, fino ad arrivare agli attuali corpi di terza e quarta generazione, lavorando molto sull'ergonomia e - necessariamente - ingrandendosi, per ospitare impugnature e batterie più grandi e offrire un buon supporto anche ai lunghi telezoom luminosi.
Questa nuova Sony A7c è un po' un ritorno alle origini, ma con una mossa a sopresa. Sony ha infatti deciso di mettere nel frullatore una A7 e un corpo della serie APS-C (come A6600): il risultato è una full frame con design da fotocamera a telemetro (rangefinder) con il mirino spostato sul lato e la calotta superiore piatta, priva del rigonfiamento che oggi ospita i mirino, ma che nelle reflex era sede del pentaprisma. Si tratta di una mossa decisamente azzeccata, che dona alla nuova Sony A7c un aspetto retrò. Anche grazie all finitura color argento, questa Sony A7c va a colpire al cuore anche tutti quegli appassinati del design vintage che tanto amano i prodotti di Fujifilm, che sulle sue APS-C ha fatto di questa caratteristica il proprio cavallo di battaglia.
Il cuore di Sony A7 III
Sulla carta la nuova Sony A7c è un prodotto davvero azzeccato. Aspetto vintage, dimensioni più compatte, peso alleggerito e un cuore che è lo stesso di Sony A7 III, con sensore Exmor R CMOS BSI retroilluminato in formato full frame da 24.2 megapixel e sistema di stabilizzazione IBIS a 5 assi nel corpo. Il processore Bionz X permette le stesse prestazioni di raffica e autofocus, permettendo di scattare in un intervallo di sensibilità da 100 a 51.200 ISO. Il sistema autofocus ibrido fa leva su 693 zone a rilevazione di fase e 425 zone a rilevazione di contrasto, esattamente come su Sony A7 III, ma beneficia degli ultimissimi algoritmi presentati sui modelli più recenti, come la funzione Real Time Eye AF per persone e animali utilizzabile non solo per foto e raffiche a fuoco continuo, ma anche durante la registrazione dei video. La raffica con otturatore meccanico si attesta a 10 fps, con AF attivo e profondità di 115 RAW e 223 JPEG.
Nessun compromesso nemmeno a livello video, dove troviamo la possibilità di registrare filmati 4K 30p. Il corpo inoltre ospita sia l'ingresso per il microfono esterno, sia l'uscita cuffie, entrambi su jack da 3,5mm. Tra le connessioni anche la porta USB-C con power supply, per alimentare la fotocamera quando in uso tramite caricatore o power bank. Benvenuto per chi fa video è inoltre il display vari-angle, che 'esce' dal corpo e permette maggiore flessibilità nell'orientazione rispetto a quello di A7 III, con la possibilità anche di girare il display e coprirlo, mettendolo al riparo da graffi e danneggiamenti in borsa.
Il corpo in lega di magnesio pesa solo 509 grammi, circa 140 grammi in meno di quello di A7 III e solo 6 grammi in più rispetto a quello dell'APS-C Sony A6600. Discorso simile per lo spessore totale, che con l'impugnatura è pari a 59,7 millimetri, a fronte di 73,3 e 59,0 per A7 e A6600. L'altezza della fotocamera invece si posiziona a metà: 71,1 millimetri contro 95,6 e 66,9. Chi utilizza le mirrorless sa bene però che la compattezza non sta solo nel corpo, ma deve risiedere anche nelle ottiche. Sony all'uopo presenta assieme alla macchina il compagno perfetto, l'obiettivo FE 28-60mm f/4-5.6, molto leggero e compatto e dal design collassabile, che permette di ritrarre l'ottica quando non in uso e risparmiare spazio nella borsa.
L'escursione focale del nuovo obiettivo Sony FE 28-60mm f/4-5.6
Rispetto all'ottica kit FE 28-70mm il risparmio in termini di peso e dimensioni è consistente, alla bilancia le due macchine con l'ottica kit fanno infatti segnare 945 grammi e 676 grammi, con più di due etti e mezzo di vantaggio per il nuovo kit di A7c con obiettivo collassabile. Per le sole ottiche parliamo di 167 grammi contro 295, ma il divario diventa ancora più evidente se ad A7 è accoppiata l'ottica Zeiss Vario-Tessar T* FE 24-70 mm F4 ZA OSS, che da sola fa segnare sulla bilancia 426 grammi.
Qualche compromesso per ridurre le dimensioni
Tutto oro (o argento in questo caso) quel che luccica? Ci sono alcuni compromessi a cui Sony è dovuta scendere per ridurre pesi e ingombri. Il più evidente è forse la presenza di un singolo slot di memoria per schede SD. Inoltre diverse differenze non sono evidenti sulla carta, ma emergono in modo netto nell'uso. La prima riguarda il mirino. Sebbene entrambe utilizzino lo stesso pannello OLED da 2,36 milioni di punti, A7 III ha molto più spazio per un sistema di lenti complesso e grande nella zona del finto pentaprisma, mentre nel design a calotta piatta A7c deve sacrificare qualcosa. L'ingrandimento del mirino è molto differente, con A7 che regala una sensazione da full frame, mentre A7c offre una visualizzazione meno ampia, quasi paragonabile a quella delle compatte RX100. Anche a livello di resa la differenza è percepibile.
