Sony annuncia oggi tre nuove ottiche E-Mount, che portano il totale a 63 (43 Full Frame, 20 APS-C). Fisicamente indistinguibili tra loro (condividono lo stesso corpo), sono l'FE 24mm F2.8 G, l'FE 40mm F2.5 G e l'FE 50mm F2.5 G. Tre ottiche estremamente compatte, certamente ideali per corpi macchina altrettanto compatti come la Sony A7c (su cui sono state testate), ma adatti in generale a chi possiede un corpo macchina A7 e predilige ottiche a focale fissa. Con due, o tutte e tre queste ottiche, si ha infatti un corredo da viaggio/reportage in soli 509 grammi, esattamente lo stesso peso del corpo macchina A7c.
Tutti e tre gli obiettivi misurano 68mm in diametro per 45mm di lunghezza, adottano filtri da 49mm e pesano tra i 162 e i 174 grammi.
Tutti sono dotati di ghiera di messa a fuoco, ghiera dei diaframmi (che si chiude fino a f/22), selettore AF/MF, pulsante programmabile e selettore per abilitare o disabilitare il click della ghiera dei diaframmi, come di consueto per le ottiche G e GM. Tutti sono protetti contro l'ingresso di polvere e umidità e sono dotati di doppio motore autofocus lineare. Tutti, infine, costano la stessa cifra: 700 Euro (disponibilità da fine aprile 2021).
Qualche fisiologica differenza si trova nello schema ottico, che ha comunque un filo conduttore nell'elevato grado di sofisticazione – soprattutto considerate le dimensioni.
Il 24mm è costituito da 8 elementi in 7 gruppi, con tre elementi asferici e uno a bassa dispersione ED.
Il 40mm è costituito da 9 elementi singoli (9 gruppi), con tre elementi asferici.
Il 50mm, infine, è costituito da 9 elementi singoli (9 gruppi), con due elementi asferici e uno a bassa dispersione ED.
Per tutti, la messa a fuoco è interna e il diaframma è a 7 lamelle, un dato questo non all'altezza degli obiettivi top di gamma ma allineato alla concorrenza.
La qualità costruttiva distingue subito questi obiettivi come prodotti sì compatti, ma di categoria premium. La differenza con ottiche altrettanto compatte ma non "G", come lo zoom 28-60mm che accompagna la A7c, è tangibile. Non solo la dotazione (in quest'ultimo caso, niente ghiera dei diaframmi, selettore AF/MF o pulsante programmabile), ma la stessa a struttura del corpo in alluminio (paraluce compresi) anziché in plastica da quella caratteristica soddisfazione che deriva dall'avere tra le mani un oggetto di buona fattura.
Ciò non significa che l'ergonomia sia impeccabile – il risultato è buono per la categoria, ma in così poco spazio non si possono fare miracoli. La ghiera di messa a fuoco anteriore, by-wire, è fluida, priva di gioco, e offre una corsa ampia (circa 135°), ma misura solo 8mm e nel suo utilizzo interferisce la piccola ghiera dei diaframmi posta appena dietro, che misura solo 3mm ed è (necessariamente) più in rilievo.
24mm, f/2.8
40mm, f/2.8
50mm, f/2.8
Sulla rapidità, invece, nulla da eccepire. Complici le piccole masse in gioco, la messa a fuoco è pressoché istantanea, e silenziosa al punto da essere impercettibile anche in ambienti tranquilli.
La resa qualitativa dei tre obiettivi è sintetizzata dai grafici seguenti, a proposito dei quali dobbiamo fare una precisazione. Solitamene ottimizziamo lo sviluppo del RAW per il singolo obiettivo. In questo caso, abbiamo invece scelto di effettuare un'ottimizzazione sulla media dei tre, e di mantenere gli stessi parametri di sviluppo per tutti, al fine di offrire un confronto più diretto. La conseguenza è che i file del 40mm e del 50mm, più incisi, risultano leggermente sovra-elaborati (oversharpening massimo del 6% circa per il 40mm @ f/4), ma nulla che alteri sostanzialmente i punteggi MTF.
Premesso questo, e iniziando l'analisi dal potere risolvente al centro, il 40mm e il 50mm offrono una risposta "in fotocopia": partono forte, assicurando molto dettaglio già alla massima apertura (anche perché tale apertura massima non è particolarmente elevata) e tengono molto bene fino a f/11 compreso. Sul corpo macchina A7c, 24 Mpixel, fanno segnare entrambi più di 3500 LW/PH praticamente costanti tra f/2.5 e f/5.6, con una fisiologica flessione che ha un impatto pratico sulle immagini solo a f/22.
