L'Islanda è uno dei luoghi più iconici del mondo per chi ama viaggiare. Basta dare un occhio su Instagram con l'hashtag #iceland per trovare milioni di foto legate a questa terra. In molti casi sono affette da quella sindrome di ripetitività tipica degli hashtag più famosi sui social network, ma in molti altri casi è possibile trovare diverse foto caratterizzate da vera unicità. Quelle di Samuele Cavicchi (@samuele_cavicchi) appartengono certamente a questa schiera, anche perché, rispetto a molte foto scattate nella più confortevole cornice estiva, sono stare riprese nelle difficili condizioni invernali. È affascinante la storia del viaggio di Samuele e del suo socio Carlo (carlo_trolese) alla scoperta dell'Islanda invernale.
Guardando il breve documentario 'Zero', mi è nata la curiosità di saperne di più e grazie a un contatto comune in Nikon Italia sono riuscito a fare quattro chiacchiere con Samuele, per conoscerlo meglio e farmi raccontare la sua storia.
Quando incontro un fotografo mi piace sempre porgli una domanda: 'Ti ricordi la tua prima macchina fotografica?'
Samuele ha scattato il suo primo rullino di foto con la fotocamera del padre, una reflex a pellicola Nikon F4. "Mio padre mi parlava della fotografia e della tecnica fotografica, ma per quel primo rullino ho scattato un po' a caso. Allo sviluppo, vedendo che sulla ventina di pose, in gran parte foto del tutto bianche o del tutto nere , se ne salvavano solo un paio, mi si è accesa una campanella nella testa che diceva 'Forse è meglio prestare maggiore attenzione ai consigli del papà'". La sua prima fotocamera è stata poi una Nikon D60.
Alle superiori Samuele ha frequentato una scuola di grafica: tra le materie ogni settimana c'erano alcune ore (poche a dire il vero) dedicate alla fotografia, ma la scuola metteva a disposizione anche un set fotografico e una camera oscura. In quegli anni si è sempre fatta più concreta l'idea che la fotografia era quello che Samuele voleva fare 'da grande'. La foto naturalistica e paesaggistica sono state le sue prime passioni, ma nell'appenino Tosco-Emiliano non riescono a 'dare da mangiare' a un fotografo, per cui i primi lavori sono stati i classici book fotografici, servizi familiari (magari in occasione della nascita di un figlio) e qualche matrimonio. La svolta è arrivata quando ha deciso di trasferirsi in Trentino e inseguire l'altro suo sogno, diventare un maestro di sci: qui la fotografia naturalistica e paesaggistica ha tutt'altro mercato e un fotografo specializzato in outdoor può trovare diversi clienti interessati al suo lavoro.
In realtà la fotografia è venuta come passione per Samuele DOPO il video. Infatti a soli dieci anni ha chiesto (e ottenuto) come regalo una videocamera, con cui ha cominciato a sperimentare il mondo delle riprese video. In ambito lavorativo queste due facce del mondo dell'immagine non sono sempre andate a braccetto: è stato solo dopo una richiesta 'Ma tu fai anche video?' che Samuele ha fatto convergere nella sua professione la prima passione: "Da lì mi si è aperto un mondo".
Dal 2017 Samuele ha fondato con Carlo Trolese Imago Garage, che si occupa di immagine a tutto tondo e con cui propone non solo progetti fotografici e video a vari clienti: proprio il viaggio in Islanda, però, come si racconta anche nel video, è stato un momento di passaggio e alle normali attività commerciali si è affiancata una più forte presenza online con tutorial e corsi, per avvicinare più persone al mondo della fotografia e della ripresa video, anche dispensando semplici consigli. Inoltre è nata anche l'idea dei viaggi fotografici: "Non solo mostrare i luoghi alle persone tramite le mie fotografie. Portare le persone sul posto a fare la LORO fotografia: questa è una delle più grandi soddisfazioni per me" - dice Samuele.
Il rapporto con le persone, il poter insegnare loro qualcosa di nuovo, che è anche alla base dell'aver scelto di diventare un maestro di sci, è un tratto fondamentale per Samuele, che ha scelto di essere 'genuino' anche sui social. "Ho la fortuna di vivere in un posto bellissimo, ogni giorno esco di casa e trovo occasioni fantastiche per degli scatti: mi piace raccontare queste cose a chi mi segue sui social, magari dando anche qualche consiglio o indicazione su come cerco di ottenere da quelle situazioni il risultato migliore. Sui social cerco di far trasparire quello che faccio con genuinità, cerco di far vivere la mia quotidianità mia agli altri, mostrando certo anche il mio lavoro, ma non con lo scopo principale di farmi pubblicità". È ormai imprescindibile per chi ha a che fare con le immagini (statiche o in movimento) presidiare il mondo dei social, che rappresentano un modo per riuscire a entrare in contatto con persone vicine e lontane e condividere esperienze: "L'importante è però la coerenza" - tiene a sottolineare Samuele.