A livello di ergonomia spariscono diversi tasti 'C' con funzioni personalizzabili di scorciatoia, ma soprattutto A7c rinuncia al joystick per lo spostamento del punto/zona AF, che era stata una delle innovazioni maggiormente benvenute dopo le prime generazioni. Per muovere il punto AF è necessaria la doppia azione, prima sul tasto della direzione in basso del joypad per l'attivazione e poi su quest'ultimo per lo spostamento. Ormai abituati al joystick, la sua perdita è difficile oggi da digerire. Per contro il tasto di avvio della registrazione video è su A7c molto più ampio, visibile e raggiungibile anche con la fotocamera in modalità selfie e il display permette di essere orientato in questo modo d'uso anche verso l'anteriore.
Sempre a livello ergonomico, l'impugnatura di A7 III è decisamente migliore. Più ampia, meglio sagomata, per una presa più salda e meno affaticante. Anche l'appoggio per il pollice sul retro in A7c è decisamente meno pronunciato, e quindi meno comodo. Nonostante le dimensioni ridotte Sony è riuscita però a utilizzare per A7c la più recente batteria NP-FZ100, nata per A9 e poi passata a tutte le full frame di famiglia, che garantisce un'autonomia più elevata di quella - risicata - del passato. Se non si considera l'impugnatura lo spessore del corpo di A7 III e A7c è praticamente identico, con il risultato che quest'ultima addirittura sembra più spessa della sorella maggiore quando viene maneggiata.
L'ottica, come detto, è decisamente più piccola degli altri zoom standard e offre un design ripiegabile per compattarsi ancora di più quando non in uso. Rinuncia a 10mm di focale tele e a qualche decimo di apertura alla focale minima. Se quest'ultima caratteristica è trascurabile, nell'uso invece quei 10 millimetri di focale si fanno sentire, con la differenza di avere un'ottica alla focale massima 'poco più che normale' a differenza del 'quasi medio tele' del 28-70mm al suo estremo più lungo. L'ottica poi non impressiona per prestazioni, con una distorsione a barilotto visibile a occhio giù nel mirino alla focale minima.
Sony lima anche il prezzo
Come abbiamo detto in apertura, Sony ha limato anche il prezzo, anche se forse meno di quello che molti si aspetterebbero. La nuova Sony Alpha A7c costa solo corpo 2.100€, mentre di listino A7 III è venduta sul sito Sony a 2.300€. Il kit con ottica costa 2.400€, mentre A7 III con il 28-70mm costa 2.500€. Per confronto l'APS-C A6600 costa 1.600€, che salgono a 2.000€ con il tutto fare 18-135mm in kit.
Sicuramente la nuova A7c sarà in grado di risultare una tentazione per molti, sia quelli spaventati dalle dimensioni di una normale full frame, sia quelli alla ricerca di qualcosa che si distacchi dall'estetica, molto simile tra tutti i corpi dall'inizio a oggi, di A7. Nell'uso il maggiore ingombro di A7 III non si fa poi così tanto sentire e volendo da gennaio 2021 sarà possibile acquistare separatamente l'ottica FE 28-60mm f/4-5.6 che fa bene coppia anche sulla sorella più grande.
Ora la gamma Sony è decisamente fitta: chi vuole contenere al massimo le dimensioni trova in A6600, con sensore APS-C, una fotocamera davvero performante e compatta, chi si vuole lasciar tentare dal sensore full frame senza ingrandire troppo il corpo vede nella nuova A7c una valida alternativa, ma chi vuole estrarre il massimo dal formato 35mm, soprattutto per ergonomia d'uso, continuerà a scegliere le A7 classiche, che nelle loro evoluzioni sono diventate delle fotocamere di livello professionale. La nuova A7c strizza l'occhio a molti di quelli che vogliono fare il passo al pieno formato, anche da altri marchi, e l'estetica e il design rendono evidente come nel mirino ci siano Fujifilm e Panasonic.
Sony A7c: a chi è adatta?
Io personalmente, per le mie esigenze, continuo a preferire il formato ridotto APS-C, soprattutto per dimensioni totali del corredo. Certamente A7c con ottica sono poco più grandi dell'equivalente APS-C, ma volendo poi allargare il corredo, ad esempio con il minimo sindacale come zoom standard in casa Sony, lo Zeiss 24-70mm F4, le dimensioni e i pesi salgono in fretta. Stesso discorso per le ottiche fisse, che su formato APS-C riescono a coniugare luminosità e dimensioni compatte, mentre sul formato 35mm la fisica impone che ci sia molto più vetro.
In sintesi Sony A7c è un prodotto decisamente azzeccato dal punto di vista del marketing per estetica e capacità di far parlare di sé. Probabilmente non resterà una pietra miliare della storia della fotografia, ma è i grado di portare una ventata di novità in casa Sony e di venire incontro alle esigenze di quelli che erano ancora timorosi verso il pieno formato.