Luminar è un software di fotoritocco che ha guadagnato i primi, importanti consensi puntando su immediatezza e semplicità. La versione 2018 ha portato con sé un brusco cambio di rotta verso un approccio più professionale – trasformazione non completamente riuscita. Ora, Skylum torna alle origini, riproponendo con Luminar AI un approccio semplificato analogo a quello delle prime versioni che ne hanno decretato il successo, ma con un vantaggio: l’intelligenza artificiale.
L’interfaccia riflette la semplicità del programma. Solo 4 schede principali: Catalogo, Modelli, Modifica ed Esporta. Si nota però immediatamente che, pur nell’estrema semplicità generale, la svolta professionale del 2018 ha influenzato positivamente anche il più semplice Luminar AI.
La presenza stessa del Catalogo è significativa. Le immagini possono anche essere aperte singolarmente, secondo un approccio più immediato e meno organizzato, ma chi lo desidera può importare le cartelle volute nel Catalogo ed effettuare un editing non distruttivo anche sui file JPEG.
Mantenute anche le possibilità di sincronizzazione delle impostazioni, che consente di lavorare comodamente su grandi quantità di file, e la struttura a cartelle che mette ordine nella libreria di immagini. Può sembrare poca cosa, ma il desiderio di semplificazione imperante non ha risparmiato nemmeno programmi come Lightroom (parliamo ovviamente della versione web, non della Classic), la cui navigazione "semplificata" è, per quanto ci riguarda, solo disordinata e irritante.
Se volete cominciare a dare un occhio al software prima di procedere con l'analisi completa nelle prossime pagine, trovate maggiori informazioni a questo indirizzo.