Il 24mm, viceversa, è più morbido alle maggiori aperture e richiede di diaframmare fino a f/5,6 (il suo miglior diaframma di lavoro) per arrivare a livello degli standard.
Valutazioni simili valgono ai margini del fotogramma. Il 40mm e il 50mm tengono molto bene fino agli angoli. In questo caso è necessario, anche per gli standard, chiudere uno stop per ottenere il massimo della nitidezza, ma a f/4 e f/5.6 totalizzano entrambi tra le 3000 e le 3500 LW/PH, che è davvero molto considerati i 24 Mpixel del sensore. Ai diaframmi più aperti (uno stop e 1/3), il 40mm e il 50mm iniziano a distinguersi, con il primo che continua a reggere bene mentre il 50mm diventa decisamente più morbido.
Il 24mm, dal canto suo, è decisamente meno performante ai margini del fotogramma, come si nota dalle barre gialle del relativo grafico che, ai diaframmi centrali, perdono circa il 40% rispetto a quelli delle due focali maggiori.
Notevole per tutti il controllo dell'aberrazione cromatica laterale, che non arriva al singolo pixel. Inutile fare ulteriori distinguo dato che, a questi livelli, risulta impercettibile all'interno delle immagini reali. Non c'è traccia nemmeno di aberrazione cromatica assiale, che normalmente affligge ottiche di altra natura (più luminose).
Per quanto riguarda la vignettatura, di nuovo il 40mm e il 50mm si comportano in modo molto simile e pressoché perfetto, partendo intorno al singolo stop per poi assestarsi nell'intorno del 1/2 EV a partire da f/4, vale a dire qualcosa di impercettibile. La vignettatura del 24mm è più evidente, ma non drammatica; si parte in questo caso poco oltre i 2 EV per assestarsi nell'intorno di -1,5 EV.
24mm
40mm
50mm
Il livello di distorsione del 24mm è evidente, poco meno dell'8% (barilotto) misurato alla minima distanza di messa fuoco. A onor del vero, trattandosi di un'ottica fissa, potrebbe essere più contenuta, ma non è comunque una distorsione eclatante per un 24mm. Ricordiamo sempre il 5% dell'EF 50mm f/1.2L di Canon, che non è certo noto per le sue qualità ottiche ma che, in ultima analisi, è un 50mm di altra fascia di prezzo…
40mm
50mm
La buona notizia è che molti utenti non si accorgeranno nemmeno di questa distorsione perché la correzione in camera (e presto, all'interno dei RAW converter, non appena saranno disponibili i profili specifici) è efficace al 100%; la distorsione residua del file corretto è praticamente non misurabile.
Il 40mm è, già di suo, pressoché neutro. Abbiamo rilevato solo un accenno di cuscinetto (circa 0,7%) di cui, a maggior ragione, non resta traccia dopo correzione.
Il 50mm, infine, presenta una distorsione nativa più evidente (circa 2,2% a cuscinetto). Anche in questo caso, la correzione in-camera è perfettamente efficace.
24mm, f/2.8
24mm, f/5.6
24mm, f/22
40mm, f/2.5
40mm, f/5.6
40mm, f/22
50mm, f/2.5
50mm, f/5.6
50mm, f/22
In definitiva, si tratta di tre ottiche dalle buone doti tecniche offerte a un prezzo adeguato, interessanti a nostro avviso anche perché mettono in nuova luce la A7c. Per essere valorizzato appieno, un simile corpo macchina richiede infatti, a nostro parere, proprio ottiche come queste: compatte ma di qualità tale da giustificare il sensore 35mm.
La concorrenza è costituita principalmente da due recenti Sigma DG DN, obiettivi Full Frame ottimizzati per mirrorless. Anche in casa Sigma abbiamo un 24mm, ma meno luminoso (24mm F3.5 DG DN C) e, anziché un 40mm e un 50mm, un solo 45mm, anch'esso leggermente meno luminoso (45mm F2.8 DG DN C). Il prezzo dei Sigma, un poco più contenuto ($ 549), è giustificato dalla minore apertura (a sostanziale parità di dimensioni) e dalla dotazione inferiore (manca, in quel caso, il pulsante programmabile).