Simile è l'approccio alle collaborazioni, che ormai fanno parte della vita professionale dei fotografi come Samuele: "Cerco collaborazioni che siano coerenti con quello che faccio, con la mia filosofia. Cerco brand che siano davvero interessati a quello che faccio e con cui si possano costruire esperienze che facciano crescere entrambi".
La svolta mirrorless
È certamente questo il caso di Nikon, passione di gioventù e oggi principale strumento del lavoro di Imago Garage. Samuele, dopo la F4 e la D60 degli inizi è sempre rimasto nella scia del marchio nipponico: Nikon D300, D800 e infine D810. L'arrivo delle mirrorless Nikon Z7 e Z6 ha cambiato del tutto il paradigma. "Già la prima mirrorless, la Z7, in video era un altro mondo rispetto alle reflex. Prestazioni fotografiche equivalenti alle reflex, ma possibilità video di tutt'altro carattere". Per il tipo di lavoro ibrido della società, Samuele e Carlo non ci hanno pensato due volte e cambiato il corredo formato da una Nikon D800 e due Nikon D810, per passare a due Nikon Z7 e una Nikon Z6.
"Per il tipo di lavoro che facciamo le mirrorless sono molto più funzionali. Non è solo la questione del video, ma anche a livello di ergonomia ci rendono la vita più semplice. Quando devi camminare sul ghiaccio per centinaia di metri o salire un pendio con gli sci e le pelli, risparmiare qualche etto può fare la differenza. Inoltre una Z7 con ottica la posso infilare nella giacca per brevi tratti, la reflex spesso ero costretto a toglierla e riporla nello zaino, anche per piccoli spostamenti. Per riuscire a cogliere l'attimo la differenza è sensibile".
Quando intervisto un fotografo mi piace anche fare qualche domanda 'scomoda', per cui a Samuele ho chiesto due cose: se avesse mai considerato brand alternativi per l'ambito video, quando Nikon ancora presidiava poco il segmento, e se attualmente, a fronte di prodotti della concorrenza che girano in 8K e in 4K 120p, le prestazioni delle sue Nikon siano sufficienti.
"Devo ammettere che a un certo punto ho cominciato a guardarmi in giro e considerare altri marchi per l'ambito video, ma devo anche dire che dopo il loro arrivo le Nikon Z, rispondano al meglio le mie esigenze, senza costringermi a cambiare sistema, selta sempre molto dolorosa".
E sui formati video: "Nessuno dei nostri clienti attuali chiede al momento progetti in 4K. Mi interessa molto di più poter girare quando mi serve a 120p in Full HD, mentre per il resto delle riprese il 4K 30p è più che sufficiente: lo utilizzo come formato di archivio per avere a disposizione più pixel per eventuali ritagli e per avere più informazioni nel resize, ma l'output è oggi praticamente sempre a 1080p. Certo, appena l'aggiornamento sarà disponibile scaricherà il firmware per abilitare i video 4K/60p sulle sue Nikon Z e comincerò a giocarci, ma anche i formati attuali non li vedo come una limitazione. Certamente in futuro avremo più richieste di progetti in 4K, ma serve ancora una maggiore diffusione di TV e dispositivi di visualizzazione ad alta risoluzione affinché diventi una richiesta costante dei clienti".
E l'8k? "Al momento mi pare solo marketing. Per sfruttarlo al meglio devi comunque registrare su dispositivi esterni, utilizzando magari un formato RAW ProRes: a quel punto il discorso dell'archiviazione diventa decisamente critico. L'8K è la gioia di chi produce dispositivi di storage".
Sul tema dell'archiviazione mi è venuta la curiosità di sapere se lui registra su scheda o su dispositivi esterni tramite HDMI. "Memorizzo soprattutto su scheda. Spesso lavoriamo in set all'aperto, in contesti difficili e il fatto di 'viaggiare leggeri' e senza le complicazioni che comporta avere un troupe è un plus importante per i nostri clienti ed è funzionale ai risultati che vogliamo ottenere. In caso di set statici, naturalmente, passiamo anche a dispositivi di registrazione esterna e ai formati più pesanti, ma per la maggior parte dei lavori la registrazione su scheda resta predominante".
E al freddo le mirrorless come si comportano? "Decisamente bene: in Islanda non abbiamo mai avuto blocchi delle fotocamere o spegnimenti indesiderati. Le Nikon Z hanno preso freddo e neve e sopportato il clima senza problemi. Naturalmente il punto critico restano le batterie quando il clima è così rigido, ma è così per tutti, anche per le reflex. Basta attrezzarsi con batterie multiple".
Se come me siete stati incuriositi dal video 'Zero' sul viaggio in Islanda incorporato all'inizio dell'articolo e se lo state leggendo nel giorno della pubblicazione (3 febbraio 2021), stasera potete avere l'occasione di conoscere meglio Samuele Cavicchi, il suo lavoro e avere alcuni consigli sugli errori da evitare in ambito video: sulla pagina Facebook di Nikon Italia alle 21 è in programma una diretta con il fotografo/videomaker e i suoi consigli a chi si avvicina al mondo delle riprese.