Per la R5, valgono ovviamente buona parte delle valutazioni espresse a proposito della R6, che riassumiamo di seguito per praticità.
Con la EOS R è stato introdotto il programma di scatto flessibile Fv, che consente buona rapidità d'esecuzione e completo controllo su tutti i parametri di scatto usando solo due ghiere: la superiore seleziona il parametro (tempi, diaframmi, ISO e compensazione esposimetrica), e l'anteriore lo modifica. I parametri della terna possono essere selezionati manualmente o impostati su Auto, e in ogni istante è possibile impostarli tutti su Auto (0 nel caso della compensazione) premendo il pulsante Cestino.
Una soluzione elegante ed efficace, a cui consigliamo di dare una chance in ogni caso. Sulla EOS R era particolarmente utile, a causa della minore disponibilità di controlli diretti (mancava, in particolare, un accesso rapido alla sensibilità ISO). Ebbene, il principale passo avanti di EOS R5/R6 rispetto a EOS R è che… è possibile fare tranquillamente a meno del programma Fv!
Entrambi questi corpi utilizzano infatti tre ghiere di comando, liberamente assegnabili a tempi, diaframmi, ISO. Con la terna sempre sotto controllo, la ghiera di comando sull'obiettivo a gestire un ulteriore parametro a scelta e il ritorno del Multi Controller per la gestione del punto AF, il fotografo ha tutto il necessario sempre a disposizione. L'efficacia è impeccabile.
Purtroppo, la razionalità non basta ad assicurare un'ergonomia pari a quella garantita delle reflex EOS.
Su EOS R5/R6, infatti, lo spazio è tiranno, e questo impatta sulla disposizione dei pulsanti. Il pulsante AF-On piccolo e sulla stessa linea del Multi Controller (per inciso, entrambi troppo in alto, ma appena sotto c'è il display…), il mix tra pulsanti fotografici (AF-On e Multi Controller) e pulsanti di servizio (Zoom, Info, Quick Menu), oltre ad alcuni dettagli opinabili (esempio: se inizialmente impostata su Auto e modificata, la sensibilità ISO torna su Auto allo spegnimento dell'esposimetro) sono indicativi di un'operatività che è sì complessivamente buona, ma non perfetta.
Sulle prestazioni non c'è molto da dire, se non che hanno dell'incredibile: oltre 200 scatti consecutivi @ 12 fps con otturatore meccanico, per una fotocamera da 45 Mpixel, si commentano da soli. I tipici "limiti mirrorless" esistono anche per la R5; per citare il più importante, a 12 fps la visione nel mirino è solo differita. In questo caso, siamo però portati a giudicare la cosa con più leggerezza rispetto a quanto fatto per la R6. La R5, infatti, rimane una "big megapixel" che produce RAW da quasi 50 MB ciascuno e, anche se le specifiche lo consentirebbero, crediamo nessuno la sceglierà come fotocamera sportiva. Posto questo, il comportamento a 12 o 20 fps è a nostro avviso meno importante rispetto alla sorella minore – con la R5 si acquista una fotocamera inarrestabile per scatti (anche) dinamici in studio @ 6-8 fps, che all'occorrenza può far divertire, o affrontare situazioni di scatto molto particolari, arrivando a 20 fps.
Sopra: foto di Robert Marc Lehmann. Sotto: fotografia naturalistica in tempo di COVID - non esattamente un capolavoro, ma rende l'idea delle potenzialità della R5 anche di fronte a soggetti dinamici. Scattata con RF 100-500mm@200mm, f/5.6, 1/200s, 2000ISO.
Il sistema AF rappresenta lo stato dell'arte per efficacia (tanto in modalità One-Shot quanto in Ai-Servo), reattività, copertura, funzioni avanzate e possibilità di personalizzazione. Il riconoscimento viso e occhi è ormai tanto buono da aver sostituito, nel nostro metodo di lavoro, la messa a fuoco a punto singolo nella fotografia di ritratto (per quanto ci riguarda, non è cosa da poco). Tanto che… ci piacerebbe un controllo fisico dedicato! Nel corso della prova, abbiamo usato allo scopo il pulsante "*", normalmente dedicato al blocco AE. Difficile trovare lo spazio su questo corpo macchina, ma per il futuro speriamo davvero in un corpo più ampio e senza alcun compromesso ergonomico.
Una piccola digressione: la R5 pesa circa 740g, la 5D Mark IV circa 800g. La reflex misura circa 10mm in più in larghezza e in altezza, ma è ergonomicamente impeccabile. Considerato che in questa prova abbiamo usato la R5 con il 50mm F1.2 (950g) e con il nuovo zoom 100-500mm F4.5-7.1 (circa 1500g), ci chiediamo quanto contino davvero quei 60g in più, o quei 10mm extra… Certo, c'è spazio anche per un corpo più snello, da abbinare magari al 50mm F1.8 e al 24-240mm, ma il sistema R non deve, a nostro parere, aver timore di includere modelli "full size". Se non all'interno di un sistema come questo, dove altro?!?
Lungo l'elenco di funzioni avanzate, tutte ben implementate: anti-flickering, esposizione multipla, HDR, bracketing messa a fuoco, time lapse e quello stabilizzatore che abbiamo già verificato essere molto efficace.
Imagine originale
Luce spot da sinistra, massima intensità
Luce diffusa da sinistra, massima intensità
Da questo punto di vista, le novità sono le modalità DualPixel RAW Illuminazione ritratto e Nitidezza sfondo, che sono però, anche, le meno riuscite. Non tanto per efficacia, quanto per modalità di fruizione. Come si vede dagli esempi in questa pagina, infatti, l'effetto di illuminazione (regolabile per intensità, ampiezza e direzione del fascio di luce) è piuttosto convincente. Purtroppo, l'effetto può essere applicato solo in-camera, all'interno del menu PLAY3, mentre sarebbe stato molto più pratico poterlo applicare all'interno del RAW converter Canon DPP, e richiede necessariamente l'uso del riconoscimento volto. Per quest'ultimo aspetto, capiamo bene la ragione tecnica – ottenere un effetto realistico richiede che la fotocamera sappia dove si trova il viso; questo, però, limita la scelta della modalità AF in fase di scatto.
Chiudiamo con una valutazione "sul campo" dell'autonomia di scatto, su cui pesa molto il mirino top di gamma. Qualora si utilizzasse effettivamente molto lo scatto continuo, come sempre accade, il numero di scatti aumenterebbe enormemente rispetto all'indicazione standard CIPA. Le 320 pose di targa sono però realistiche in condizione di scatti singoli "meditati", il che conferma quanto detto nell'analisi tecnica: c'è del lavoro da fare su questo fronte.
Nota: La fotocamera può essere alimentata tramite USB-C, ma solo tramite adattatori PowerDelivery come il Canon PD-E1 (€ 139,99 su Canon store).